Se la lirica con il Verdi Festival viene esportata a livello internazionale la Danza è ancora la Cenerentola del Teatro dell'Opera perchè resta relegata in ambiti regionali con il Teatro della Toscana il Teatro di Milano o di Napoli di Napoli del Maggio Fiorentino di Roma e di Reggio con l'ASterballetto che comunque ruotano tutti intorno al Teatro alla Scala di Milano, mentre Parma è ferma ai saggi scolastici in un trionfo di balletti kitchs dove il pubblico fa tutto esaurito con le famiglie cugini e affini delle ballerine in scena, dive ancora prima di iniziare un passo di danza. Con Parma la Grandeure si va avanti così. Dietro l'Aterballetto c'è un lavoro di ricerca non sempre facile da decifrare se non si legge il libretto e questo vale anche per tanti spettacoli di danza contemporanea che seguono la scuola di pensiero della sacerdotessa Carolyn Carson compresa solo da una stretta cerchia di intellettuali che fanno pubblico di nicchia laciando la sala semivuota così come abbiamo visto con L'aterballetto nella coreografia Bach Projet divisa in due parti da Sarabanda a Domus Aurea.
Eppure l'Aterballetto un tempo spopolava sull'imprinting dell'etoile Liliana Cosi che aveva studiato anche al Bolshoi fondando la scuola a Reggio fra classico e moderno che evolvendosi sempre più aveva raggiunto l'apogeo della popolarità con Certe Noitti danzate sulle canzoni della voce roca e possente di Ligabue accompagnata da fondali scenografici cinematografici con costumi in un fruscìo di tuniche fluttuanti su piedi nudi e tutù su scarpette a punta.
C'era estro e fantasia che esplodeva in energia forte e potente emanata da giovani corpi che dalle disco erano entrati nella classica con un tocco di hip hop danzato sulle punte.
Tutto questo è sparito per aprire a nuovi spazi contemporanei con sottofobdo le musiche di Bach rivisitate in Rocky Horror dove i ballerini si muovono come zombi oppure in ritmo psychedelico per volteggiar come robot con i quali la mossa di un braccio è accompagnata dallo stridìo meccanico arrugginito.
Tutto questo ed altro. L'altro è l'avventura coreografica nella quale si è tuffato questo balletto nella prima parte Sarabande composto da soli maschi corpi glabri in movimento a scatti in un ensemble a voli di uccelli o avvinghiati in squadre in fila o a coppie per trasmettere emozioni in bianco e nero che la fantasia dello spettatore dovrebbe colorare a piacere. A piacer loro comunque non dello spettatore perchè più facile che si sia assopito in poltrona sentendosi risollevato alla fine quando si unisce al plauso.
La seconda parte Domus Aurea apre con una scenografia di tubi al neon per dare l'idea di casa. Casa dolce casa? Purtroppo no perchè sembra il luogo di punizione dalla quale fuoriescono echi inquietanti come se provenissero da una tomba a sonno disturbante degli zombi.Perchè la danza si e ci punisce in questo modo coinvolgendo un pubblico che per fortuna non riesce a comprendere il significato oscuro soffrendo comunque per tale sinfonia di Bach in versione gnigo-gnego come una sorta di goccia dopo goccia con l'intento di aprire il cervello a questa nuova avventura intrapresa dall'Aterballetto sul quale cade l'ultima goccia come una sorta di fagiolo DOP di quel luogo comune “non lasciar la strada maestra per una nuova?
Sì perchè chi di goccia ferisce di goccia perisce nell'oblio avendo portato all'arsura una bocca sempre aperta a sguardo ebete nello sforzo di concentrarsi sulla danza in scena fatta di echi paurosi di storie inesistenti di immagini aggrovigliate incomprensibili lasciandoci comunque suggestionare da quelle forme in movimento come se bastassero per dire non capisco ma mi adeguo.
Questa è l'arte e non ci possiamo che metterci insieme ad applaudire come in ogni mostra contemporanea nella quale si veda esposto di tutto. Liberi di non presenziare.
Infatti l'Aterballetto non ha fatto il tutto esurito ma forse perchè troppo avanti.
Una risposta questa che banalizza ancora di più il patetico tentativo di inserimento fra la danza cerebrale di nicchia per non ammettere che il pubblico non ha gradito abbastanza non essendo all'altezza.
Si vabbè siamo piccoli ma la Fondazione Nazionale Aterballetto con la coreografie di Jiri Kyklian e Diego Tortelli su Bach Projet in Sarabande e Domus Aurea crescerà. Mica il pubblico comunque, difficile che si abitui a questi spettacoli-tormentoni accorrendo in massa. Tanto per far cassetta bastano e avanzano sponsor e sovvennzioni dello Stato. Applausi e speriamo sia finita lì.
Nessun commento:
Posta un commento