Amore amore amore. Quando si parla di innamorati come non ricordare l’innamorata più famosa del mondo, che dal balcone della sua casa ha recitato i versi più belli della tragedia di Shakespeare.
“Tu sai che la maschera della notte mi cela il volto, altrimenti un rossore verginale colorerebbe la mia guancia, per ciò che mi hai sentito dire stanotte.
Mi ami tu?So già che dirai di sì ed io ti prenderò in parola; ma se tu giuri, tu puoi ingannarmi: agli spergiuri degli amanti dicono che Giove sorrida. O gentil Romeo…”
La più bella interpretazione dello schermo è sicuramente quella diretta da Franco Zeffirelli con Olivia Hussey e Michael Wilding doppiati magnificamente da Giancarlo Giannini e Anna Maria Guarnieri..
Una Giulietta quella della Hussey (di origine cilena) di grande intensità e partecipazione riuscendo a passare dalla fase ingenua iniziale in cui ancora vergine apre per la prima volta gli occhi verso un uomo con stupore e turbamento, toccata dall’amore puro, per poi passare a quella sensuale ed eccitata sul balcone in cui si lascia andare al desiderio
Una domanda interessante è quella che ci pone a chiedere se la tragedia si sarebbe consumata ugualmente ai giorni nostri, con tanto di telefonini alla portata di mano?
Sì perché il dramma di Giulietta e Romeo è basato oltre che sulla rivalità delle due famiglie, in odio mortale, anche sull’equivoco.
Quello che induce Romeo a credere che la sua Giulietta sia morta veramente, perché il messaggero non arriva ad avvisarlo in tempo essendo tenuto ostaggio in un villaggio, causa la peste.
Anche Giulietta prima di prendere il veleno avrebbe avuto modo di avvisare Romeo con il quale si sarebbe perfezionato il piano della sua finta morte.
Insomma pare tutto un intreccio malefico per mancanza di comunicazione.
Ma succede anche ai nostri giorni. Quante coppie non riescono a comunicare nonostante la tecnologia avanzata e tanti telefonini a portata di mano! I quali, nonostante l’enorme diffusione, sono spesso tenuti spenti, alimentando la commedia degli equivoci?
Che possono trasformarsi anche in tragedia
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