Una lezione per tante conduttrici di queste settore che con il loro fare saccente mettono in secondo piano la terapia e diagnosi dei luminari ospitati aggiungendo sempre qualche cosa per avere l’ultima parola senza fare differenza tra una conduzione scientifica e un calcio nel sedere.
Quello che andrebbe assestato alla scienziata della testa nel pallone.
Lo spot della Morante fa comunque riflettere sui tanti testimonial che accettano di fare promo ad un prodotto non sapendo nemmeno quel che dicono, perché quel che conta è passare al lauto incasso che la pubblicità elargisce ai VIP.
Così non ci si rende conto di essere ridicoli nel decantare una nave da crociera come un viaggio da sogno quando si sa che quelli che sbarcano ad occhi aperti ne raccontano di ogni primo fra i quali di doversi mettere in fila per il pranzo o la cena dove se arrivi al tavolo dopo tre ore è una conquista. Così pure per la piscina nel quale se la sirenetta del promo ci sguazza felice i bagnanti devono tuffarsi in un carnaio.
Sì in usa e getta, perché così dopo pochi mesi almeno ci guadagnano sul trasporto.
E’ curioso comunque come questo spot si avvalga sempre di testimonial sconosciuti perché evidentemente i VIP non vogliono metterci la faccia così come fece per molto tempo la Sabrina Ferilli ex testimonial pentita.
Infatti il successo pieno lo raccolgono, tralasciando le bancarelle dei mercatini o dei prodotti biologici rionali, i discount nei quali i prezzi giocano al ribasso pur offrendo anche un buon prodotto avendo pure un’etichetta.
Questo per dire che la pubblicità TV costando sempre di più è causa prima della desertificazione dei negozi in Centro delle Boutique e dei supermercati con prodotti di marca costretti a farsi una concorrenza spietata a colpi di spot che vanno a incidere sui prezzi dei prodotti i quali se li abbassano è solo perché sono in scadenza in magazzino oppure perché meno conosciuti come il prosciutto crudo per esempio che sui banchi di un famoso supermercato è andato a ruba col marchio di Norcia, buonissimo quanto quello di Parma già più costoso di sé anche se non penalizzato dai dazi.
La verità è che i consumatori non sono più dei fessi da spennare.
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