Dopo la Vedova Nera, Scarlett Johansson è attesa nelle sale per due film molto shoccanti nei quali si propone come aliena sexy in Under My Skyne e dotata di superpoteri in Lucy.
I personaggi di entrambe le pellicole sono all'insegna della spietatezza che la Joahsson non riesce a esternare totalmente con la sua faccia nata per esprimere dolcezza impressa dalla bocca carnosa come fragola matura tutta da mangiare.
Ma ce la mette tutta con un risultato davvero sorprendente.
Nel primo film infatti la vediamo nuda davanti ad uno specchio dove ammira le sembianze della vita umana che lei, da alinea, ha assunto dopo essere catapultata, come una sorta di mantide, sulla terra per catturare degli uomini da uccidere.
La terra è quella di Scozia, fredda e ventosa nella quale Scarlett mette in atto la sua caccia spietata che le riesce in pieno grazie al suo aspetto sexy e conturbante, fino al momento in cui non la incuriosiscono le emozioni delle sue vittime e degli essere viventi che la inducono a voler sperimentare a costo di dissociarsi dalla sua razza aliena preferendo la fragilità umana.
E' l'eterna storia degli Dei dell'Olimpo che invidiano i mortali con le loro passioni e caducità tanto da mettersi ad emularle. Il tema comunque è già stato trattato in Blade Runner con i Replicanti che alla fine si ritrovano simili agli uomini avendone provato le emozioni come l'amore ed il dolore. Se l'amore di Rachel per Harrison Ford era scontato la lacrima di Rugther Hauer prima di morire è rimasta indimenticata.
Il secondo film interpretato da Scarlett Joahnsson è Lucy dove si cimenta come cavia umana alla quale fanno scatenare il potenziale del cervello al Cento per Cento facendola diventare invulnerabile ad ogni cedimento emotivo e insuperabile nel praticare azioni sia con le armi che con la forza di pensiero. Praticamente un essere invincibile che uno scienziato come Morgan Freeman.riesce a controllare incanalandola in senso positivo.
Insomma una sorta di superman in gonnella tradotta dai cartoon a bambola meccanica tutta di carne.
La svolta della Scarlett è curiosa perchè sembra orientata su queste eroine superdotate dopo aver conquistato le platee con tanto love, così come enunciato nello spot Dolce e Gabbana che avrà voluto esaltare mettendosi in gioco in ruoli opposti fra di loro: uno Dolce e l'altro Gabbana, come volevasi dimostrare. Che poi tradotto è la metafora del dualismo di ogni essere umano quando il maschile e il femminile viaggiano di pari passo senza mai intrisecarsi fra di loro pur convivendo insieme.
Così se la scelta di Scarlett Joahsson potrà anche risultare interessante, il pubblico non la domenticherà mai come la fragile Nora di Match Point quando sotto la pioggia in un campo di grano si metteva a nudo per far l'amore senza sapere di essere la vittima sacrificale dello spietato amante. E non era un alieno tanto meno un cerebrale ma solo un campione di ping pong.
SCARLETT JOHANSSON, FATALE MASSACRO.
Nel film IRON MAN 2, accanto alla protagonista Gwyneth Paltrow c’è un’autentica sorpresa: Scarlett Johansson nei panni di una massacratrice di maschi, esperta di arti marziali.
Missione riuscita in pieno, per scrollarsi di dosso l’aura bamboleggiante che aveva acquisito grazie al suo fisico sensuale e a quel rifiuto plateale di Obama nel riconoscerla come sua fan preferita, relegandola al ruolo di oca giuliva.
Eppure i suoi film sono di tutto rispetto in un percorso che va dal drammatico a quello noir mettendo in risalto un appeal di femme fatale.
Alleggerito con una deliziosa farfallina in testa, portata con molta ironia nello sfilare sul red carpet di Venezia alcuni anni fa.
Un’entrata memorabile. Tanto era bastato per cancellare tutto il suo curriculum di attrice e grande star, per dare spazio a quello di farfallina in volo.
Ma a comprendere il suo vero talento dietro la maschera di fica-oca, è stato il regista Woody Allen che l’ha diretta in tre films.
Con il primo film, Scoop, le fa interpretare una giornalista ingenua e svampitella che tra uno scoop e l’altro (rivolto al partner belloccio e fisicato Hugh Jakcman) riesce ad infilare quello giusto, giornalisticamente parlando, districandosi fra i meandri del mondo dei Tarocchi e serial killer di prostitute. Un’associata vista con finalità diaboliche e a delinquere, una sorta di mafia occulta alla quale nulla si può opporre e dalla quale Scarlett Johansson si sfila con un leggero battito d’ali e un pizzico di furbizia, acquisita grazie alle continue batoste della vita alle quali inevitabilmente destinata per la sua trasparente ingenuità.
