giovedì 23 maggio 2019

QUANDO IL FEMMINISMO E’ MOLESTO


Alain Delon in barba alle femministe che l’avevano contestato ritenendolo maschilista omofobo e razzista, è stato acclamato al Festival di Cannes dopo aver ricevuto la Palma d’Oro 2019 alla carriera. 
Le battaglie femministe sono più che giustificate finchè si tratta di acquisire o vantare diritti rispetto all’uomo sul fronte emancipazione con pari salari e possibilità di accedere al potere nonché libertà nella gestione del proprio corpo, libere dalla sudditanza maschile in ambito sessuale e nel praticare aborto escludendo il maschio da ogni decisione e responsabilità.
Tutte battaglie già vinte delle quali “godere” si fa per dire mentre invece le femministe si sono coalizzate per fare spedizioni punitive che ormai stanno scadendo nell’accanimento e nelle molestie.
E’ come se le minoranze vittime delle discriminazioni, in primis quelle sessuali, una volta riconosciute alla pari si mettessero a perpetrar vendette e combattere per la supremazia nel formare una società a loro misura omosex anziché etero o quant’altro.



Chi sono io per giudicare un gay? Diceva Papa Francesco, giustamente, rimanendo altrettanto giustamente fermo ai regolamenti della Chiesa in fatto di famiglia composta da uomo e donna dissociandosi dai diritti civili che fanno parte di un Governo laico.
Nel quale comunque dovrebbe essere consentito di dissentire per motivi religiosi specie là dove si consente la formazione di famiglie mono nucleo con l’adozione di figli o su commissione con utero in affitto o ancor peggio in  clonazione negli esperimenti di laboratorio nonché motivi di coscienza nel rifiutare un medico di praticare  un aborto anche se terapeutico per incongruenza verso la cultura della vita della quale la donna è custode nella sua sacralità.
Finchè siamo in democrazia ognuno è libero di pensare come vuole e battersi per le proprie idee le quali sono sempre da rispettare purchè non ledano diritti umanitari anche se rappresentano la maggioranza. In tal caso bisogna fare capo ad un sistema che detti regole in tal senso come l’Unione Europea piuttosto che  fare alleanze fra singoli Paesi ideologicamente in sintonia che inevitabilmente creano contrasti con i vicini confinanti e non solo.

Per questo, facendo un distinguo tra l’artista e il privato cittadino è stato reso onore al merito di Alain Delon

quale grande attore che ha saputo coniugare bellezza e spessore drammatico (è curioso che non abbia mai partecipato ad una commedia brillante limitandosi a una battuta – unica ma buona rimasta un cult movie – recitata come barzelletta sconcia nel ruolo di Tancredi nel Gattopardo diretto da Luchino Visconti dove metteva in imbarazzo i commensali soprattutto dopo che l’unica nel ruolo di Angelica interpretata da Claudia Cardinale era scoppiata in una crassa e carnale risata a bocca aperta)


 anche se come persona ha evidenti problemi irrisolti, con il figlio Anthony per esempio e le due mogli (una starlette e una modella) e con sé stesso essendo arrivato alla sua età nel mantenere un atteggiamento duro e intransigente come una sorta di lato oscuro della forza di un uomo ad immagine integra e virile da rasentare il dubbio di una latente omosessualità dalla quale si sia mentalmente dissociato per rifiuto e vergogna per qualche motivo che solo a lui è dato conoscere anche se su questo tema ci sono state molte dicerie specie sui rapporti fra lui e Luchino Visconti.

 Ma con i si dice non si fa una sentenza né tanto meno un processo alle idee per cui Alain Delon rimarrà nella storia del cinema per i suoi film d’autore e per le prodezze di grande  sciupa femmine Tombeur des Femmes, protagonista nel gossip per milioni di fans, avendo spezzato il cuore in senso metaforico a Romy Schneider, Sissi la prima principessa di cuori,  e in senso fisico a Mirelle D’Arc la sua devota e silenziosa compagna che alla fine del loro rapporto è stata operata al cuore lasciandoci nella certezza che in fondo Delon abbia solo amato sé stesso come un Narciso pentito avendo cavallerescamente ricordato per condividere il premio alla carriera,  le sue due “Dafne” portandole in palmo della sua mano. Grande!

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