Hilary Duff A CINDERELLA STORY.
ED ECCO UNA VERSIONE DI CINDERELLA STORY(dal mio blog Rita GuandaliniTeatro)
Un quadrato con sfondo nero via via sfumato nei toni dal grigio scuro a quello chiaro per arrivare ad un colpo di luce bianca che illumina anche la platea.
Con questa scenografia minimal per mettere in risalto le emozioni, il Teatro Regio di Parma ha aperto la rassegna danza 2007 con la favola di Cenerentola rivisitata in chiave moderna dall’Hamburg Ballet con la coreografia di John Naumeier il quale dice di essersi ispirato a Shakespeare con l’opera di Amleto.
Infatti Cenerentola persa la madre, dialoga con lei che l’affianca nei momenti di abbandono della vita, soprattutto quando si sente tradita dal padre che va a nozze mentre “il cibo preparato per il banchetto funebre è stato servito per risparmiare sulle tavole delle nozze”.
Silvia Azzoni nata a Torino e dal 2001 prima ballerina, dà corpo a una Cenerentola eterea minuta e fragile come una porcellana ma al tempo stesso piena di temperamento.
La sua Cindy non è affatto umile e servizievole nel ruolo di servetta nella quale l’hanno relegata la matrigna e le sollellastre, ma una ragazza ribelle dispettosa e piena di8 scatti aggressivi che non disdegna atti plateali come quello di sbattere il vassoio pieno di calici per terra.
La perfezione delle movenze accompagnate da una capacità interpretativa fuori dal comune mettono a fuoco la personalità di una ragazza dei giorni nostri in una storia danzata a tutto campo.
Con le movenze rigide dei mimi quando Cenerentola è in servizio, a quelle vivavci e gioiose negli intervalli in complicità con il padre, per passare al repertorio classico romantico e sentimentale quando si trova immersa nei suoi sogni o in pas de deux con il principe, si attraversa la fiaba, senza fatine biribò biribù, che di incantato ha solo un albero con tanti uccellini.
E’ l’albero della vita che cresce sulla tomba della madre man mano che la storia si dipana a significar che dopo la morte nasce sempre una nuova vita.
E la vita di una Cenerentola moderna è normale, anzi normalissima anche quando incontra il principe. Alexandre Riabko al gran ballo, con abito da sera e scarpette d’oro, che lei lascia solo alla festa sentendosi estranea a quell’ambiente.
Perché lei, tutt’altro che principessa, è una fresca ragazza di campagna.
Per fortuna che anche il principe non si sente tale, avendo un animo d’artista amante della natura, dilettandosi nella pittura e rifuggendo la vita di corte.
Così i due ragazzi in perfetta sintonia (sono anche marito e moglie nella vita) si incontrano in un prato all’ombra dell’albero cresciuto, iniziando la loro danza dell’amore, quale preludio per una vita non da favola ma con due cuori e la natura.
Applausi per tutti: davvero bravi tanti ballerini in scena impegnati sia nei personaggi della storia con il padre, Lloyd Riggins, la matrigna intraprendente Joelle Boulogne, le pepatissime e briose sorellastre Carolina Aguero ed Hélèn Bouchet, che in quelli di fantasia che hanno dato vita a un corpo di ballo piroettante a figure caleidoscopiche formante quartetti assolo e abbracci corali.
Tutti insieme appassionatamente a fare cerchio, alla fine, intorno a lui John Neumeier il coreografo un tempo ballerino che, per la statuaria bellezza in America veniva osannato come un Roberto Bolle. Bellissimo e geniale,la sua ultima opera è stata un'acclamata Lady of The Camellias in una versione con con Roberto Bolle, appunto.
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