Queen Latifah è un'artista di colore molto affermata in America come attrice cantante e produttrice e che in Italia si è fatta conoscere con il ruolo di Mama nel film Chicago nel quale faceva la “Capa” in uncarcere di un gruppo di
detenute assassine (tutte bianche) che teneva in pugno come delle “lecca lecca” per elargir favori e permessi vari. Sullo schermo, a differenza di tante sue sorelle celebrity come Ophra Winfrey o Whoopi Goldberg, ha spesso rappresentato l'emblema della donna afro-americana di potere come nel film di cui sopra o di successo come in Beauty Shop molto apprezzato dal pubblico per l'atmosfera particolarmente colorita nel quale lei interpretava una parrucchiera che dopo una gavetta con un principale gay e negriero accentuato dall'accento “tetesco di Cermania” che vale come a dire testa di inc.zzino prendeva coraggio nel mettersi in proprio portando avanti tra tante difficoltà superate con un bel carattere, un salone beauty con personale tutto di colore dove trovava posto anche una ragazza bianca (Alicia Silverstone) ovviamente bionda e svampita secondo afro-copione-stereotipo che viene guardata dall'alto in basso dalle colleghe fin troppo esuberanti le quali la svaporata se la mangerebbero in un boccone... se fossero razziste.
Invece lavorano tutte in armonia anche se la svampita Alicia deve subire delle battute di arresto come a dire “...taci bianca che ne sai tu dei neri...” ogni volta che interviene in una discussione fra gente di colore. Ma tutto succede con molto spirito ed ironia anche se questa in fondo è discriminazione che viene comunque tollerata di buon grado essendo una forma di rivalsa delle nere sulle minoranze bianche esercitata giustamente in un contesto di potere essendo in numero maggioritario. Infatti oltre alla “shampista” c'è un'altra interprete Andy Mc Dowell nel ruolo di una cliente dalla vita futile e inutile apparendo così sminuita nella sua bellezza e ricchezza di donna bianca. Insomma un film dove sembra che solo le nere abbiano un valore mentre con le altre non se ne salva alcuna. Cionostante il film è piaciuto molto confermato dagli alti incassi al botteghino anche se le donne bianche ne escono malconce vittime di stereotipi come la shampista svaporata o la clente scema e penalizzate mettendole in ridicolo (v. anche per esempio il drammatico film Help!) perchè il tema è stemperato nel colore sgarciante e dalla leggerezza effervescente che tende a spianare le divergenze facendoci riflettere sul fatto che siamo tutti uguali non solo come persone ma anche nell'avere un un forte senso di superiorità verso le minoranze.
L'importante è imparare a tenerlo sotto controllo senza esercitarlo in modo sprezzante perchè uguali in realtà non lo saremo mai. Il mondo va accettato così com'è nella sua diversità da superare senza complessi con disponibilità semplicità intelligenza e ironia tali da condividere un sorriso. Per tutto il resto ci sono le Politiche Sociali per cui ciascuno può benissimo fare la sua parte.
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