Se ci fosse ancora Agnelli l'avvocato, arbiter elegantiarum riconosciuto in tutto il mondo, lo definirebbe sicuramente “pacchiano”.
Donald Trump è il classico esempio di pidocchio arricchito, parvenue a 360 gradi, esibizionista e stupefacente a tutti gli effetti di quell'americanata che in Europa è tanto disprezzata quanto incamerata.


Il quale li aveva versati pur di sbarazzarsene per convolare a seconde nozze con una sorta di copia conforme, pacchiana pure lei che puntualmente gli prosciugava il conto una volta esaurita la passione.
Con la nuova e attuale moglie Melania (nella foto), Donald Trump si è fatto furbo redigendo come si usa fra le grandi star un contratto capestro che tiene al guinzaglio la terza signora Trump alla quale in cambio ha promesso ponti d'oro destinazione Casa Bianca facendola nel frattempo studiare da First Lady stile Jackie.(!!!!)

Se l'America vorrà continuare a sognare di essere una superpotenza in grado di dominare il mondo, con Donald Trump è servita
LE FAVOLE REALI
Del recitar con i capelli in testa.

14 novembre 2013- Grande scalpore ha suscitato la ricrescita di fili grigi sulla testa di Kate che ha esibito senza alcun imbarazzo nelle ultime apparizioni ufficiali dopo la nascita del piccolo George. Il quale giustamente viene prima di ogni formalità di Corte nella quale bisogna apparire sempre in forma perfetta dalla punta dell’unghia del piede fino alla radice dei capelli.
Appunto. La radice è imbiancata segno di stress o di logorio da potere.

Ma è il presente quello che conta e Kate lo vive finalmente a modo suo senza seguir l’etichetta a puntino avendo ampiamento dimostrato di essere una duchessa alla sua altezza,
per cui ora vuole solo svolgere il suo ruolo di madre. Imperfetta come tante perché un figlio richiede tutte le attenzioni almeno nei primi mesi di vita come tutte le mamme del mondo.
Le quali hanno diritto ad una aspettativa sul lavoro che a Kate invece è stata negata stante il suo rango e il dovere verso il popolo che la reclama.
Che sofferenza deve essere per una madre sapendo che il bambino a casa piange per avere la sua poppata mentre lei deve accarezzare scolaresche con alunni che danno spintoni e urlano il suo nome che non sarà mai dolce come il vagito di un petit prince a nome George, l’unico che Kate ha sempre in testa. Altro che capelli!
Smessa la maschera della duchessa perfettina Kate si poteva rilassare un filo se non fosse per l’ansia continua del bambino in balia delle tate, ansia che traspare chiaramente dai fili grigi della radice che per accontentare la regina dovrebbe andare immediatamente a coprire con la giusta nuance. Perché lei vale. Ehhhhhh, anche meno. Mica vuol far la star dell’hair spry, grasso è bello! Ciccio bello ora è George.
Recitare un ruolo con i capelli infatti è una prerogativa di molte star dello spettacolo: ad ogni film un taglio nuovo. Se non va bene il film almeno resta il taglio a far tendenza.
Qualche nome?





Un’attrice sulle orme di Demi Moore si sta rivelando Jennifer Lawrence che nel corso dei suoi primi film Oscar incluso, ha cambiato acconciature a velocità supersonica partendo da uno stile ragazzina biondo miele di Un Rigido Inverno per riproporsi poi a seguire con lunga treccia per Hunger Games facendosi il capello scuro con cofana da donna matura per Il Lato Positivo con il quale ha indurito completamente l’espressione mantenuta per il sequiel del prossimo Hunger Games 2 La Ragazza di Fuoco, addolcendola un filo, ma in stile Bella Epoque (V. anche Begum anni 70) con una nunce castano chiaro nel prossimo film American Hustle.

E per finire l’immancabile Scarlett Johansson che passa dal biondo al nero non mancando il rosso da vedova nera neanche fosse testimonial de L’Oreal di serie “Perché noi valiamo”.
Sì però attenzione che da attrici a shampiste il passo è breve rischiando di trovarsi poi castigate come star sopravvalutate per un prodotto di tendenza casting. Come dire il film non vale il costo della Star.

ESTATE 2016 IN BURKINA
Questa è stata l'estate delle polemiche del velo non velo, vedo non vedo. La faccia.
Burka e burkini l'han fatta da padrone accendendo gli animi di tolleranti e detrattori.
Del Burka meglio non fare commenti perchè in pieno accordo con il veto imposto da tanti Paesi Occidentali. Giustamente perchè se vale come difesa dagli assalti dei Talebani in Afghanistan non è concepibile che venga indossato nei nostri Paesi per seguire una cultura o una religione troppo punitiva per una donna.
Libera di scegliere di piacere al marito ma la riconoscibilità dell'identita ormai è un fatto di sicurezza.
Non è più come alcuni anni fa quando era capitato di puntare morbosamente il dito verso l'unica donna di un Paese di provincia che circolava con il burqa insieme al suo bambino alla quale, dopo essere stata additata pubblicamente da un giornalista su un palco in una piazza, le era stato proibito dal marito di uscire di casa facendole doppiamente male.
Così è anche a tutt'oggi per quelle poverette incapucciate ma la sicurezza ha la priorità in assoluto perchè i tempi a rischio di attentati lo esigono.
Questo non vale comunque per quelle ragazze che questa estate sono scese in spiaggia per fare il bagno con il burkini perchè non facevano del male a nessuno se non a loro stesse perchè fare il bagno inzuppate è una sofferenza per cui si presume che lo facessero per orgoglio nell'esternare un simbolo di appartenenza alla cultura islamica per una precisa scelta politico-religiosa. Libere di affermarsi come pare a loro perchè siamo in democrazia dove ciascuno ha diritto di vestirsi come gli pare.
E così anche per queste musulmane che si potevan considerare più amabilmente come “tipe da spiaggia” perchè il costume faceva nota di folklore di questa nostra società ormai diventata invece intollerante per tutto quello che vien dai mussulmani che va dal Kebab alle Moschee passando dal nijab.

Una ragazza (visto con i miei occhi) è scesa dalla macchina in mutandine e canotta per entrare in un negozio scusandosi dicendo che era uscita di casa per un minuto.
Minutina era anche la mutandina con ai piedi le infradito: una mises veramente scandalosa alla faccia del buon gusto. Altro che burkini.
Poi ci si scandalizza per il fatto di Tolone nel quale i mussulmani si sono scagliati contro ragazze in mini-short.

Offesa per offesa non si va certo avanti nel processo di pace e di integrazione.
Quelli comunque che si sono indignati per il burkini tanto da chiamare le forze dell'ordine per ordinare alle mussulmane di spogliarsi perchè la mise da spiaggia è rigorosamente il costume dovrebbero indignarsi anche con quelle ragazze in mini-mini ma proprio mini short che circolavano e circolano tutttora in città ciabattando come delle sciattone.
E vada pure per il mini short a taglio jeans con l'orlo stretto all'inguine ma quelle con le culolotte a cosina cosina vedo-non vedo ma la vedo open air stante l'orlo largo e svolazzante, quelle proprio no. Da tipe da spiaggia a strappone del marciapiede il passo è quello di un orlo in una crisi di civiltà. Globale questo va detto a rischio inevitabile di pericoloso scontro.
Un po'di buon senso da parte di tutte queste tipe da spiaggia non sarebbe male: le ragazze col burkini dovrebbero avere l'accortezza di andare a fare il bagno nelle loro piscine private o spiagge riservate come fanno i nudisti mentre quelle smutandate che si facciano pure i selfie.. E pace e bene per tutti.