Jaqueline Lee Bouvier era tutta deliziosamente francese. Anche quando sposata a John Fitzgerald Kennedy, prese parte alla campagna elettorale contribuendo alla sua elezione a Presidente degli Stati Uniti d’America.
Raffinata, dotata di una classe impareggiabile, in un mix di esibizionismo e riservatezza, è sicuramente l’Icona del ‘900.
Senza di lei Kennedy sarebbe stato eletto? Quel che è certo è che tutti si inchinavano al suo fascino di altezzosa regalità.
Ma se il ruolo di First Lady era stato il suo obiettivo, quello di regina era stampato nel suo dna.
Pur brillando nel sociale si concedeva poco alle masse. Era molto ammirata ma poco amata soprattutto dopo aver dato prova di notevole self control di fronte alla tragedia del marito.
Fredda, impassibile col vestito Chanel insanguinato in mostra, aveva assistito al giuramento del vice Presidente Lindom Johnson e poi successivamente ai funerali con il volto impietrito, senza una sola lacrima.Un atteggiamento coraggioso e forte che veniva scambiato per mancanza di sensibilità.
Capita quando si riceve un’ottima educazione al sentimento da esprimere rigorosamente nel privato.L’America puritana, caciarona e chiassosa, non era pronta a questo, ma aveva imparato la lezione continuando ad onorarla e rispettarla come vedova e come firts lady.
Fino a quando non si unì ad Aristotele Onassis. E fu allora che Jacky mostrò al mondo il suo lato oscuro. Dietro la facciata di imperturbabile eleganza si nascondeva una forte attrazione per tutto quanto c’è di più volgare al mondo: il potere legato al denaro con tutti gli annessi e connessi.
In primis, l’opportunismo e la disponibilità a trattare su una base di patti leonini: letti separati e conti uniti alla mano. Che lei aveva bucate, visto come aveva prosciugato il conto del marito Onassis.
L’America insorse inorridita di fronte a una Jacky pragmatica e affarista la quale invece, facendo due conti, era solo diventata Americana.Tant’è che la famiglia Kennedy approvò in pieno la “fusione” vantaggiosa per la famiglia all’insegna del siamo tutti Americani. E democratici, prima di tutto per cui riceveva il pass: questo matrimonio si può fare, eccome. Yes, we can.
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