E’ il caso di Robert De Niro salito sul palco insieme a Bernardo Bertolucci per un omaggio al regista parmigiano ed alla sua carriera in un percorso sempre all’insegna del successo sia per i film minori che per le grandi produzioni.
La più famosa è quella di novecento il film di largo respiro girato fra le nebbie della Bassa Padana che hanno segnato l’epoca fascista di un’Italia rurale la quale si specchiava appunto in quella Parmigiana.
Una città che a tutt’oggi si conferma dedita all’agricoltura dopo aver visto sfumare il sogno della Parma Città Europea.
La Grandeur infatti sognava alla grande ma tutto intorno si scioglieva come neve al sole.
A Parma serve un momento di riflessione, per valutare alcuni fatti che mettono in luce il suo stato di crisi.
Lasciamo stare Parmalat perché dal crac si è risollevata grazie alla geniale dirigenza di Bondi il quale l’ha servita su un piatto d’argento alla francese Lactalis. E FUORI UNA.
Parliamo invece di eventi all’insegna dello spettacolo e leggerezza.
Miss Italia in primis che è stata per anni motivo di vanto e di grande popolarità per Parma e Provincia perché seguita da tutto il mondo grazie alla Rai che all’evento ha dedicato numerosissime puntate introducendo anche l’elezione di Miss Italia nel Mondo.
Questo fino allo scorso anno perché da questo in corso Miss Italia per Parma (Salsomaggiore) dopo più di cinquant’anni di onorato servizio è già finita, per migrare in altra città termale. E FUORI DUE.
Il film doveva uscire a Febbraio in prima Nazionale proprio a Parma, ma non se ne è visto nemmeno l’ombra. E già la Fortuna è cieca. E FUORI TRE.
E adesso arriviamo al clou, a quel piccolo gioiello del Teatro Regio di Parma tempio della Lirica e delle opere di Verdi in primis, celebrate con un Festival appositamente allestito ad anticipare la stagione lirica.
La quale purtroppo sembra agli sgoccioli stante le notizie allertanti sulla mancanza di fondi per pagare maestranze e addetti ai lavori non solo, ma anche per l’allestimento di Opere importanti di antica memoria che vadano oltre la “sperimentazione” con gli artisti in scena senza scenografia e vestiti con abiti moderni. Da fumo negli occhi. E FUORI QUATTRO.
Perché, a dircela proprio tutta, Parma è rimasta una città agricola. Quella di Novecento per l’esattezza che può andare fiera dei suoi prodotti genuini come il Prosciutto crudo (e derivati del maiale, culatello coppa, salame spalla ecc.) e il formaggio Parmigiano Reggiano. Prodotti DOC conosciuti ed esportati in tutto il mondo che trovavano la degna cornice per la vendita al dettaglio ai parmigiani e parmensi nel mercato della Vecchia Ghiaia, il cuore della Parma vera, fra bancarelle a costi bassi, mentre ora sono distribuiti nei supermercati confusi fra prodotti di vario tipo delle varie Regioni d’Italia. Ma non dell’Europa comunque. Perché il sogno di Parma Città Europea sembra proprio svanito. E FUORI CINQUE.
Manca all’appello l’Inceneritore che proprio in questi giorni è stato riacceso nonostante le promesse del leader del Movimento Cinque Stelle Beppe Grillo quando aveva presentato la candidatura del sindaco Federico Pizzarotti che a Parma è stato eletto da una maggioranza fiduciosa che venisse spento.Ma così non è stato.
Così c’è già chi fugge da Parma. E FUORI SEI.
La Barilla infatti, con la sede molto vicino all'impianto dell'inceneritore, ha cominciando ad allargarsi (e forse traslocare? ) in altri territori, ultimo dei quali Rubbiano una frazione posta sulla zona montana del Parmense dove si respira aria buona.Guarda caso.
Il Ministro Mario Monti, quando era Premier, era andato ad inaugurare questo importante stabilimento in montagna, prendendosi una boccata d'aria fresca.
Messaggio ricevuto, sperando l’avesse recepito tutta la città che comunque, per il momento, si limita ad aspettare l’esito dei controlli che verranno effettuati secondo le disposizioni del sindaco Pizzarotti.
Il quale non può fare altrimenti visto che non è riuscito a fermare l’inceneritore, per cui ora è atteso al varco. E FUORI SETTE? Vedremo a posteriori.
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