Immagino situazioni in un contesto di libertinaggio in epoca settecentesca che trovo la più stimolante in assoluto perché elegantemente licenziosa non solo per la cornice ma anche per i costumi in un trionfo di pizzi nastri e merletti che ornano deliziosi décolletè da bustiers straripanti.
Il 700 che intendo io però è di stile campagnolo, non da Reggia di Versailles del tipo di Marie Antoinette il Film di Sofia Coppola, per intenderci, perché troppo rockeggiante pur risultando una gioia per gli occhi le corse ansimanti in carrozza per raggiungere Parigi, i balli in maschera, e il rifugio nelle alcove con le coscie adagiate che spuntano fra i ventagli sbattuti ad arte a coprire e scoprire la parte intima…a tutto rock.
D’accordo, ma io preferisco quello più modesto, campagnolo di corte, anche inglese se vogliamo perché è lo scenario erotico che per primo mi ha colpito.
E’ quello fatto di cavalcate con i cani per la caccia alla volpe, con le case e cortili enormi, con schiere di servi e di servette che si apprestano a togliere gli stivali ai padroni, così mirabilmente rappresentato nel film Tom Jones (visto e rivisto varie volte perché mi ricorda la mia vita da bambina nata in campagna fra cacciatori con la selvaggina in mano ai quali le donne si inginocchiavano per togliere gli stivali infangati, con i cani setter che guaivano intorno.
E poi a continuare con l’adolescenza in collegio, un edificio enorme pieno di stanze scale e piani immerso in piena campagna, con la casa del fattore piena di animali,e le passeggiate domenicali in cui puntavamo verso la Rocca (di Fontanellato) per visitare le stanze del Parmigianino con le scene di caccia e Diana tutta nuda.
Insomma un 700 fra scene di caccia e banchetti pieno di pollame, fagiani e faraone, e una colonna sonora al suon del clavicembalo.
Nel film Tom Jones c’è una scena divertente e molto eccitante dove lui nella parte di una bastardo scanzonato che seduce servette e nobildonne senza distinzione, siede in una taverna con una di queste per mangiarsi un pollo arrosto che divorano con gusto scambiandosi, fra occhiate di complice intesa l’ossicino di una parte della coscia, per spezzarla in due.
A me piace molto l’eros casareccio dove si mangia divorando con gusto (al ristorante per esempio non ci riesco, perché sto sempre sulle mie in punta di forchetta e piluccando come un uccellino. In Collegio era proibito abboffarsi e poi dopo mangiato non si poteva pulire il piatto, una libidine per i bambini, ma lasciare un pezzettino di ogni cosa, sia del secondo che del contorno), accompagnando con un buon bicchier di vino per poi finir di godere a letto.
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