Continua la serie su Versailles sempre più avvincente perchè siamo arrivati alla fase dei veleni a Corte con le trame della favorita Madame de Montespan, passata alla storia per essere stata accusata di aver preso parte a Messe Nere con sacrifici di neonati per ritornare nelle grazie del Re che si stava stancando di lei, e dei vari cortigiani fra i quali anche lo storico scrittore incaricato di raccontare le gesta di Luigi XIV che trasmetteva ai posteri “ricamate” a modo che i francesi ne diventassero orgogliosi nei secoli a venire. Così fu, perchè La Grandeur è a tutt'oggi la caratteristica che distingue la Francia nel mondo. Luigi XIV aveva illuminato il suo regno con opere grandiose alla Reggia di Versailles tanto da passare alla storia come il Re Sole alla cui ombra viveva una Corte di Nobili parassiti perchè mantenuti dalle casse del Re riempite con le tasse al popolo che veniva dissanguato e portato alla fame fino a sfociare con Luigi XVI nella Rivoluzione. La quale si sa non si fa mai a pancia piena.
Se i cortigiani di vil razza dannata tramavano nell'ombra contro il Re,
qualcuno alla sua Corte brillava di luce propria come una sorta di stella cometa ad indicare la via da percorrere facendo tendenza di costume anche licenzioso purchè adottato seguendo l'etichetta sotto l'imperativo di agire in ogni circostanza, anche la più turpe, con grazia ed eleganza secondo un rituale di bon ton preso alla lettera da molte fanciulle che per distinguersi in finezza si concedevano sempre con la puzza sotto al naso o svenendo in continuazione per futili motivi venendo definite Les Precieuses Ridicules. La stella che brillava in alto si chiamava Filippo Duca D'Orleans e fratello del Re verso il quale, nonostante lo contestasse continuamente perchè colpito dalla sindrome del secondogenito, provava un sincero affetto restandogli sempre a fianco in ogni avversità. La serie di Versailles ci propone dunque il secondogenito (Alexander Vlahos) come il più brillante nella notte rendendolo protagonista nelle feste alle quali partecipa anche en travestì essendo di tendenza bisex intrattenendo rapporti sia con le mogli - la prima Enrichetta che si divideva anche con il Re e morta avvelenata come da copione di quella Corte tossica, e la seconda Liselotte con la quale c'era intesa di perpetrar la specie per aprire una dinastia importante alla pari di quella del Re, quella degli Orleans appunto – che con i favoriti tra i quali
spicca prepotentemente lo Chevalier (Evan Williams).Infatti è l'unico che riesce a dominarlo anche se solo sessualmente essendo la “femmina” mantenuta che sa vendersi con l'arte della seduzione praticata in ginocchio, perchè il maschio è Filippo amante della guerra e della Patria con fedeltà al Re. La coppia duetta in perfetta sintonia nella socialità di Corte essendo entrambi creativi e geniali nel godersi la vita allestendo incontri artistici e feste per gustar buon vino divertendosi all'insegna della trasgressività. Se tutti sono pazzi di Filippo estroverso impetuoso e coraggioso, lui è pazzo di questo Chevalier, bello biondo e ricciolino come un cherubino, sempre nudo con il lato b open air, amabile e crudele, egoista e capriccioso, spendaccione e giocatore di carte e dedito a droghe per alimentare i vizi tanto da essercene abbastanza per far perdere la testa anche a un Re, mentre invece c'è riuscito col fratello di lui che l'adora. Questa coppia omosex sempre pimpante, piena di spirito e di voglia di vivere alla grande dentro alla banalità di una Corte chiusa a Versailles, fa scintille dando lustro più di quanto abbiano fatto le gesta amorose del Re, tutto proteso invece a realizzare opere grandiose per inorgoglir sé stesso e di conseguenza anche la Francia perchè: “L'Etat c'est moi”.
Così se dopo il giorno viene la notte, dopo il Re Sole a illuminar il firmamento su Versailles, lucean due stelle a nome Filippo ed il suo Chevalier.
Nessun commento:
Posta un commento