Se l’America ha perso la sua fidanzatina (dopo Meg Ryan nessuna), ha però ritrovato la sua Lolita, tipica teen ager della nuova generazione di America Beauty.
Ad incarnarla si sono messe in gioco varie stelline emergenti (dopo il flop clamorosodi Mena Suvari e Thora Birch le Lolite interpreti del film, delle quali si è persa traccia), con commedie rosa sexy le quali al massimo fanno sognare le ragazze per copiarne le mises e sbadigliare i ragazzi che, stante l’ondata di femminea aggressività, sognano ben altro. Trans inclusi.
Ad emergere nel recente panorama cinematografico sono due interpreti interessanti che, stranamente e, guarda caso, nascono come figlie dell’attrice Maria Bello. Sono rispettivamente le protagoniste di Niente Velo per Jazira e Flicka.
Se la prima ha seguito le orme di American Beauty con una Lolita in salsa musulmana l’altra, Alison Lohman, ha proseguito con il giusto percorso ad impersonare la teen ager di buona famiglia yankee tutta dolcezze e buoni sentimenti che si lascia travolgere e corrompere da esperienze erotiche e dal vil denaro.
In linea perfetta con i nostri tempi, le nuove generazioni femminili d’assalto sono tutte improntate con una mano in pasta e l’altra in Borsa. Non griffata ma di valore ben più consistente perché è quella di Wall Street, la Borsa d’eccellenza.
Carina e buffetta quanto basta, superato il pericolo anoressia con fisico longilineo ma sensuale, tettine arroganti esibite nude sotto un velo-sottoveste, Alison Lohman si gode pienamente il suo successo sfilando sul Red Carpet come una star.
E giustamente perché con la sua prima prova entusiasmante del film Flicka Alison Lohman (Katy Mc Laughlin) ha dato un’interpretazione molto convincente esprimendo al meglio umori e ardori dell’adolescenza il cui universo è animato soprattutto da animali che da peluche si fanno in carne come amici particolari con i quali bruciare le intime energie ed i bollenti spiriti.
Il suo preferito è un moustag nero (Flicka) che lei cavalca dopo averlo domato e assoggettato, con il quale scorazza felice nella prateria. Non ci vuole Freud per capire che il cavallo è il suo spirito focoso e ribelle che la ragazzina riesce a controllare e incanalare in un percorso di vita al galoppo arrivando vincente al traguardo.
Infatti nella seconda prova importante interpreta un film dalle tematiche scottanti Le False Verità in cui, nel ruolo di una giornalista intraprendente Karen, si intrufola in un rapporto di due conduttori omosessuali (Colin Firth e Kevin Bacon) diventando l’amante di quest’ultimo per poi allargarsi con rapporti lesbo con Alice (Kristin Adamas) venendo poi ricattata dal primo.
Il tutto condito con un linguaggio crudo fra sniffate e rapporti molto espliciti, segnando così la sua prima “caduta da cavallo”.
Il percorso si fa sempre più intrigante con la recente programmazione di Drag Me To Hell, dove la ragazzina Alison (Christine) riesce a vincere su tutti i fronti nella socialità della carriera e business, riuscendo a farla franca anche con il diavolo.
Un demone la tormenta dopo la sua seconda “caduta da cavallo”, provocata dalla scelta di fare una mossa per agevolare la sua carriera a discapito di una signora anziana che rovinerà per sempre. La quale le lancerà una maledizione a cui la piccolina farà marameo.
E qui si coglie la morale di una moderna e cinica favola rivisitata e scorretta, laddove si diceva che per arrivare presto e subito bisogna esser disposti a vendere e uccidere la madre beh, rivisitata e corretta si potrà ben dire che, non è solo la madre, ma pure la nonna.
E la nuova teen ager è servita: rampante, senza scrupoli, pronta a tutto nel confrontarsi con il mondo a costo di restare single e canaglia.
Le resta pur sempre il cavallo, no? L’importante che sia nero…e stallone.
Ma La favola oltre alla morale riserva un colpo di scena: alla fine Alison, quando credeva di aver vinto tutti maledizione compresa, vien colta di sorpresa quando arriva un treno che la risucchia sotto. Carramba che sorpresa!
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