Dopo più di un secolo dalla sua morte, i Parmigiani onorano ancora la loro Duchessa portando addirittura sulla sua tomba a Vienna, dove si recano in Pellegrinaggio, mazzolini di violette.
La Duchessa di Parma ha lasciato un segno in questa città, con opere architettoniche ed umanitarie, immutate nel tempo tanto da far dire agli “stranieri di Bruxelles” (Authority) che Parma sia rimasta ferma ai tempi di Maria Luigia, con le donnine-bene ancora in crinoline.
Il Museo Lombardi situato davanti al bellissimo Piazzale della Pace ci parla ancora di lei, raccontandoci tutto tramite le lettere di Napoleone, i centrini che ricamava ed i suoi ritratti ad espressione tipicamente borgognotta-austriaca. Quello che non ci racconta sono invece le prodezze erotiche limitandosi ad illustrare la sua relazione con Adalbert Von Neipperg, in modo patinato raccontando come venisse consumata nell’attuale Giardino Ducale, attraversando il laghetto fino all’isolotto situato al centro.
Anche a scuola, la relazione extra coniugale di entrambi ci veniva descritta con un alto grado di tolleranza. Primo, perché Maria Luigia, dopo essere stata incoronata Imperatrice d’Austria, era stata abbandonata da Napoleone e secondo perché Niepperg divenne suo marito, sanando il dolo della sua condizione di amante. Ma “Tutto va ben, madama la Duchessa” da un po’ di tempo a questa parte non lo possiamo dire perché i suoi segreti sono stati divulgati sia da scrittori come Alberto Bevilacqua, che da storici come Alberto Spinosa il quale, con il volume Maria Luisa d’Austria la donna che tradì Napoleone”, fece conoscere l’appetito robusto di cui era dotata la Duchessa.
Un appetito non proprio sano perché non la portava a divorare tortelli ed anolini, lessi o petti di tacchino – da cui è derivato il famoso piatto “petto di tacchino alla Duchessa”, un piatto che avevano gustato anche Liz Taylor e Richard Burton , di passaggio a Parma, destinazione Firenze per l’incontro con Franco Zeffirelli e l’interpretazione del film La Bisbetica Domata – ma bensì a fare un’ampia scorpacciata di soldati, amministratori, stallieri, cuochi e, ciliegina sulla torta, uno stallone. Inteso proprio come cavallo da monta. Dura da digerire.
La fine Duchessa di Parma se lo faceva di notte in mezzo alla campagna e la relazione durò fino a quando un amante geloso non uccise l’animale. Chissà, al culmine del piacere che cosa si saranno detti, sussurrati oppure gridati. Qualche nitrito? Insomma una bella Duchessa trasgressiva! Comunque una donna interessante che dalle stelle, dove si dimostrava pia e solerte, passava alle stalle senza freni né discriminazioni!
Come si direbbe oggi, una vera democratica!
Il Museo Lombardi situato davanti al bellissimo Piazzale della Pace ci parla ancora di lei, raccontandoci tutto tramite le lettere di Napoleone, i centrini che ricamava ed i suoi ritratti ad espressione tipicamente borgognotta-austriaca. Quello che non ci racconta sono invece le prodezze erotiche limitandosi ad illustrare la sua relazione con Adalbert Von Neipperg, in modo patinato raccontando come venisse consumata nell’attuale Giardino Ducale, attraversando il laghetto fino all’isolotto situato al centro.
Anche a scuola, la relazione extra coniugale di entrambi ci veniva descritta con un alto grado di tolleranza. Primo, perché Maria Luigia, dopo essere stata incoronata Imperatrice d’Austria, era stata abbandonata da Napoleone e secondo perché Niepperg divenne suo marito, sanando il dolo della sua condizione di amante. Ma “Tutto va ben, madama la Duchessa” da un po’ di tempo a questa parte non lo possiamo dire perché i suoi segreti sono stati divulgati sia da scrittori come Alberto Bevilacqua, che da storici come Alberto Spinosa il quale, con il volume Maria Luisa d’Austria la donna che tradì Napoleone”, fece conoscere l’appetito robusto di cui era dotata la Duchessa.
Un appetito non proprio sano perché non la portava a divorare tortelli ed anolini, lessi o petti di tacchino – da cui è derivato il famoso piatto “petto di tacchino alla Duchessa”, un piatto che avevano gustato anche Liz Taylor e Richard Burton , di passaggio a Parma, destinazione Firenze per l’incontro con Franco Zeffirelli e l’interpretazione del film La Bisbetica Domata – ma bensì a fare un’ampia scorpacciata di soldati, amministratori, stallieri, cuochi e, ciliegina sulla torta, uno stallone. Inteso proprio come cavallo da monta. Dura da digerire.
La fine Duchessa di Parma se lo faceva di notte in mezzo alla campagna e la relazione durò fino a quando un amante geloso non uccise l’animale. Chissà, al culmine del piacere che cosa si saranno detti, sussurrati oppure gridati. Qualche nitrito? Insomma una bella Duchessa trasgressiva! Comunque una donna interessante che dalle stelle, dove si dimostrava pia e solerte, passava alle stalle senza freni né discriminazioni!
Come si direbbe oggi, una vera democratica!
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