Nel secondo, invece, Match Point, Woody inquadra la Johansson in un contesto alto borghese dove fa girar la testa agli uomini di famiglia, rimettendoci la vita quando viene messa in condizioni di inferiorità dal suo amante senza scrupoli il quale, dopo aver bruciato di passione, si disfa di lei per mantenere il suo posto al sole sposando la ricca ereditiera.
E bruciando di passione, con scene altamente erotiche, Scarlett incendia lo schermo, facendo tabula rasa di tutti gli altri interpreti messi in ombra.
Nel terzo Vicky Cristina e Barcellona Scarlett da il primo bacio lesbo a Penelope Cruz così sdoganato da Woody Allen, colpito dalla farfallina in testa, che ha aperto la corsa delle star alla serie delle lesbo-chic: un ruolo che non può più mancare nel curriculum di un'attrice che si rispetti. Come dire che non sei nessuna se almeno una volta non hai fatto lingua in bocca o in lecca lecca.
Con Iron Man2 la Johansson, completamente cambiata anche nel look perché da bionda si è fatta scura di un rosso mogano inquietante, ha messo le cose in chiaro facendosi valere come attrice versatile e dinamica sempre in piena evoluzione.
Infatti il ruolo a seguire, fra i più attesi, è stato quello di “vedova nera”.Più fatale di così...
UNA BOCCA PER RECITARE
Chi l’avrebbe detto che Scarlett Johansson fosse una grande attrice? Io per prima perché le avevo dedicato anni fa un ritratto “Una bocca da Baciare”.
Altro che baciare. Da recitare. Scarlett Johansson ha vinto il premio Tony Award 2011 per l’interpretazione di uno Sguardo dal Ponte di Arthur Miller un’opera teatrale nella quale l’attrice si è impegnata al massimo, fra un bacetto e l’altro a Sean Penn, anche lui grande attore che l’ha sostenuta in questo suo percorso di attrice teatrale.
Il Teatro è una prova difficile da superare per molti attori perché si mettono in scena di persona con la loro voce senza gli effetti speciali dello schermo televisivo o cinematografico nei quali conta soprattutto la bellezza.
Attrici come Julia Roberts per esempio hanno fatto flop. Nella sua prima teatrale a Londra della pièce “Three days of rain” scritta da Richard Greenberg si legge nella recensione: “… ad un certo punto la sua faccia teatrale ha dovuto lasciare spazio ad un largo sorriso (a cattivo gioco) quando un pomodoro che avrebbe dovuto spiaccicarsi sul palco è invece rimbalzato come una palla da tennis”.
Galeotta fu la pallina anche per Scarlett che con Match Point (visto recentemente in Tv) nel ruolo di Nora incontrava un maestro da tennis Jonathan Rhys Meyers (Enrico VIII nei Tudors) col quale iniziava palleggiando a ping pong mentre la fiamma della passione cominciava ad ardere fino a spegnersi con un colpo di fucile che lui sparava per schiodarla dalla sua vita mirando a una ricca ereditiera, per attaccar il cappello al chiodo.
Stranamente dopo quel film a sparire dalle scene è stato proprio lui, visto per l’ultima volta fra le vie di Londra dimesso e alle prese con le borse della spesa come un ragazzo qualunque, mentre Scarlett inanellava, un trionfo dietro l’altro al cinema a Teatro in politica e a capo di una band.
Se la carriera è sempre andata, e non si fa per dire, col vento in poppa, la vita privata è stato tutto un susseguirsi di delusioni fra mariti divorziati e amanti scapestrati come Sean Penn che dopo il successo teatrale l’aveva presa in prova in coabitazione per vedere come se la cavasse come baby sitter per le sue bambine. Un disastro annunciato perché ripercorreva la storia di un film degli esordi nel quale Scarlett appunto faceva una baby sitter maldestra. Se a letto fa scintille con i bambini non ci sa proprio fare.
Con quella bocca le conviene recitare perché sul grande schermo risalta in tutta la sua carnale sensualità fatta da dolcissimi abbandoni nelle storie d’amore e di scattante dinamismo in quelli d’azione.
