mercoledì 29 gennaio 2020
1917 IL FILM DI MENDES SULLE ALI DELLA NOSTALGIA DI 007.
Sam Mendes è un regista che ha firmato film di serie 007, Skyfall e Spectre girati con grande maestria a tutto tondo a livello di tecnica nel montaggio e piani di sequenza ritmati, soprattutto con Spectre con il quale ha superato perfino lo storico leit-motiv di 007 “tattarrarà-tattara…tara!!!!
La sigla di Spectre è un esempio di sequenza ritmata a tempo di tic tac di un orologio con i rintocchi sempre uguali a battuta serrata in sincrono col passo di 007 agente licenza di uccidere, sotto le spoglie, e non mentite, della morte in perfetto sincrono fra forma e sostanza che si traduce in verità inoppugnabile dalla parte del bene.
Meno male che 007 c’è a salvare il mondo dal nemico dell’umanità.
Così 2017 l’ultimo film di Sam Mendes anche se ambientato nella guerra 1915-18 è girato sulle ali della nostalgia di 007 che in questo contesto è rappresentato da un soldato scelto per battere il tempo giocando a scacchi con la morte con la quale in comune ha licenza di uccidere sotto l’imperativo di
Chi spara prima vince.
La miglior difesa è sempre l’attacco diceva Napoleone una strategia tecnico-tattica vincente per lui fino a Mosca la città che invece ha giocato in difesa bruciando tutto e lasciandola deserta, mettendo così in ginocchio l'invasore fino alla ritirata di Waterloo dove veniva definitivamente sconfitto.
Se Napoleone fosse stato avvisato in tempo si sarebbe fermato per non mandare i suoi soldati al macello sepolti nella neve del rigido inverno russo? Non si sa perché la voglia di combattere e conquistare a volte prevale sul buon senso.
La dinamica del film 2017 si basa sull’esaltazione dei servizi delle spie indispensabile per poter sguinzagliare agenti in un contesto infernale a svolgere una missione impossibile per salvare vite umane dalla trappola tesa dal nemico affidadandola a due soldati catapultandoli fuori dai confini per attraversare scoperti senza difese le linee dei “crucchi” (i tedeschi).
Il film è quasi interamente girato nelle trincee inglesi prima e quelle tedesche lasciate vuote per una ritirata strategica e preparare la trappola.
Uno dei due ben presto perde la vita ucciso da un pilota tedesco di un aereo in picchiata che cercavano di soccorrere.
Lezione numero Uno: mai fidarsi del nemico e ucciderlo a sangue freddo anche se sconfitto. Inglorius Bastard? Assolutamente sì. Ma il buonismo cresce nel petto di questo giovane soldato ad alimentare la sua energia per correre verso la squadra in attacco e trovando il modo anche tra uno sparo e l’altro di salvare civili: una ragazza bellissima con neonata non sua che accudisce alle quali offre tutto il suo cibo.
Parando colpo su colpo come un “fuggitivo” alla Harrison Ford si tuffa nelle rapide di un fiume per venir travolto dalla cascata che lo porta in calma piatta fra petali di ciliegi in fiore e sulla riva dove un canto melodioso nella sua lingua lo avvisa di essere giunto alla meta non prima però di riprendere la corsa nella trincea della seconda fila che finalmente riesce a fermare dopo che la prima era stata sacrificata cadendo nella trappola per non essere stata avvisato in tempo.
Anche se la missione può considerarsi compiuta la grande Guerra è ricordata comunque come una grande carneficina avendo sacrificato vite umane, giovani in primis, da entrambe le parti.”In questa guerra non si vince né perde” ammonisce uno dei generali “perché quello che conta è sopravvivere”.
Il film anche se ambientato in un contesto tragico ha dei momenti gentili e umani pervasi da un senso di romantica avventura di una sorta di eroe senza macchia né paura che tocca il culmine dell’ironia quando incontra una ragazza che vorrebbe cedere al suo fascino come la classica Bond-Girl.
Ma il tempo stringe e a differenza di Bond, James Bond che una sveltina non se la sarebbe persa “vista e piaciuta”, questo eroe della strategia di difesa riprende la sua corsa al ritmo di un tic tac che batte in sincrono alle sequenze di un tiro al bersaglio nel quale riesce a parare colpo su colpo con un po’ di fortuna e tanta temerarietà. L’interprete è George Mac Kay un attore dalla faccia pulita e gentile già notato in Capitain Fantastic. Il film è bellissimo e travolgente facendo riflettere sulla inutilità di una guerra portata avanti solo dalla voglia di combattere di chi dà gli ordini accoccolato nei rifugi al caldo considerando i soldati carne da macello.
La carneficina della Guerra 15-18 ha lasciato intere famiglie senza uomini cadendo nella miseria più nera. Alle porte infatti le camicie nere si organizzavano per mettere ordine e sotto regime l’Europa che portavano alla catastrofe con la soluzione finale.
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