Ricordando gli antichi Fasti del Teatro Regio di Parma.
LA FORZA DEL DESTINO
La Stagione Lirica al Teatro Regio di Parma ha aperto alla grande con la Forza del Destino e le romanze fra le più belle del repertorio di Giuseppe Verdi, prima fra tutte la Vergine degli Angeli.
Di grande suggestione la scena della processione di monaci che usciva da una fessura del quadro scenografico a forma di croce scavata in una parete di muro ispirata a quella di Notre Dame de Paris,come se ad essere messa in croce fosse Donna Eleonora, più che Gesù. Giammai.
Perché la Dimitra Theodossiou ne esce vincente con applausi ed ovazioni del pubblico conquistato dalla sua voce incantevole e divina che straripava dall’importante decolletè. Una visione accattivante che ha esaltato gli acuti da soprano padrona assoluta della scena.
Acuti che venivano mimati nel palco nel quale mi son trovata circondata da esperte del settore tutte vestite di nero pronte a cogliere l’attimo fuggente o la stecca umiliante. Gorgheggi a non finire invece sono stati riservati alla Theodossiou con commenti esaltanti quali “…questa è poesia pura non come quella che ha sostituito che sembrava un Tir…”
Cambio felice dunque come una sorta di Eva contro Eva nella quale ha trionfato la sostituta. Di origine greca, a mettere i classici in scena con la trionfante bellezza delle forme in primo piano.
Le quali non sono valse ad oscurare nemmeno le proteste del loggione a criticare la regia in chiave rivisitata del libretto di Verdi: dopo le lavandaie del Macbeth, ecco l’Osteria del parapon zibon zibon in cui si interroga l’indovina prima di partire in guerra. Avevano ragione ma, si sa che il loggione fa folcrore e non fa testo.
In testa alla regia c’era ben altro, come per esempio di far sfilare sul palco le maestranze a fine opera per raccogliere applausi in abbraccio corale seguendo quella tendenza che sempre più si sta sviluppando nel mondo dello spettacolo dal palco dei teatri al cinema per combattere la crisi. Uniti si vince.
La crisi in questo caso è quella che riguarda i tagli alla cultura delle quali, a farne le spese sono soprattutto le maestranze compresi gli orchestrali i quali si sussurra che non percepiscano regolari retribuzioni. Ma la passione è più forte di ogni conto in tasca e gli artisti del Teatro Regio continuano imperterriti ed eroici nonostante l’Opera Lirica sia in agonia.
Ad accompagnare il Sindaco Pietro Vignali infatti c’era il Ministro della salute Ferruccio Fazio, per avvalorare questa tesi dopo la sparizione delle ospiti vippissime della Tv del quale il Sindaco amava circondarsi come articoli civetta per attirare telecamere delle Tv generaliste.
Che quest’anno hanno disertato probabilmente dopo le ultime polemiche sui costi delle star-testimonial contestate in un evento che avrebbe invece tanto bisogno di visibilità.
Quella che non basta a fornirgli le Tv locali, in contemporanea sugli schermi con la diretta dell’Opera e divisi nel foyer con la discesa in campo delle telegiornaliste le une contro le altre per catturare l’audience e gli spot pubblicitari.
Quello che il Sindaco unisce, la vanità divide perchè gli spettatori sono costretti continuamente a fare zapping tra l’una e l’altra Tv. Il giorno in cui si presenteranno tutte nel foyer facendo squadra avranno vinto, Per ora a vincere a tutta visibilità sono le ospiti che sfilano nel foyer a dare quel tocco di mondanità necessario all’evento. La Forza Del Destino è un melodramma cupo a sfondo religioso raccontato fra colpi di scena con delitto che faceva prevedere una sfilata all’insegna della sacralità. Invece le Parmigiane hanno risposto graziosamente esibendo toilette fantasiose modellate con bustiers, spalline a sottoveste, e spalle completamente nude in una girandola sexy e molto elegante ma, particolare strano, senza accessori vistosi ad impreziosire le mises, arricchite solo da vivaci colori e gocce di profumo. Notata la presenza in sala di Carmen Lasorella insieme al compagno e all’assessore Gian Paolo Bernini che ha parlato dell’Opera con quel tono di voce indimenticata per il calore e rassicurante pacatezza con la quale ci aggiornava dai Tiggì, in termini entusiasti.
Un trionfo condiviso all’unanimità sia nel foyer che nei palchi e fuori onda, non sempre coincidenti nei giudizi.
Oltre a Dimitra Theodossiou in Donna Eleonora, Vladimir Stoyanov in Don Carlo, Aquiles Machado in Don Alvaro, Ziyan Atfeh nel Marchese di Calatrava con la regia di Stefano Poda che ha curato anche scene, costumi coreografie (con balletti molto ben eseguiti) e luci, e il Maestro Martino Faggiani a capo del Coro. Applausi scroscianti per dieci minuti. Bellissimo spettacolo.
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