martedì 3 dicembre 2013

SAYONARA CAROLINE

 Ogni paese ha la sua Caroline, Caroline Cherie.
E Caroline in USA la incarna perfettamente. Un po’ John Kennedy (focoso irlandese) un po’ mamma Jacqueline Bouvier (raffinata francese), è un mix di una coppia che ha segnato la storia.
E anche la figlia Caroline, la quale è uscita come unica sopravvissuta di una famiglia tanto amata nel bene e nella tragedia da lasciare l’America in un lutto  irrisolto, perché ancora alla ricerca del nuovo Presidente come John e di una nuova First Lady come Jackie fino ad ora mai eguagliati.
Infatti Obama e Michelle hanno deluso le aspettative degli americani di tornare a sognare per un mondo migliore.
Caroline ha sentito troppo il peso del mito che i genitori le hanno lasciato in eredità
sentendosi per anni inadeguata e troppo piccola per mancanza del loro supporto affettivo.
Non sono bastati i consensi di stima dell’entourage della Casa Bianca che ha visto in Caroline una preziosa testimonial per le loro campagne Presidenziali Democratiche alla quale la piccola dei Kennedy aveva aderito lanciandosi nel sostenere con fervore gli Obama, perché la prima volta che è entrata personalmente  in campo per un discorso si è impapinata non riuscendo a parlar in maniera disinvolta e accattivante deludendo gli Americani per mancanza di carisma.

Lo stesso che avevano suo padre ed il Presidente Obama. La figlia invece è stata messa subito in ombra non ricordando il popolo Americano che anche per il Presidente John Kennedy ci fosse stato un esordio simile ben presto superato con lo sprono del padre a non mollare.
Caroline purtroppo è rimasta orfana troppo presto per usufruire di tale supporto per cui, dopo il primo flop si è ritirata facendo solo preziosa presenza per appoggiare il Democratico Obama nel quale anche lei aveva intravisto forse un padre.
Invece Obama più che padre si è dimostrato patrigno perché si è liberato di quello che ormai considera un peso, avendo ottenuto il secondo mandato.
Insomma Caroline è un personaggio scomodo perché evoca fantasmi di un passato che gli Obama non sono riusciti a sconfiggere.
Così il Presidente USA ha congedato Caroline con un Sayonara (arrivederci a miglior vita) nominandola ambasciatrice in Giappone, ufficialmente per tessere la tela di un’alleanza contro la Cina, ma in realtà per toglierla dalla scena politica d’America pensando di chiudere definitivamente i conti con i Kennedy, i più amati  in assoluto.


Ma Caroline ha fatto a tutti una sorpresa perché questa volta nel discorso per l’insediamento in Giappone che l’ha accolta con molto calore, ha sfoderato il carisma “Kennediano” parlando con proprietà e soprattutto con quel tono del padre che tanto aveva affascinato il mondo intero. Caroline infatti ha trovato la sua identità: forse per troppo tempo aveva inseguito lo stile di mamma Jackie ed il suo savoir-faire sempre impeccabile e di classe, come First Lady alla Casa Bianca, mentre in realtà lei assomiglia molto a suo padre. Tutti se ne erano accorti, tranne Caroline anche se lo specchio glielo rifletteva segnalandole il viso con rughe come quelle di nonna Rose e denti in fuori tipico dei Kennedy.
Lei finalmente ora è Caroline. Caroline Kennedy. Molto John nella forma con il modo di porgersi e il tono caldo di voce pur avendo preso da Jackie nella sostanza. Infatti nel suo armadio ci sono gli abiti più cari di mamma, avendo tutto il resto di Casa  Bianca Kennedy messo all’asta. Ma di Caroline sentiremo ancora parlare.

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