La prova teatro è stata la sfida più difficile che ha superato con La Gatta Sul Tetto che Scotta, girato quasi tutto in sottoveste bianca, tratto dal film omonimo con Elizabeth Taylor.A poco più di trent’anni Scarlett ha raggiunto la maturità di una grande professionista anche se non ha mai ricevuto un Oscar perché i suoi ruoli sono fin troppo sensuali con una carnalità che sa di pane fresco, di aria buona e di cibo genuino di campagna, così come aveva dimostrato con personaggi in costume. Il più accattivante era quello dell’Altra Donna Del Re, nel quale si differenziava da Anna Bolena sua sorella nel fare l’amore dolcemente e con tanto sentimento mentre la sorella poi diventata regina veniva iniziata dal Re con uno stupro alle spalle di sorpresa e la Joahnsson si scioglieva con delicata e conturbante innocenza anche nel film Nella Ragazza dall'Orecchino di Perla.
Ma non è certo l’Oscar che le manca perché Scarlett Johansson è richiestissima. Fin troppo si potrebbe dire perché sta intraprendendo molte strade con le quali non è possibile sempre primeggiare.
Infatti deve spesso dividere la scena con qualche antagonista, che nell’ultimo film Hithcock è Ellen Mirren ormai nota come The Queen. Infatti nel film è la moglie del grande regista che lo comanda dietro le quinte fino a scegliere le protagoniste dei suoi film e tra questi proprio Psyco nei quali Scarlett ripropone la scena della pugnalata sotto la doccia. Una scena raccappricciante suggerita proprio dalla moglie vera per “punire” le favorite artistiche del regista delle quali era gelosa e complice. Sono molte le star in America che hanno tante velleità specie teatrali incontrando spesso molte delusioni, come Katie Holmes per esempio che non è mai riuscita ad emergere in nessun campo se non come moglie di Tom Cruise. E non per molto per cui si deve accontentare dell’assegno alimentare.
Insomma tempi duri anche per le grandi star, specie le attrici che arrivano alla soglia dei quarant’anni, perché è il momento in cui devono dimostrare di saper fare un mestiere che vada oltre la Graziosa bocca di rosa. Scarlett c’è riuscita.
UNA BOCCA DA BACIARE
Insomma una sorta di superman in gonnella tradotta dai cartoon a bambola meccanica tutta di carne.
La svolta della Scarlett è curiosa perchè sembra orientata su queste eroine superdotate dopo aver conquistato le platee con tanto love, così come enunciato nello spot Dolce e Gabbana che avrà voluto esaltare mettendosi in gioco in ruoli opposti fra di loro: uno Dolce e l'altro Gabbana, come volevasi dimostrare. Che poi tradotto è la metafora del dualismo di ogni essere umano quando il maschile e il femminile viaggiano di pari passo senza mai intrisecarsi fra di loro pur convivendo insieme.
Così se la scelta di Scarlett Joahsson potrà anche risultare interessante, il pubblico non la domenticherà mai come la fragile Nora di Match Point quando sotto la pioggia in un campo di grano si metteva a nudo per far l'amore senza sapere di essere la vittima sacrificale dello spietato amante. E non era un alieno tanto meno un cerebrale ma solo un campione di ping pong.
SCARLETT JOHANSSON, FATALE MASSACRO.
Nel film IRON MAN 2, accanto alla protagonista Gwyneth Paltrow c’è un’autentica sorpresa: Scarlett Johansson nei panni di una massacratrice di maschi, esperta di arti marziali.
Missione riuscita in pieno, per scrollarsi di dosso l’aura bamboleggiante che aveva acquisito grazie al suo fisico sensuale e a quel rifiuto plateale di Obama nel riconoscerla come sua fan preferita, relegandola al ruolo di oca giuliva.
Eppure i suoi film sono di tutto rispetto in un percorso che va dal drammatico a quello noir mettendo in risalto un appeal di femme fatale.
Alleggerito con una deliziosa farfallina in testa, portata con molta ironia nello sfilare sul red carpet di Venezia alcuni anni fa.
Un’entrata memorabile. Tanto era bastato per cancellare tutto il suo curriculum di attrice e grande star, per dare spazio a quello di farfallina in volo.
Ma a comprendere il suo vero talento dietro la maschera di fica-oca, è stato il regista Woody Allen che l’ha diretta in tre films.
Con il primo film, Scoop, le fa interpretare una giornalista ingenua e svampitella che tra uno scoop e l’altro (rivolto al partner belloccio e fisicato Hugh Jakcman) riesce ad infilare quello giusto, giornalisticamente parlando, districandosi fra i meandri del mondo dei Tarocchi e serial killer di prostitute. Un’associata vista con finalità diaboliche e a delinquere, una sorta di mafia occulta alla quale nulla si può opporre e dalla quale Scarlett Johansson si sfila con un leggero battito d’ali e un pizzico di furbizia, acquisita grazie alle continue batoste della vita alle quali inevitabilmente destinata per la sua trasparente ingenuità.
