Ha fatto molto scalpore l’acquisto della Maison Valentino da parte degli Emirati del Qatar.
Valentino si sa era uno stilista scelto da Rania di Giordania la Regina del medio oriente che tutti ammirano per la grazia evanescente.
Perché Valentino, a differenza di altri stilisti alla portata di tutti, è un sarto per donne di alta classe la cui eleganza raffinata si distingue per i particolari impunturati impreziositi dal décor la cui unicità è persino impressa nel colore, quel mitico rosso inconfondibile fra tutti.
Ma la Regina di Giordania non disdegna altre griffes importanti come Armani per esempio perché apprezza molto il made in Italy.
Meno male perché ora se deve fare shopping Valentino, dovrà passare per forza dalla moglie favorita dell’Emiro del Qatar, Hamad bin Khalifa al Thani, ma dubitiamo che lo faccia. Questione di particolari. La moglie dell’emiro Mozah bint Nasser al Missned infatti ha il turbante in testa mentre Rania ha tolto il velo non nascondendo la sua simpatia per gli Occidentali, Americani in primis del quale suo marito Abdullah è fedele alleato.
Valentino si sa era uno stilista scelto da Rania di Giordania la Regina del medio oriente che tutti ammirano per la grazia evanescente.
Perché Valentino, a differenza di altri stilisti alla portata di tutti, è un sarto per donne di alta classe la cui eleganza raffinata si distingue per i particolari impunturati impreziositi dal décor la cui unicità è persino impressa nel colore, quel mitico rosso inconfondibile fra tutti.
Ma la Regina di Giordania non disdegna altre griffes importanti come Armani per esempio perché apprezza molto il made in Italy.
Meno male perché ora se deve fare shopping Valentino, dovrà passare per forza dalla moglie favorita dell’Emiro del Qatar, Hamad bin Khalifa al Thani, ma dubitiamo che lo faccia. Questione di particolari. La moglie dell’emiro Mozah bint Nasser al Missned infatti ha il turbante in testa mentre Rania ha tolto il velo non nascondendo la sua simpatia per gli Occidentali, Americani in primis del quale suo marito Abdullah è fedele alleato.
L’Emiro
del Qatar invece mantiene salda la sua autonomia grazie alle immense
ricchezze che gli permettono di comprare ovunque e chiunque, sia in
America che in Europa tanto da diventare quasi un conquistatore perché
ci si porge a lui con atteggiamento di rispettosa sudditanza e
riverenza, là dove non era riuscito nemmeno a Bin Laden con i messaggi
di Alzazeera (l’emittente di proprietà dell’emiro). Ma se la battaglia
fra Prime Donne di potere in Medio Oriente viene perpetrata a colpi di
shopping, in Occidente, Italia in primis, resta sempre una questione di
sesso.
Quanto meno fino a quando il potere lo deteneva Berlusconi il quale con la sua Corte di donnine accolte a porte aperte nei Palazzi del Potere in una sorta di sultanato ha dato lezione ad Emiri e Re mediorientali.
Le donne al potere hanno credibilità solo se di una certa età, fuori dalle critiche feroci di ammucchiate e liaison intrecciate per la conquista di seggi o di poltrone varie, anche se poi in pratica non vengono risparmiate loro frecciate umilianti e di cattivo gusto (le rughe della Clinton per es., Il culone della Merkel, la verginità della Bindi “più bella che intelligente”, l’isteria della Tatcher, le offese a Nilde Jotti per non essere stata sposata al compagno Togliatti escludendola perfino dai funerali) anche se politicamente eccellenti.
Questa pratica è rimasta in vigore solo per loro, le signore parlamentari di mezza età mentre, quelle giovani sono state difese dal premier Berlusconi a spada tratta. Ora Silvio Berlusconi vorrebbe tornare in campo con una veste nuova cambiando il simbolo di Polo delle Libertà con Forza Italia liberandosi nel contempo della zavorra, considerandola un peso per la sua nuova immagine.
Fra questa c’è anche l’amico Bossi che comunque la Lega ha già tolto di scena e qualche signorina sparsa qua e là fra i Palazzi, protagoniste del Ruby Gate.
Fra queste primeggia nella Regione Lombarda Nicole Minetti al quale il Premier avrebbe “consigliato” di dimettersi non passandogli per la testa che il dimissionario dovrebbe restare lui, in primis.
In Inghilterra quando era scoppiato lo scandalo del Ministro Profumo nel quale era coinvolta una certa Kristine Keeler perché mentre frequentava il Ministro saltava da un letto all’altro fino ad arrivare al letto di un russo quando Putin era a capo del KGB, nessuno si era sognato di puntare il dito sulla Keeler che faceva solo il suo lavoro di spia al servizio del miglior offerente.
A dimettersi infatti fu il Ministro.
Come dire che con sesso e potere il potere forte è sempre quello del sesso.
Così si parla di un pagamento a caro prezzo per le dimissioni della Minetti. Il prezzo per arrivare alle “dimissioni” di Berlusconi lo stiamo ancora pagando noi Italiani. Da morir dal ridere, diciamolo. Ma forse questa barzelletta lui non l’ha ancora capita!
Quanto meno fino a quando il potere lo deteneva Berlusconi il quale con la sua Corte di donnine accolte a porte aperte nei Palazzi del Potere in una sorta di sultanato ha dato lezione ad Emiri e Re mediorientali.
Le donne al potere hanno credibilità solo se di una certa età, fuori dalle critiche feroci di ammucchiate e liaison intrecciate per la conquista di seggi o di poltrone varie, anche se poi in pratica non vengono risparmiate loro frecciate umilianti e di cattivo gusto (le rughe della Clinton per es., Il culone della Merkel, la verginità della Bindi “più bella che intelligente”, l’isteria della Tatcher, le offese a Nilde Jotti per non essere stata sposata al compagno Togliatti escludendola perfino dai funerali) anche se politicamente eccellenti.
Questa pratica è rimasta in vigore solo per loro, le signore parlamentari di mezza età mentre, quelle giovani sono state difese dal premier Berlusconi a spada tratta. Ora Silvio Berlusconi vorrebbe tornare in campo con una veste nuova cambiando il simbolo di Polo delle Libertà con Forza Italia liberandosi nel contempo della zavorra, considerandola un peso per la sua nuova immagine.
Fra questa c’è anche l’amico Bossi che comunque la Lega ha già tolto di scena e qualche signorina sparsa qua e là fra i Palazzi, protagoniste del Ruby Gate.
Fra queste primeggia nella Regione Lombarda Nicole Minetti al quale il Premier avrebbe “consigliato” di dimettersi non passandogli per la testa che il dimissionario dovrebbe restare lui, in primis.
In Inghilterra quando era scoppiato lo scandalo del Ministro Profumo nel quale era coinvolta una certa Kristine Keeler perché mentre frequentava il Ministro saltava da un letto all’altro fino ad arrivare al letto di un russo quando Putin era a capo del KGB, nessuno si era sognato di puntare il dito sulla Keeler che faceva solo il suo lavoro di spia al servizio del miglior offerente.
A dimettersi infatti fu il Ministro.
Come dire che con sesso e potere il potere forte è sempre quello del sesso.
Così si parla di un pagamento a caro prezzo per le dimissioni della Minetti. Il prezzo per arrivare alle “dimissioni” di Berlusconi lo stiamo ancora pagando noi Italiani. Da morir dal ridere, diciamolo. Ma forse questa barzelletta lui non l’ha ancora capita!
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