Sì, perché se non avesse ballato inventando uno stile tutto nuovo, non sarebbe considerato così fenomenale. Ora tutti lo piangono. L’AmeriKa assassina è ai suoi piedi. Sono gli amerikani ad averlo assassinato accanendosi su Michael Jackson come cannibali per cibarsi di ogni suo pezzo di carne fatto a brandelli. Come animali, come delle jene.
Alla sua morte si sono rifatti tutti vivi per le onoranze funebri e per esternare il dolore alla stampa, approfittando di questo momento di pubblicità.
Era al passo coi tempi, col ritmo dell’era industriale e la sua catena di montaggio dove le braccia e le gambe degli operai sono un tu7tt’uno con la macchina. Era anche il periodo della prima apparizione al cinema di Terminator, e il Cybor, l’uomo meccanico, faceva capolino col maschione dalla forza bruta Arnold Swarzenegger che Michael Jackson riproponeva mimando rivisitato come un robot agile, scattante e fantasioso simile a un gioco da bambini.
“Succhiami il cazzo!” Alla macchina non si può. Per fortuna. Basta spegnere l’interruttore per chiudere con loro. Per sempre, perché non hanno anima, per cui non si capisce tutta questa paura per degli alieni generati da micro-chips (la cui matrice nel film Transformer, risulta nascosta e sepolta fra le piramidi d’Egitto), che viaggiano a onde lunghe o corte.
Infatti proprio con Transsformer la Vendetta del Caduto, il tema paura dei robots è diluito e stemperato in due. A una parte delle macchine-robot, infatti, è stata inserita una buona dose di umorismo facendoli sembrare più dei giocattoli amici dei bambini. Come Michael Jackson appunto, un ballerino-robot innocuo amico dei bambini, che l’America aveva identificato come un terrificante mostro. Era solo un bambino che si comportava come tale, senza malizia. Come si è visto in una intervista in cui si confidava candidamente a dimostrare la sua psicologia rimasta infantile ai limiti della follia. Senza per questo trovare nessuno che accorresse in suo aiuto, perchè l’America recepiva solo come confessione di denuncia shockante, puntando implacabile il dito verso di lui deridendolo ad ogni sua apparizione pubblica. America ignorante. E assassina.
Ogni incubo, anche quello alieno, ha comunque il suo angolo di paradiso che Transformer lo presenta con una immagine a mini-shorts a cavallo di una moto e culetto in bellavista. Che c’entra con il film? Nulla, ma tutto fa, e non si fa per dire, perché a far di tutto è Megan Fox. La numero Uno, dicevano, l’erede di Angelina Jolie per sostituirla nel film della serie Laura Croft, robot dalle curve mozzafiato.
Se si dà una mossa, Megan Fox può avere qualche speranza perché al momento sembra missione quasi impossibile. Se la Jolie è stata bravissima a dare l’anima a un robot come Laura Croft, la Fox non riesce a tirar fuori l’anima dalla sua immagine di bambola, restando perennemente imbambolata, nei primi piani, con la bocca semiaperta non andando oltre l’espressione “guardami quanto sono bella” senza che della fica ci sia nemmeno l’ombra. Eccitante come una bambola gonfiabile, sembra costruita con lo stampino delle star californiane, gonfiate ad arte per piacere solo ai ragazzini, rimasti ancora alla fase petting.
Ben lungi dalla grinta che sfodera Angelina Jolie che è tutta, e non si fa per dire, un’altra cosa. Con la quale ci dà che ci dà.
Fra le due superbombe sexy, è da segnalare l’apparizione di una biondina niente male che poi si rivelerà essere lei la vera Transformer, come una sorta di replicante in cui sotto il vestito c’è la macchina . E’ Alice ed ha il volto della bella e bionda Isabel Lucas. Un nome, un destino perché è una ragazzina che avanza come uno schiacciassassi per stendere i compagni del Campus, cavalcandoli senza preavviso, folgorandoli con lo sguardo verde smeraldo a bagliori saettanti, come due raggi laser. Da tenere d’occhio perché se con le bombe non c’è scelta nel massacro, il laser è fonte di morte o di vita. A piacere.
IL SALT DI ANGELINA JOLIE
Dopo le ultime fatiche cinematografiche che l’hanno portata alla candidatura dell’Oscar per la commovente interpretazione di Changeling, Angelina Jolie è tornata sugli schermi con un film d’azione.
Non era una novità per lei, che si è fatta conoscere proprio per questo genere di film, l’ultimo dei quali, l’acrobatico e scoppiettante Wanted in cui appariva nel ruolo di guerriera meccanica.
Un’occasione per cambiare look e presentarsi nella versione duplice di bionda e mora. Questo, anche perché il dualismo, che da sempre ha affascinato ma guardato con diffidenza, sta prontamente facendosi largo nel panorama cinematografico così come abbiamo visto nel film di Julia Roberts e Clive Oewen, Duplicity.
Il film della Jolie è intitolato Salt ed ha come interpreti Liev Schreibere e il nero Chiwetel Ejiofor (American Gansters).
La Jolie è un agente della CIA che viene accusata di controspionaggio con i russi per eseguire un piano di omicidio del Presidente degli Stati Uniti. . Un’accusa dalla quale si difenderà ricorrendo a una nuova identità per muoversi più liberamente.
Lasciando alla fine lo spettatore nel dubbio se le prove raccolte siano frutto della sua innocenza o semplicemente della sua abilità nel nascondere il suo doppio gioco. Un thriller raffinato, all’insegna dell’ambiguità, che comunque ha caratterizzato anche il corso della sua vita sentimentale, percorsa in maniera bisessuale, avendo amato maschi e femmine senza distinzione di sesso o di approccio.
Lo spiega molto dettagliatamente una sua biografia impietosa nella quale la descrive come amante del genere sado-maso non disdegnando pratiche giocose con oggetti porno. Non si sa se sia una leggenda Hollywoodiana ma non è importante perché fa "parte di un passato cancellato dopo aver conosciuto Brad Pitt e una nidiata di figli di ogni colore a testimoniare un reale impegno umanitario che li nobilita nel sociale. Sì perché il privato è segnato anche per loro da piccole miserie di comuni mortali come quella di trovare da parte di Angelina una delle tate mentre teneva sul suo grembo…non un marmocchio, ma il capo di Brad Pitt. Una sorpresa che l’aveva mandata in paranoia ricorrendo immediatamente a separare le camere da letto per protesta (e questo per diversi mesi).
Vabbè poi hanno fatto pace tanto da decidersi di fare il grande SALT entrambi: quello di convolare a giuste nozze. Una decisione che comunque hanno sempre rimandato perchè a tutt'oggi non vi hanno provveduto.
Forse perchè Angelina è la più pagata fra le dive Hollywoodiane per cui Brad Pitt è al di sotto del suo cachet trovandosi in un rapporto di sudditanza in quanto è lei a portare i pantaloni.
Così per far funzionare il menage Angelina applica la formula vincente: letti uniti ma conti separati.
Nessun commento:
Posta un commento