Oggi mi sento calata nel ruolo di Romina. La capisco.
Dando uno sguardo ai miei grafici ho notato che salgono quando scrivo sciocchezzuole.
Non sono necessariamente di sesso esplicito e nemmno di satira politica ma solo giochi di parole.
A me piace molto giocare con le parole facendole danzare come mille bolle blu perché basta un soffio che si dissolvono nella mia mente nella quale non conservo alcun ricordo.
La danza delle parole non è una poesia è solo un librarsi nell’aria leggera leggera fiutando il tam tam che poi si chiama intuito, senza sfuggire dal mondo della razionalità.
Un grande equilibrio tra intuito e razionalità fanno una fra le tante verità. La quale, visto che sale il picco, diventa poi… sentenza. Diciamo oro colato senza peccare di modestia come una sorta di pietra filosofale. C’è di che perdere la bussola. Quella di Viareggio, mica di Nicole.
A buon intenditor poche parole si suol dire. Se poi quelle parole danzano allora l’intenditor si fa partecipe.
Tornando a Romina ricordo un’intervista in Tv, dove rivelava di aver scritto con l’anima alcuni testi di canzoni che il pubblico aveva quasi ignorato mentre solo col Ballo del Qua quà era riuscitoa a raggiungere un grande successo personale.
Una canzonetta cantata a cuor leggero in un gioco di parole che accompagnava con le mossette giuste della paperina avevano mandato in visibiio grandi e piccini segnando un vero momento di felicità per Romina. Perché Romina sapeva ballare molto bene. A dimostrarlo c’è una puntata di Nero Wolf con Tino Buazzelli dove fa una breve apparizione nel ruolo di una ragazza in stile Hippie che accenna passi di danza che la rendono molto solare e sexy. Questa è la verità di Romina. Io la interpreto così. Il resto è stato tutto spettacolo di Al Bano
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