“Non bisogna allentare la presa. ”Loro” hanno capito che siamo un bersaglio facile.” Spiega la voce della spia Russel Crowe.
“”Loro” agiscono in silenzio, non hanno telefonini, né computer, parlano attraverso un passaparola (!!!!) che rende impossibile individuarli.
A forza di tenerli sotto scacco “questi” diventano sempre più forti. Le privazioni i disagi l’emarginazione non fanno che rafforzare la loro volontà di vendetta”. Controbatte Leonardo Di Caprio spia in Iraq.
“Allahhhhh…Acbar!” Boom! Questa in sintesi la colonna sonora del film “Nessuna Verità” diretto dal regista Ridley Scott.
Il primo, Russel Crowe, pur offreddo un’interpretazione robusta e veritiera in quel suo freddo cinismo di agente consapevole di essere al servizio del più forte, ci delude avendo perso quel fantastico carisma di Massimo Decimo del Gladiatore, lungo il percorso della sua carriera.
Mentre Leonardo Di Caprio ne esce ogni volta sempre più rafforzato. E in questo film raggiunge l’apice esprimendo tutto il suo talento insito nella forza interiore di cui sembra dotato. Si muove fra i mercati con l’agilità di un puma, lo sguardo vigile e il fiuto acutizzato dell’animale predatore, l’orecchio perennemente attaccato ad un telefonino per ricevere ordini dal cinico Russel Crowe, interpretando un agente della CIA capace di tessere una tela (missione quasi impossibile) con i servizi segreti Arabi, Amman della Giordania in primis,
E’ l’altra faccia di Bond, perché è un passionale che paga di persona il fervore che mette nella sua missione, diventando preda dei terroristi con tanto di torture terrificanti nel loro covo, che a sua volta è l’altrafaccia di “Guantanamo”. Il discorso si ferma qui perché il regista RidleyScott lo rappresenta nudo e crudo con l’ottica incisiva e nitida di un tridimensionale, senza però andarci mai in fondo, restando sospeso come se fosse al di là del bene e del male. Ma a volte, a forza di volare in alto si rischia di arrivare all’inosabile, ovvero dove solo osano le aquile con il rischio di vedere da vicino le prime cose che si muovono racchiuse in una fortezza su di un monte come lo era quel covo di nazisti di recente memoria. La risposta è racchiusa nel dolce sorriso di Ahisha, l’infermiera che cura le ferite di Di Caprio dal morso dei cani rabbiosi prima (senza matrici) e da quello dei terroristi poi, perché lui sceglierà di stare con lei, come una sorta di riposo del guerriero. Per una speranza di pace.
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