“Sono appena uscito di galera”
Questa è la frase usata per rimorchiare da Colin Farrel che assicura fa sempre molto presa sulle ragazze.
I produttori gli hanno creduto (e come potevano altrimenti?) tanto da inserirla in una scena rivolta a una ragazza in un bar nel film “Le regole del Sospetto” con Colin Farrel e Al Pacino.
Quest’ultimo nel ruolo del maestro addestratore della recluta Colin al quale insegna, dopo averla sottoposta a una serie di test dalla violenza inaudita, di non fidarsi mai di nessuno ma solo di sé stesso.
In pratica, lo incita a seguire la regola numero uno delle arti marziali là dove dice il saggio:”Se incontri il tuo maestro, uccidilo”.
Questo dopo esser diventato grande, è ovvio. E Colin Farrel grande lo è diventato veramente, non tanto per la folgorante interpretazione di Alessandro quanto per tutto ciò che ne è seguito: una serie di film che hanno messo sempre più in evidenza una tempra da duro. Molto duro e proprio per questo anche gentiluomo.
E’ il suo momento perché appare in questi giorni in un trhiller robusto e asciutto ambientato in una Londra da Cartoline dall’Inferno. London Boulevard è il titolo dove Farrel è reclutato come guardia del corpo di una star del quale ne subisce il fascino “perché appena uscito di galera”.
Insomma l’avanzo di galera è il passpartout con il quale Colin Farrel apre il cuore e non solo delle donne, da quella qualunque alla divina. Che in questo caso è Keira Knightley in versione attrice famosa tampinata dai paparazzi nonostante abbia chiuso misteriosamente con il mondo del cinema.
Scoperto che la sua ritrosia non era bizza da diva ma il dolore di una ragazza stuprata durante la lavorazione di un film girato a Firenze dal suo produttore, Colin si prende cura di lei fino al momento della resa dei conti con gli amici di merende prima di migrare all’estero con la star.
Decisione fatale, in cui ci lascerà la vita, che ricorda molto la resa dei conti di Robert De Niro nella Sfida, prima di partire con la fidanzata.
Se Keira rimane un filo in ombra con questa interpretazione anche se sofferta da farci riflettere sul destino che accompagna le star come facile preda di criminali, ladri e avventurieri che dopo averle violentate in tutti i modi le sottopongono a ricatti umilianti,dove però colpisce per il look molto Londra decadence (spolverini lunghi, magliette che coprono fino alle dita delle mani, capelli lunghi e incolti con basco e occhiali buio pesto), Colin fa la parte del leone, purtroppo dal cuore d’oro. Una piccola debolezza che gli fa risparmiare una pallottola puntata per vendicare un vecchio, contro un ragazzo suo assassino.
Un leone non deve mai fermarsi là dove ti porta il cuore, ma sbranare e basta. Questo è il mestiere per il quale è stato creato. Il suo ruggito deve fare eco per tutta l’eternità come lo è stato per Alessandro il Grande.
Che comunque Colin ha preso alla lettera perché in seguito si è calato nel ruolo del vampiro della porta accanto in un film in cui si scatena nel sbranare le vittime di un quartiere fino alla resa dei conti con il solito ragazzino (Anton Jelchin) che aveva risparmiato proprio perché alla fine possa sbarazzarsi del mostro. Il film Fright Night è particolarmente cruento (giusto per I Giardini della Paura serie Horror da cinema della parrocchietta dello scorso anno a Parma) con scene di sesso molto esplicite rese ancora più fisiche al cinema dall’aggiunta del 3D. Poteva bastare? A noi sì, perché il tema del maestro e recluta nella lotta infernale è stato ampiamente approfondito da Colin Farrel con questa trilogia de’ Le Regole del Sospetto, London Boulevard, e Fright Night, anche se in modo violento e in salsa horror. Ma Colin Farrel non contento ha voluto chiudere in bellezza e in maniera brillante, cercando di strappare qualche risata con un film il cui titolo la dice tutta: Come Ammazzare il Capo ed essere Felice. Appunto!
ps Quello dell’attentato al Capo è un tema molto attuale, visto le ultime rivoluzioni in Medio oriente contro i dittatori, e viene affrontato anche da grandi attori come George Clooney (con interprete Ryan Goslin) e Robert Redford i quali si cimentano come registi per approfondire varie tematiche tutte a sfondo politico.
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