venerdì 8 novembre 2013
GIOVANNA E L’AMORE AI TEMPI DEL FASCISMO
Cannes 2009, ovvero la prova del fuoco per Stefano Accorsi, in scena sotto il tiro incrociato non certo dei flash ma degli sguardi saettanti che si scambiavano rispettivamente Letizia Casta verso Giovanna Mezzogiorno. O viceversa, non importa, perché quel che è certo è che i più fulminanti siano stati quelli di Giovanna, “La Pazza” compagna di una volta di Stefano Accorsi così come aveva interpretato nell’Ultimo Bacio.
Quello della pazza è un ruolo che Giovanna sa calzare a pennello come si è potuto constatare nel film, presentato a Cannes, Vincere in cui ha bruciato di passione per Benito Mussolini fino ad arrivare alla follia, avendole lui preferito Donna Rachele disconoscendone anche il loro figlio.Come la storia ci insegna.
Un momento che ripercorre anche la storia di vita di Giovanna Mezzogiorno per cui forse si comprende la scwelta difficile di interpretare questo ruolo che probabilmente ha molto di autobiografico avendo Giovanna conosciuto Stefano Accorsi quando lui, come appunto il Duce, non era ancora nessuno ed usciva da uno spot tormentone martellante “Two è meglio che One”.
Un segno del destino perché Stefano dopo aver fatto scintille facendo coppia fissa con Giovanna (attrice già affermatata e figlia d’arte) sia nella vita che sulla scena culminata con l’uscita del film L’Ultimo Bacio, ha platealmente tradito la Mezzogiorno per la burrosa Letizia Casta, modella affermatissima e bellissima che comunque come attrice non ha mai dato prova di grande talento.
In Italia l’abbiamo vista nello sceneggiato Luisa Sanfelice tutto da dimenticare.
Già fato. L’interpretazione di Salomé con la quale era sbarcata a Cannes non è stata ancora digerita.
Ma se sul piano del privato è stata sicuramente lei la vincente, avendo dato due figli a Stefano, Giovanna Mezzogiorno può ritenersi soddisfatta sia come attrice che come donna.
Infatti è la più singolare del cinema italiano, per nulla mondana, né dedita allo shopping,schiva, timida e solitaria che quando si propone sullo schermo si trasforma in personaggi molto intensi, passionali, a volte anche crudeli e violenti all’insegna del tutto o niente, del bianco o nero.
Unica eccezione che conferma la regola, sta in quel detto che l’abito bianco e nero fa la Monaca F1: di Monza, lo sceneggiato interpretato dalla Tv con il quale ha dimostrato ancora una volta il suo talento istrionico ed elettrizzante, facendo della suora di clausura una pazza furiosa.
Sempre all’insegna della trasgressività anche La Bestia Nel Cuore, nella parte di una donna interrotta perché violentata dal padre fin da bambina, per poi continuare il percorso nel film a seguire, Prima linea, facendo da spalla a Riccardo Scamarcio nei panni di un terrorista degli anni di Piombo.
Ce n’era abbastanza per comprendere il suo percorso di attrice dai ruoli estremi ma All’amore ai tempi del Fascismo ha voluto aggiungere anche L’Amore ai Tempi del Colera” con Javier Bardem, sempre nel ruolo di appassionata ribelle che non sente ragioni né intrusioni nella sua scelta sentimentale alla quale rimane fedele fino alla morte.
Insomma un percorso sempre più estremo, che comunque si dissocia dalla sua immagine reale. L’abbiamo infatti vista infatti ospite di Bruno Vespa a Porta a Porta in un faccia a faccia con Alessandra Mussolini per commentare il film Vincere: mentre la Mussolini appariva esagitata, lei Giovanna rispondeva calma, sicura di sé, sorridendo ironica alla protesta di Alessandra (che come una ragazzina-viziata nata-bene rifiutava quella prima moglie “del nonno”) ribattendo che l’esistenza di quella donna nella vita del Duce fosse una realtà come fatto provato di una storia d’amore esclusiva che non tollerava intrusioni.
A differenza di Donna Rachele, molto tollerante per opportunismo.
Ancora una volta Giovanna Mezzogiorno ha così dimostrato una grande maturità sia come attrice che come donna, sapendo fare una netta scissione tra i film a passione scatenata, e la vita reale vissuta con calma e razionalità.
A differenza della Mussolini che non riesce a distinguere il suo ruolo di Parlamentare di destra da quello di “nipotina del Duce”.
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