La Palma d'oro 2021 è stata assegnata al film Titane di Julia Ducournau che a fine mese sbarcherà nelle sale. E' la storia di un mutante Alexia-Adrien (Aghate Rousselle) così trasformata dopo un incidente in cui le è stato inserito una placca di titanio nel cervello che invece di renderla fragile come un pace-maker nel cuore, la rende forte nella versatilità di identità di genere alternando il maschio alla femmina il cui impulso sessuale è rivolto verso le macchine (automobili) sulle quali scarica tutto l'eros più trasgressivo perchè privo di freni inibitori.
Il soggetto sarebbe originale se non si fosse già vista una scintilla ad accendere una scena nel film The Counselor nel momento in cui Cameron Diaz (l'amica del giaguaro) nel masturbarsi appiccica come una ventosa la sua vagina depilata ai vetri della macchina nella quale è seduto il suo partner che la guarda esterefatto ed impaurito piuttosto che infoiato tanto da riferire l'episodio ad un amico (Michael Fassbinder) paragonandola a un pesce palla che apriva e chiudeva oscenamente la bocca.
C'è chi ci crede e chi rimane un po' scettico così come avverrà nel vedere il film Titane che grazie al promo della Palma D'Oro gli darà il pass per prendere liberamente visione come film d'autore superando l'empasse del senso del pudore (si fa per dire) delle imprese erotiche di questo nuovo sex-symbol mutante, ad incarnare una sorta di tipologia non-binary che stan facendo tendenza fra individui o gruppi i quali ritenendosi al di sopra di ogni identità di maschio o femmina, alternano la scelta del genere a seconda del proprio estro creativo prendendo le distanze da ogni forma di travestimento perchè questa mutazione riguarda la sfera dell'anima più che quella della forma da assumere a seconda dell'estro delle esigenze o delle circostanze. Per esempio in una situazione di pericolo la parte maschile di attacco (la miglior difesa) prevarrà su quella femminile più tendente a restar paralizzata dalla paura.
Un tempo in psicologia questo stato di sublime perfezione raggiunto dall'essere umano al di là dell'essere maschio o femmina, si chiamava persona (c'è anche un bellissimo film di Ingmar Bergman) mentre oggi col nuovo linguaggio vengono definiti non-binary appunto. L'importante comunque è raggiungere questo livello con consapevolezza certi di contribuire all'evoluzione della specie umana mediante le pari opportunità di genere sperando che non sia soltanto un atteggiamento di moda per distinguersi diventando influencer famosi guadagnandoci sopra. Purtroppo non sempre è il pubblico a decidere con discernimento non essendo all'altezza del messaggio per cui spesso viene sedotto dal prodotto più accattivante che ad effetto emulazione crea una massa di social scimiottanti così come quelli che spopolano sul web.
Nessun commento:
Posta un commento