venerdì 6 dicembre 2019
TOSCA ALLA SCALA IN TRIPUDIO SCENOGRAFICO
La Scala ha aperto la sua stagione Lirica con la Tosca in testa al Cartellone e promossa come un successo annunciato per la versione Kolossal.
La scenografia infatti è imponente curata da molto artisti del settore a conferma dello spettacolo che la Scala sa sempre offrire con l’allestimento di un’Opera. La quale finalmente non avvalendosi di un tavolo e qualche separé parte già avvantaggiata nel dare un sostanzioso supporto alla messa in scena ed ai cantanti per offrire uno spettacolo eccellente a culminar nella tragedia finale sull’acuto della soprano quando recita il sonetto prima di buttarsi dal balcone: “ A Dio Scarpìa!!!!”
La Callas con questo acuto aveva conquistato il mondo intero restando indimenticata anche nel costume stile Impero con i mitici Swarowsky nella corona e nel collier che lei si faceva confezionare appositamente da un orafo di fiducia tanto da meritarsi una mostra post mortem di tutti questi monili che a tutti gli effetti possono essere definiti gioielli e non semplici bijoux perché studiati in tutta la loro imperiosa e luccicante raffinatezza di cristalli che nella Lirica e nella danza classica l’hanno sempre fatto da padroni prima che le sole luci di scena prendessero il sopravvento con giochi sempre più sofisticati tra effetti scenografici laser e sfondi in digitale.
Se la tradizione si rinnova contribuisce sicuramente al gradimento dello spettacolo ma se la tradizione viene esaltata in tutta la sua pomposità o magnificenza come esigono gli ambienti che in questo contesto di Tosca è il Castel Sant’Angelo una Basilica e i Palazzi nobiliari riproducendo fedelmente le sue bellezze architettoniche con capitelli e balconi o quelle di arredo interno fra arazzi e statue dipinti fra il sacro e profano allora sarà un trionfo che a pochi eletti sarà concesso di vedere dal vivo perché lo spettacolo della Scala è unico in tutto il mondo tanto che personaggi illustri come Star e Reali non hanno mai voluto mancare ad almeno un appuntamento con le prime, restando indimenticate le presenze di John Kennedi jr e Caroline Basset, il principe Carlo d'Inghilterra insieme a Reali d’Europa, Capi di Stato e VIP, very VIP della Moda della Danza e della musica internazionale, con tutto il folclore delle starlette al seguito.
La curiosità è che dalla Scala siano bandite canzonette musical e saggi mesti di danza scolastica tanto amati invece dai templi della Lirica di provincia, Teatro Regio in primis il quale con tutta la massa di pubblico da stadio o da Toscanini, sui palchi ha i velluti tutti ammaccati e con i buchi. Il sipario per esempio dal velluto rosso vivo è diventato bordeaux con le decorazioni della passamanerie in oro ispento e ingrigito avendo bisogno di una lavata con il detersivo che ravvivi i colori facendoli ritornare allo splendore degli antichi fasti.
Se i panni sporchi vanno lavati in casa, questo vale anche per i velluti in scena e retroscena di un Teatro. Suvvia, forza all'opera a far restauro e a dare una lavata a velluti e vellutini per arrivare in grande spolvero al prossimo appuntamento della Lirica. Questa è la sfida per rappresentare l'evento culturale più importante di una Città modello non solo di prosciutto formaggio e anolini....Sì lo so, a pancia piena si conclude sempre poco!
NOTA DI COSTUME IL RITORNO DELLA SOPRANO GRASSA
La protagonista della Tosca Anna Netrebko si presenta secondo il modello standard delle soprano che hanno sempre imperversato nella lirica, dopo una parentesi in linea sexy, a seguir quel detto che il petto forte e bacino largo fossero sinonimi di voce estesa dagli acuti sublimi e irraggiungibili.
Una leggenda che Maria Callas aveva sfatato mettendosi in forma di una modella così come si evince dalla foto trasformandosi da grassa soprano a una icona modello di eleganza senza con questo perdere la voce anche se comunque col tempo il timbro era cambiato ma questo era da imputare al fatto che la Callas presa dalla vita mondana e dalla passione per Onassis che non potendola sentir cantare l'aveva allontanato dalle scene, la trascurava senza fare i solfeggi gionalieri necessari per mantenerla limpida così come l'aveva nei suoi trionfi alla Scala.
Da un po' di tempo comunque si è notato il ritorno nella lirica di cantanti di larga stazza che si impongono sulla scena con immobilismo attenti a non scomporsi troppo puntandosi al centro per fare il loro acuto e ricevere l'applauso anche se a discapito di una dinamica recitazione.
Il pubblico è diventato meno esigente di una volta perchè i veri melomani non ci sono più lasciando il posto ai VIP e personaggi eccellenti che vanno solo per mettersi in mostra in un evento prestigioso.
Così le Traviate, le Tosche le Butterfly o le varie Turandot che dovrebbero rappresentare donne di mondo sensuali e bellissime oppure eteree gheishe imperiose regine od erotiche schiave sono grasse in maniera imbarazzante proprio perchè troppo in carne con fondo schiena basso e petto in carne che non esitano a mettere in mostra come articolo civetta accattivante più di quanto lo sia la voce.
Più che ad ispirarsi alla Callas infatti il loro modello sembra quello di Monserrat Caballé, grandissima comunque, ma sembra quasi che l'intento sia quello di far dimenticare la Divina Maria Callas non perdonandole forse il tradimento di aver abbandonato la Lirica dalle opere immortali per inseguir un mondo effimero con tutto il suo lusso e mondanità come a rimarcare che “la Casta Diva” in realtà non fosse tale.
Tale come lo erano Renata Tebaldi per esempio o la Raina Kabaivanska...
Può essere anche se sembra quasi una dichiarazione sul filo della Volpe e l'Uva quando la Volpe diceva che non le piaceva l'Uva perchè non arrivava alla sua altezza.
Callas Forever comunque. L'originale.
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