martedì 25 febbraio 2020
SCONTRO DI CIVILTA’: LA RESA DELLE OCCIDENTALI
In Germania sono stati pubblicati i nuovi canoni di bellezza a sovvertire quelli classici delle miss in gambissime.
Le quali sono state nel corso degli anni sempre più attaccate eliminando il bikini per optare al costume intero con corredo haute couture da esibire per valutarne la classe e l’eleganza sottoponendole a un tour de force con tutta una serie di quiz per individuare il quid dell’intelligenza a completare quella virtù di “esserci da Dio” in quanto miss anche informate.
Tutti escamotage per nascondere il fatto che la miss in realtà debba colpire il Presidente o la Presidente di giuria a valutar la bellezza di un volto o quella di un corpo, meglio se tutte due insieme, perché se piaci a lui/lei piaci a tutti.
Storie di ordinarie elezioni confermate da quella giuria di sole donne in Germania che hanno votato in piena solidarietà una donna come loro di mezza età (35 anni a citar quel verso dantesco “ Nel mezzo del camin di nostra vita, mi ritrovai in una selva oscura…”) di tutto punto vestita.
Come dire sotto il vestito “La Foresta Nera. Cucu’! Paura paura!”perché si sa che in una donna oltre alle gambe c’è di più.
Sì, una cosa grande e terrificante che una miss ancora non ha non avendo praticamente alcuna esperienza data la giovane età proponendosi come una dilettante della bellezza spesso in diletto al suo sponsor di giuria.
Farà tendenza questa nuova proposta oppure lascerà il tempo che trova come tante altre che sono state introdotte nei concorsi di Miss Italia considerata ormai una sfilata che mortifica le donne presentate come oggetto del desiderio.
Quella che sembra una forma di innovazione per elevare la miss ad un livello di una bellezza consapevole e matura al di là della scosciata e dello “sgambetto” che ha sempre caratterizzato i concorsi di bellezza è in realtà una forma di regressione perché l’esibizione del corpo della donna è una conquista della civiltà occidentale, molto osteggiata da quella orientale dove il maschilismo è ancora imperante.
Le donne rivestendosi e puntando a far palesare che sotto sotto ci sia “l’Inferno di Saviano” non potendo più usufruire della Protezione Civile della Forestale ormai soppressa, si mettono sul piano Talebanico delle donne col velo e con il burqa in primis costrette a coprir quella sorta di malafemmina (termine coniato dal maschio) che c’è in loro per combattere la cupidigia anche assassina dei maschi. I quali non essendo abituati alla nudità del corpo femminile basta un lembo di pelle in bellavista per scatenare l’istinto del predatore sessuale.
Ecco allora che, così come insegna la maestra di stregoneria Lilli Gruber occorre abituare gli uomini all’esibizione del nudo femminile fin da piccoli per non trovarsi degli assatanati di sesso che vedono le donne solo come prede per soddisfare i loro incontrollabili “bisogni naturali”.
Questo per dissentire da parte mia e ribadire un concetto innovativo di quella scuola maestra di Lilli pensiero affermando che le donne siano invece diventate “Streghe” a forza di esibire il loro corpo nudo per cui hanno l’esigenza di nascondere quella foresta oscura con la quale da sempre sono state contraddistinte come tali specie dopo averla scoperta anche alla luce del sole, dando ragione ai maschi, i nuovi talebani occidentali che si stanno imponendo con le loro molestie e violenze sulle donne considerandole colpevoli,scoprendo i corpi, di risvegliare i loro bassi istinti di predatori sessuali
E’ il concetto di streghe che va superato e rimosso perché le donne non sono ancora riuscite ad assimilare loro stesse il concetto di parità insito nella parola persona con la quale si potrebbe iniziare per affermarla facendo un gesto di buona volontà da parte della maestra di stregoneria offrendo rose rosse ad un maschilista come Matteo Salvini per esempio che il potere l’ha già perso mentre la Gruber lo ha acquisito e di rose rosse, oltre alla scena, se ne fa un baffo.
Ma grazie lo stesso per tutte quelle persone che detengono il Potere, che non è la Foresta nera dell’Inferno di Saviano ma l’arte del fare e del sapere. Basta|! E avanza.
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