Nel secondo, invece, Match Point, Woody inquadra la Johansson in un contesto alto borghese dove fa girar la testa agli uomini di famiglia, rimettendoci la vita quando viene messa in condizioni di inferiorità dal suo amante senza scrupoli il quale, dopo aver bruciato di passione, si disfa di lei per mantenere il suo posto al sole sposando la ricca ereditiera.
E bruciando di passione, con scene altamente erotiche, Scarlett incendia lo schermo, facendo tabula rasa di tutti gli altri interpreti messi in ombra.
Nel terzo Vicky Cristina e Barcellona Scarlett da il primo bacio lesbo a Penelope Cruz così sdoganato da Woody Allen, colpito dalla farfallina in testa, che ha aperto la corsa delle star alla serie delle lesbo-chic: un ruolo che non può più mancare nel curriculum di un'attrice che si rispetti. Come dire che non sei nessuna se almeno una volta non hai fatto lingua in bocca o in lecca lecca.
Con Iron Man2 la Johansson, completamente cambiata anche nel look perché da bionda si è fatta scura di un rosso mogano inquietante, ha messo le cose in chiaro facendosi valere come attrice versatile e dinamica sempre in piena evoluzione.
Infatti il ruolo a seguire, fra i più attesi, è stato quello di “vedova nera”.Più fatale di così...
UNA BOCCA PER RECITARE
Chi l’avrebbe detto che Scarlett Johansson fosse una grande attrice? Io per prima perché le avevo dedicato anni fa un ritratto “Una bocca da Baciare”.
Altro che baciare. Da recitare. Scarlett Johansson ha vinto il premio Tony Award 2011 per l’interpretazione di uno Sguardo dal Ponte di Arthur Miller un’opera teatrale nella quale l’attrice si è impegnata al massimo, fra un bacetto e l’altro a Sean Penn, anche lui grande attore che l’ha sostenuta in questo suo percorso di attrice teatrale.
Il Teatro è una prova difficile da superare per molti attori perché si mettono in scena di persona con la loro voce senza gli effetti speciali dello schermo televisivo o cinematografico nei quali conta soprattutto la bellezza.
Attrici come Julia Roberts per esempio hanno fatto flop. Nella sua prima teatrale a Londra della pièce “Three days of rain” scritta da Richard Greenberg si legge nella recensione: “… ad un certo punto la sua faccia teatrale ha dovuto lasciare spazio ad un largo sorriso (a cattivo gioco) quando un pomodoro che avrebbe dovuto spiaccicarsi sul palco è invece rimbalzato come una palla da tennis”.
Galeotta fu la pallina anche per Scarlett che con Match Point (visto recentemente in Tv) nel ruolo di Nora incontrava un maestro da tennis Jonathan Rhys Meyers (Enrico VIII nei Tudors) col quale iniziava palleggiando a ping pong mentre la fiamma della passione cominciava ad ardere fino a spegnersi con un colpo di fucile che lui sparava per schiodarla dalla sua vita mirando a una ricca ereditiera, per attaccar il cappello al chiodo.
Stranamente dopo quel film a sparire dalle scene è stato proprio lui, visto per l’ultima volta fra le vie di Londra dimesso e alle prese con le borse della spesa come un ragazzo qualunque, mentre Scarlett inanellava, un trionfo dietro l’altro al cinema a Teatro in politica e a capo di una band.
Se la carriera è sempre andata, e non si fa per dire, col vento in poppa, la vita privata è stato tutto un susseguirsi di delusioni fra mariti divorziati e amanti scapestrati come Sean Penn che dopo il successo teatrale l’aveva presa in prova in coabitazione per vedere come se la cavasse come baby sitter per le sue bambine. Un disastro annunciato perché ripercorreva la storia di un film degli esordi nel quale Scarlett appunto faceva una baby sitter maldestra. Se a letto fa scintille con i bambini non ci sa proprio fare.
Con quella bocca le conviene recitare perché sul grande schermo risalta in tutta la sua carnale sensualità fatta da dolcissimi abbandoni nelle storie d’amore e di scattante dinamismo in quelli d’azione.
