Con che forza chini il capo e attendi,
bambina e schiava, eccitata e persa vibri e tremi.
Padrona della tua vergogna sorridi libera e felice.
Carne calda, umida e vischiosa, consapevole
Consumi tra le tue basse labbra un piacere
Intenso scomposto spesso di un dolore
Incontestabile liberatorio.
Più tardi, nello scomparire dell’ombra
Dita agili come pensieri sciolgono la lingua
Tra profumi acri e intensi dentro a un membro
In erezione: quelli di un padrone
Schiavo del tuo amore.
Da bambina sei diventata donna
Fin troppo consapevole hai preteso
Riscontri che ti ho dato tra fumi di oppio
E gocce di sakè per il riso che si macerava
Poco a poco fino alla separazione inevitabile.
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