martedì 12 agosto 2014

QUANDO HILLARY BACCHETTAVA BERLUSCONI


A proposito di Feste Cafonal che hanno trovato il loro massimo splendore in Costa Smeralda, la 7 ha presentato una sorta di film cronaca con protagonista Berlusconi come capo dei festini d’Italia,
“E meno male che Silvio c’è". Ancora,perché gli stava facendo una grossa propaganda.
Ad ogni buon conto, in una puntata di Porta Porta ricordo che si parlava di gossip letale, ma all’acqua di rose perché in studio c’era la solita compagnia di giro capeggiata da Dago Spia.
Il giornalista gossiparo per eccellenza ha un look assai curioso formato da un codino nero e pizzetto bianco davanti e, come una sorta di seguace di Confucio che sgrana le sue massime, pontifica su tutti i personaggi che contano, sempre in vista per gli eccessi. Da qui il Cafonal.
Che è poi la solita Italia della cialtroneria-bene racontata nella Commedia Italiana da Alberto Sordi ai giorni nostri.
Infatti Roberto D’Agostino oltre al gossip ha fatto un film Mutande Pazze, per raccontare i rapporti tra Dirigenti dello spettacolo e Segretarie in genere.
Si citavano le parole di Berlusconi pronunciate a proposito delle ragazze dei festini dei suoi Palazzi che vengono pagate per incastrarlo.
Un uomo politico importante è normale che gli vengano tese delle trappole per cui non si capisce come mai il Premier si sia prestato a questo gioco di girandola di minorenni sapendo benissimo che prima o poi sarebbe scoppiato qualche scandalo.
E’ abbastanza frequente comunque che uomini di una certa età vengano presi da questa frenesia inconsulta che viene chiamata volgarmente demenza senile.
Hillary Clinton aveva visto giusto quando aveva definito il Premier un inetto perché inaffidabile come leader in quanto dedito a festini fino a tarda notte che tolgono lucidità e riflessi, indispensabili per dirigere un Paese. Le persone che lavorano seriamente vanno a letto presto.
Poi aveva corretto il tiro, perché chiaramente i rapporti diplomatici devono essere improntati sul sorriso e cortesia reciproci altrimenti saremmo tutti in guerra.
Berlusconi comunque nei rapporti esteri ha saputo farsi molti amici fra i Capi di Stato anche a livello personale e per questo il Paese gli dovrebbe essere grato perché è tutto nel suo interesse.
Gli Americani lo stimavano sinceramente perché loro ammirano incondizionatamente il self-made-men senza andare nel dettaglio di come si sia costruito un impero perché per loro il denaro è in cima alla scala dei valori tanto che nei biglietti da visita fra indirizzi e indicazioni varie indicano anche il loro reddito.
Diventano però molto duri quando un impero economico comincia a vacillare perchè non perdonano il fallimento.
Un crack come la Parmalat l’avrebbero gestito molto velocemente portando in galera tutti i responsabili. Invece da noi in Italia l’unica ad andare in prigione è stata la figlia del boss, una donna con una bambina e tutti gli altri dirigenti hanno patteggiato. Da non credere.
Clinton lo hanno confermato due volte nonostante gli scandali sessuali e non solo, perché il Paese nuotava nell’agiatezza e nel benessere.
Bush lo hanno sopportato, nonostante l’11 settembre e la guerra, finchè ha mantenuto a un discreto livello il tenore di vita, diventando implacabili quando il Paese è andato in crisi.
Con Obama, dopo l’iniziale affascinazione del suo carisma, stanno diventando molto duri perché non è riuscito a risolvere la crisi finanziaria oltre quella sanitaria e quella della politica estera.
E questo gli americani non glielo perdonano perché è ancora vivo l’incubo della depressione del ’29 e non c’è più yes we can che tenga.
La Clinton ha dato prova di grande affidabilità schierandosi lealmente a fianco di Obama per sostenerlo in questa fase critica. Ha fatto un buon lavoro che andrà tutto a suo vantaggio.
I tempi erano già maturi ma non lo era l’America che ha preferito puntare sul carisma e sull’immagine accattivante della famiglia Obama, simpatica e colorata, perche rappresentava il nuovo. Invece le rughe della Clinton non piacevano soprattutto ai media i quali si sa nei posti dirigenziali sono quasi tutti uomini per cui sono andati per esclusione.
I giornalisti che  fanno parte della categoria degli intellettuali sono i più colpevoli in questa denigrazione che la Clinton  non meritava. Ma è andata bene lo stesso.
Io non sono molto propensa per le donne dirigenti perché so che sono umorali e isteriche, ma Hillary mi ha sempre convinta sia per il percorso politico alle spalle che per come ha saputo gestire ogni situazione con tutti gli occhi del mondo puntati, risolvendole brillantemente.
I risultati contano.


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