La prova teatro è stata la sfida più difficile che ha superato con La Gatta Sul Tetto che Scotta, girato quasi tutto in sottoveste bianca, tratto dal film omonimo con Elizabeth Taylor.A poco più di trent’anni Scarlett ha raggiunto la maturità di una grande professionista anche se non ha mai ricevuto un Oscar perché i suoi ruoli sono fin troppo sensuali con una carnalità che sa di pane fresco, di aria buona e di cibo genuino di campagna, così come aveva dimostrato con personaggi in costume. Il più accattivante era quello dell’Altra Donna Del Re, nel quale si differenziava da Anna Bolena sua sorella nel fare l’amore dolcemente e con tanto sentimento mentre la sorella poi diventata regina veniva iniziata dal Re con uno stupro alle spalle di sorpresa e la Joahnsson si scioglieva con delicata e conturbante innocenza anche nel film Nella Ragazza dall'Orecchino di Perla.
Ma non è certo l’Oscar che le manca perché Scarlett Johansson è richiestissima. Fin troppo si potrebbe dire perché sta intraprendendo molte strade con le quali non è possibile sempre primeggiare.
Infatti deve spesso dividere la scena con qualche antagonista, che nell’ultimo film Hithcock è Ellen Mirren ormai nota come The Queen. Infatti nel film è la moglie del grande regista che lo comanda dietro le quinte fino a scegliere le protagoniste dei suoi film e tra questi proprio Psyco nei quali Scarlett ripropone la scena della pugnalata sotto la doccia. Una scena raccappricciante suggerita proprio dalla moglie vera per “punire” le favorite artistiche del regista delle quali era gelosa e complice. Sono molte le star in America che hanno tante velleità specie teatrali incontrando spesso molte delusioni, come Katie Holmes per esempio che non è mai riuscita ad emergere in nessun campo se non come moglie di Tom Cruise. E non per molto per cui si deve accontentare dell’assegno alimentare.
Insomma tempi duri anche per le grandi star, specie le attrici che arrivano alla soglia dei quarant’anni, perché è il momento in cui devono dimostrare di saper fare un mestiere che vada oltre la Graziosa bocca di rosa. Scarlett c’è riuscita.
Polpose, a forma di cuore, le labbra carnose di Scarlett Johansson sono le più sensuali che si possano ammirare nel panorama cinematografico attuale stante la grandezza contenuta in un volume a deliziosa forma di fragola.labbra di Scarlett hanno una marcia in più perché intrise di quella conturbante voluttà, imprigionata nella sua natura ma pronta ad esplodere nell’intimità in una spumeggiata galattica, differenziandosi da tutte le altre che inducono a pensare come a forme cavernose di voracità aggressiva.
Quelle della Johansson sono un irresistibile richiamo di un tiro al bacio con pennellata ad arte perché ne esaltano la dolce femminilità accentuata dalla statura piccola ma sinuosa, dallo sguardo vellutato, dal perfetto ovale del viso di fine porcellana, incorniciato da una cascata di capelli finissimi color miele.Come un’icona antica, la sua immagine rapisce coniugando perfettamente l’aria virginale alla corposa carnalità, in un mix afrodisiaco di scattante eccitazione estatica da sindrome di Sthendall.
Insomma, è bella da svenire.
Woody Allen ne è rimasto folgorato tanto da averla diretta in tre films: Scoop, Match Point e Vicky Cristina e Barcelona
Un onore riservato solo alle sue più importanti muse ispiratrici come Mia Farrow e Diane Keaton, compagne della sua vita perché, secondo Woody, Scarlett è tutta speciale. Una frase che ha inserito nel suo primo film Match Point dove lei mette in stato di “allerta” il suo aspirante amante dicendogli: “Gli uomini sono attratti da me perché pensano che io sia speciale”. “E lo sei?” chiede il partner……, Ovviamente sì, visto che a soli 22 anni era già una diva affermatissima con alle spalle 20 film e tante esperienze di vita accumulate. Dicono che a Hollywood non se ne sia perso uno. Compreso Woody. Lui, di solito così distaccato con le attrici dei suoi film di cui si innamora solo idealmente, con Scarlett ha fatto un'eccezione. Lei è speciale.
Un onore riservato solo alle sue più importanti muse ispiratrici come Mia Farrow e Diane Keaton, compagne della sua vita perché, secondo Woody, Scarlett è tutta speciale. Una frase che ha inserito nel suo primo film Match Point dove lei mette in stato di “allerta” il suo aspirante amante dicendogli: “Gli uomini sono attratti da me perché pensano che io sia speciale”. “E lo sei?” chiede il partner……, Ovviamente sì, visto che a soli 22 anni era già una diva affermatissima con alle spalle 20 film e tante esperienze di vita accumulate. Dicono che a Hollywood non se ne sia perso uno. Compreso Woody. Lui, di solito così distaccato con le attrici dei suoi film di cui si innamora solo idealmente, con Scarlett ha fatto un'eccezione. Lei è speciale.
Nessun commento:
Posta un commento