La parte della leonessa è riservata a una perfida Glenn Close, che manovra il seduttore Marckovich nella missione più sottilmente sadica: quella di riuscire a rubare la verginità a una fanciulla ingenua, facendole accendere i sensi come una puttana.
La Close sembra una sorte di una Mab, la regina delle fate che indica Mercuzio nel Giulietta e Romeo nel suo monolgo in cui racconta che di notte lei entra nel naso delle vergini a pancia all'aria per insegnar loro a "portare" ed essere pronte per farsi caricareeeee.
Ma la sua passione febbricitante, dopo che lui la lascia, lo contagia facendolo dannare,e a cui fa seguito la morte di lei, pazza di dolore. Perchè il dolore porta alla pazzìa.
La Close invece rimane solo un filo turbata rendendosi conto della sua bruttezza a causa del male procurato, solo al momento in cui viene fischiata in pubblico fra il palco di un teatro, da tutta l'alta società che fino all'ora l'aveva tributata onorandola e dandole prestigio.
Il film sembra una danza sulle note di una musica di Mozart
che inizia come un minuetto in modo adagio andante vivace allegro fino a raggiungere il ritmo duro e battente come un rock ,con il duello fra la Close e Markovich, diventati ormai nemici. Bello e superbo.
Nessun commento:
Posta un commento