LEA SEYDOUX, UNA FRANCESINA MOLTO CALDA.
Lo stile Versailles è sempre più in auge, sia come stile di vita che di look perché adottato da tanti stilisti che lo hanno riproposto nelle sfilate (Galliano, Bertin…) in tutto il loro tripudio di pizzi, nastrini, bustiers e mascherine.
Non solo stilisti, ma anche i registi subiscono il fascino della vita lussuriosa e scandalosa dai tempi del Re Sole fino al tramonto di Luigi 16 e Marie Antoinette quando la Rivoluzione cominciava a bussare alle porte dell’Ancien Regime segnando un periodo di terrore sfociato in un bagno di sangue.
Ma sono sempre gli antichi fasti di Versailles che tornano puntualmente alla nostra memoria facendoci sognare la danza in minuetto fra liaison libertine, intrecciate da sguardi nascosti dietro mascherine con decolletè in bellavista e cosine open air lasciate spuntare fra i pizzi delle calze puntate con le giarrettiere senza mutandoni, consumate a luci di candele con le virtù vendute, viziosità del gioco e del manneggio di collane rubate e non solo.
Mancavano le confidenze di queste liaisons che sono così puntualmente registrate nell’ultimo film su Marie Antoinette, Les Adieu à la Reine, interpretato da Diane Kruger in versione Lesbian.
A raccogliere i suoi languori nelle passioni trasgressive è Lea Seydoux nel ruolo della lettrice e scrittrice di Corte Agate Simonie Laborde che annota precisa e rigorosa gli ultimi tre giorni di Versailles in cui servi e nobili si sono finalmente uniti per voltare miseramente le spalle al Re e alla Regina lasciandoli soli al loro destino di vittime sacrificali della Rivoluzione.
Giorni di trambusto e di disperazione nei quali la Regina trova il tempo di raccontare la sua passione per la Marchesa di Polignac facendo emozionare anche la Seydoux innamorata segretamente di Marie Antoinette la cui fama di amante delle donne aveva varcato i giardini di Versailles per approdare a Parigi dove fra le bettole si inscenavano parodie sconce in onore del vizietto della Regina. Alla quale, una volta portata alla Bastiglia, le veniva servita la testa della Polignac facendola svenire e ingrigire in un colpo solo nei capelli.
Se Diane Kruger in questo film dovrà confrontarsi con l’interpretazione originale e mai dimenticata di Kirsten Dunst, Lea Seydoux invece si conferma come una delle giovani attrici francesi più calde.
Un tema che in Francia sta andando forte (proprio recentemente è stata approvata la legge sui matrimoni gay) nonostante l’Adieu à la Reine, perché la Rivoluzione se ha tagliato le teste ai vertici non ha cambiato quel costumi che lascian decolletè e cosine senza velo, open air.
Se poi a ribadirlo è un regista musulmano il messaggio è ancora più forte e chiaro: niente velo per le donne. Occidentali.
Sì perché sarebbe stato più incisivo con delle protagoniste medio-orientali.
Comodo venire a fare trasgressioni a casa nostra. Sarebbe come dire che anche l’acqua oltre che bleu è calda.
Dopo aver rotto le nostre Madonnine (E ora dove andiamo?) in Francia i registi si stanno orientando verso l’abbattimento dei tabù del mondo femminile, comunque già sdoganati prima della Rivoluzione! Meglio allora sarebbe Donne e Tabù dei Paesi tuoi (che le Madonnine restano solo a noi)! Un atto di coraggio verso le proprie donne risulterebbe sicuramente più illuminante. Un gruppo di Iraniane questo coraggio lo hanno sfoderato mettendosi a nudo, ma nessuna voce maschile si è elevata per sostenere la protesta anche se aver concesso quella esibizione senza far seguito a ritorsioni è già un segnale positivo.
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