Per un tè allo zenzero Nicole Kidman nel ruolo di Virginia Woolf nel film The Hours, si giocava un capretto al forno, ordinando alla domestica di prendere il treno per Londra per portarglielo nella casa di campagna dove si trovava.
Capricci di una grande scrittrice che non sapeva fare i conti con la realtà pretendendo di essere servita in ogni suo desiderio senza badare al tempo ed al disturbo arrecato alla sua dipendente che doveva lasciare il grembiule la cucina e tutte le vivande tirate fuori dalla dispensa per recarsi in una drogheria Londinese, quella preferita dalla diva, pardon dalla scrittrice.

Grande Virginia Woolf comunque perchè quel mestiere lo sapeva svolgere con professionalità immergendosi talmente nel suo lavoro da sconnettersi dal quotidiano che affrontava accendendo una sigaretta dopo l'altra e un sorso di di tè allo zenzero.
Ma di Woolf ce n'è una sola e tutte le altre Virgine sono nessuno, ivi compreso il sindaco di Roma “Capitale” che di cognome fa Raggi. La quale comunque ha qualcosa che l'accomuna alla Woolf, no no non è quella cosina, ma è quel punto nel quale è disconnessa dalla vita reale. In questo caso della città di Roma Capitale, così come la definisce lei, sommersa dai riufiuti che il sindaco si ostina a non vedere, nonostante l'olezzo che propaga.
“Nessuna emergenza” ha pigolato Virginia al Vespa Show perchè “stiamo lavorando per voi”. Come si suol dire ma non a dimostrare.
Brava bella, intelligente anche se non pare, la Raggi ha scalato il potere con una facilità estrema battendo i candidati sulla dialettica sciolta e sicura da impunita mettendo a tacere ogni tentativo di contraddirla e sovrastando tutti con argomentazioni a mitraglietta che mettevano a sedere conduttori di Talk e ospiti al seguito.

Sembrava che Virginia Raggi avesse scoperto la formula del fare tirando fuori di tasca la verità. Tutti la volevano ma lei voleva solo Romeo come una Giulietta in Love. Purtroppo Giulietta non era Virginia e si immolò con il suo Romeo del quale era diventata sposa per una sola notte, mentre la Raggi è rimasta rigorosamente “Virginia” di nome di fatto prendendo le distanze dal suo Romeo una volta scoperto a far manelli. Meglio una Virginia oggi che una Giulietta domani.
Casta diva, casta sindaca casta Virginia tutti la vogliono ma nessuno la piglia, non come la bella Cecilia, ma in quanto “patata bollente” come l'ha definita Vittorio Feltri.
Fonte attendibile ma più che patata bollente Virginia Raggi sembra una patatina allo zenzero, fritta ma ricercata nel gusto e nel sapore anche se di base resta sempre comunque una patata.

Sì, Capitale dei rifiuti dei cittadini che li mettono in strada e del Sindaco che li ignora sotto l'imperativo della Divina Commedia: “Non ti curar ma guarda e passa” perchè quei rifiuti mica glieli ha messi lei ma le passate amministrazioni e nell'immediato la Regione Lazio in pieno contrasto con Roma Capitale.
L'eterno derby irrisolto che sicuramente una Virginia, patatina allo zenzero che sia, non è certo in grado di arbitrare anche se serve come esca al M5S per andare al Governo del Paese perchè, come sa argomentare lei l'aria fritta, non la batte nessuno.Che tempra indomita, che classe la quale, si sa, non è mai acqua per cui i Romani con i rifiuti hanno acceso dei falò. Fuochi di paglia che non hanno risolto i loro problemi.
Ai Romani servirebbe un Sindaco di stampo managerialer che conosca l'arte del fare senza dire bene e poi in privato baciare male perdendo tempo in inciuci ed ammucchiate
Ora la domanda è: ma che ci sta a fare un sindaco che dichiara di aver le mani legate con gli Immigrati e poveri che bivaccano nelle stazioni, mani legate con i rifiuti, mani legale con le Olimpiadi? Virginia Raggi è un sindaco ad honorem di Roma Capitale: brava bella intelligente anche se non pare,ed è assurta a star del M5S, ma dalle stelle all'olezzo di una stalla il passo è stato breve. Un anno e mezzo di mandato perso a friggere: l'aria e idem con patata. Allo zenzero.Zen Zen!
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