lunedì 8 giugno 2020

MAGARI

         
Per descrivere la sofferenza e la solitudine dei figli di genitori separati ci voleva un film autobiografico come quello diretto da Ginevra Eklkann trasmesso in Tv.

Un film originale e non poteva essere che così vista l'unicità di una famiglia come quella degli Agnelli alla quale Ginevra appartiene quale nipote dell'Avvocato e in quanto figlia di Margherita e Alain Elkann nonché sorella di Lapo e John.
Il film è crudo e delicato al tempo stesso raccontato con gli occhi dolci di una bambina curiosa della vita che vive spensierata insieme ai fratelli con i quali divide avventure vacanziere in un paese di mare in pieno inverno dove prova i primi palpiti d'amore per un ragazzo molto più grande.
Fin qui tutto normale come tante famiglie lacerate con genitori che prendono le loro strade aprendosi a nuove esperienze purtroppo coinvolgendo anche i figli.

I quali "magari" essendo minori e non potendo scegliere sono “costretti” a praticare una religione nuova, quella ortodossa, per condividerla con il nuovo compagno di mammà la quale.ritrovandosi incinta e a letto per portare a termine la gravidanza, scarica i figli all'ex marito, sceneggiatore sempre senza scritture, per portarli a sciare.


Lui invece li scarica dai nonni andandoseli a riprendere sotto minaccia di questi scegliendo poi di portarli al mare, anche se vestiti da montagna con Monboot e piumini d'alta quota, insieme alla sua collaboratrice tutto fare in tutti i sensi, l'unica comunque che riuscirà a stabilire un rapporto con i ragazzi specie col maggiore dopo un piccolo turbamento nell'averla intravista nuda o mentre il padre la baciava con passione  lì dove non batte il sole.



I ragazzi parlano in francese tra di loro per cui si comprende la poca dimestichezza con l'italiano di Lapo che il nostro Paese ha “blobizzato” spesso in Tv riprendendolo nelle storpiature della nostra lingua con congiuntivi verbi e sostantivi mixati a piacimento.
Così se il racconto si dipana in modo semplice il linguaggio è invece ricercato con tante scene recitate in francese che comunque abbiamo già visto in alcuni film girati sia da Riccardo Scamarcio (qui nel ruolo del padre) con Pericle Nero che dalla sua ex compagna Valeria Golino in Ritratto di ragazza in Fiamme.


Questo nuovo mixage di lingua italo-francese fa molto fino aggiungendo un tocco in più alla bravura degli interpreti conferendo a questo film anche un'aura di aristacratico allure ai ragazzini protagonisti.
Alba Rohrwacher nel ruolo della sceneggiatrice di sostegno di Riccardo Scamarcio è l'interprete ideale di questi film di raffinata eccentricità così come Scamarcio lo è nel ruolo di corpo estraneo in un contesto di Caprice d'Aristo nel quale si trova catapultato dalla ex moglie con la quale continua a far schermaglie  con ruvidi battibecchi per non essere escluso da una realtà fuori da ogni comune buon senso.
Che è poi la quotidianità di tutte le persone costrette a lavorare per vivere invece che per vivere rincorrendo egoisticamente vizi e piaceri all'insegna della stravaganza. Magari fosse concesso anche a tutti noi. Pacchiani!
Il film invece conclude con la riflessione della bambina che dice “magari” potessi avere una famiglia come tutte le persone normali. Ognuno ha i suoi magari nella vita. E allora che dire? Magari sarebbe meglio piangere su una Rolls Royce piuttosto che su una 500!
Battute a parte il film è piacevole a vedersi senza annoiare ma anche senza far riflettere perchè su questa tematica anche se ne è stato detto tanto, la famiglia allargata è diventata una realtà non solo per i ricchi, accettata ormai da tutti di buon grado grazie alla pubblicità e a shoap all'insegna di una vita in rosa. I figli non lo sanno ma sono piccoli e cresceranno. Ehhhh!!!!

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