La compagnia di giro è destinata al successo: col gioco di squadra vince sempre, basta andare al cinema e vedere il film Grandi Bugie tra Amici.
I quali oltre a raccontarsele fra di loro le raccontano anche a noi.
Infatti purtroppo nella realtà quando un uomo è sull’orlo del fallimento come il protagonista di questo film, viene lasciato solo dai collaboratori e dipendenti con a seguir spesso anche gli stessi familiari perché perdono tutti i privilegi di una vita agiata o di lusso, incolpandolo di essere stato un inetto.
Non così invece se l’azienda è di tipo familiare perché allora tutti si prendono sportivamente la loro fetta di colpa a confermar quel detto che l’importante sia partecipare che tanto a pagare c’è sempre il mister.
Vabbè storie di ordinari fallimenti perché quella di questo film è speciale per il messaggio positivo che diffonde sul valore dell’amicizia nella vita delle persone.
Il mondo è pieno di persone disposte a socializzare, vedi appunto il successo dei social, per cui chi cerca trova …purchè non lo ritrovi dietro l’amgolo a tampinarti per cui certi amici meglio perderli che trovarli.
Un vero amico è per sempre perché ti ama sempre pronto a sostenerti in ogni occasione anche se alle cene non sarai più in grado di pagare per tutti perché tutti accetteranno di fare alla romana. Finalmente!
Il film è di Guillaume Canet, il regista francese più in auge in quel Paese perchè non sbaglia mai un colpo affrontando i temi dell’amicizia in un contesto ambientale fra i quali ha raggiunto un successo planetario con The Beach film drammatico sulle ali della nostalgia canaglia del movimento New Age o Figlie dei Fiori formatosi negli anni 60 che aveva dettato il trend di moda di quel periodo: pantaloni a zampa, coroncine di fiori in testa abiti in stile impero e maniche a farfalla spazzati via dagli anni di piombo in Italia e da Jane Fonda pasionaria in Vietnam che aveva esaltato nel film Una Squillo per l’Ispettore Klute dove aveva lanciato stivaloni al ginocchio minogonne e spolverini lunghi con i mitici Lozza a lenti sfumate a sostituire i Ray Band di Easy Rider interpretato On the road dal fratello Peter.
Il vintage anni 70 sta tornando di moda ma questa è un’altra storia. Che a Grandi Bugie non contempla anche se mette in evidenza l’hair style: a tutta radice nera con punte, doppie punte, bionde di Marion Cotillard che si contrappone alla cascata di ricci di Pascale Arbillot (già vista molto spiritosa nel film Un Figlio All’improvviso) passando dalla normalità del castano della compagna del fallito protagonista ad evidenziar la semplicità come sinonimo di cuor sincero e poco interessato ai soldi.
Sorvolando su queste quisquiglie (da non sottovalutare comunque perché quel capello poco curato della Cotillard da Centri Sociali, farà tendenza sicuramente), il film piace nella sua coralità raccontando storie fuori dagli schemi standard così come va di moda oggi con le coppie disastrate tutte scoppiate in cui lo stato di separato rappresenta la normalità per cui son tutti genitori single che si godono la loro libertà concedendosi avventure mordi e fuggi includendo fra queste puntatine etero con la ex per fare corna al proprio compagno omosex. Ce n’è per tutti i gusti in questa comunità di amici all’insegna dell’allegra trasgressione dove i figli stanno a guardare scegliendo comunque di fare a modo loro tanto che quando uno di questi difende la sua amicizia con due sorelle fichissime i grandi gli danno del coglione perché non se le fa: “Mica sono tue sorelle!” lo incita uno di questi che ha la ex moglie sempre fatta in vacanza a Ibiza lasciandole una bambina di pochi mesi in dotazione. Poteva bastare?
Assolutamente no perché nel gruppo lui si sente attratto ancora da questa tipologia di donna impersonata appunto da Marion Cotillard anche lei fuori dalle righe sempre fatta di alcol e fumo che sbraita e inveisce come uno scaricatore di porto intravedendo comunque in lei una donna dolce. La Cotillard rifà il verso a se stessa quando imitava Edith Piaf confermandosi molto brava nel giocare in casa come francese Doc in ruoli dove dà il meglio al di là di quelli patinati Hollywoodiani ultimo dei quali Allied con Brad Pitt dove si dice abbia avuto un flirt galeotto con l’attore facendogli perdere la testa tanto da lasciare la Jolie. Una storia smentita da Marion affermando di aver perso la testa, ma in questi casi non ce n’è bisogno, solo per il marito Guillaume Canet e c’è da crederle. Il sodalizio con questo regista sembra infatti molto solido e proficuo e la coppia è molto amata in Francia che dimostra di apprezzare i loro film così come tutti quelli che sono girati su questo filone di famiglie sbandate ma felici a tutta libertà di single in perenne stato adolescenziale che rispecchiano la realtà di quel Paese.
Per noi italiani sono invece delle novità che andiamo a vedere solo al cinema o in fiction essendo nella realtà ben lungi da questo tipo di comunità all’insegna dell’amicizia in una vita disincantata dove le bugie riguardano la sfera delle finanze non intaccando quella delle relazioni perché tutto vissuto alla luce del sole nel pieno rispetto delle scelte di ciascuno.
Non per nulla in Italia su questo tema dell’amicizia corale il film di maggior successo che ci rappresenta perché esportato (e anche copiato) in tutto il mondo (c’è anche un’imitazione francese Il Gioco delle Coppie ma nell’ambito di lavoro con rapporti tra colleghi con la partecipazione di Guillaume Canet) è Perfetti Sconosciuti. Molto social ma stringi stringi si rimane con un pugno di mosche in mano. Anzi al naso facendosi dispetti l’un l’altro dietro a una facciata di un’allegra compagnia.
L’interprete principale è Francois Cluzet un attore sempre protagonista di commedie brillanti la cui popolarità ha varcato i confini della Francia perché molto presente nei cinema d’essai e nei film Tv dei canali RAI che dà sempre grande spazio ai film francesi che in fatto di apertura a livello di costume si confermano essere tra i più sperimentali e interessanti senza forzature caricaturali o di commedie dialettali come quelle italiane (v. da ultimo l’accoppiata Gassman e Bentivoglio a livello di macchiette gay già viste nel Vizietto. Francese.
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