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sabato 29 novembre 2025

YUL BRYNNER PETTORALI SEMPRE IN VISTAVISION

 

Yul Brynner è un'attore di nazionalità russa ma naturalizzato americano.

Curiosamente è sempre stato ingaggiato per ruoli storici dove potesse mettere in bellavista i pettorali perché  la sua fisicità era possente e realmente selvaggia sia nei panni di re che di ribelle che aveva calzato sempre e comunque a testa rasata perchè aumentava il suo fascino virile. 

I personaggi storici che ha interpretato sono numerosi a cominciare da Ramses nei Dieci Comandamenti con Nefertari interpretata da Anne Baxter che gli preferiva invece Mosè. Questo idillio è una libera interpretazione perché fra i geroglifici di alto profilo lei è passata alla storia come Colei per la quale Sorge il Sole.

Altra interpretazione biblica è quella di Salomone e la Regina di Saba con Gina Lollobrigida, oppure il Re ed Io con Deborah Kerr mentre il selvaggio lo aveva interpretato con Taras Bulba, bellissimo film visto su Rai Play dove le scene di massa sono stupefacenti niente effetti speciali la moltitudine di guerrieri è autentica e ci fa apprezzare i bei film che facevano una volta. I quali ci fanno capire la crisi del cinema. La trama è ingenua ma l'insieme è spettacolare.

Altro film importante in costume da Cow Boy è I Magnifici 7 ispirato al film I 7 Samurai con Toshiro Mifune che Yul Brynner riportava nella versione americana.

Ma la scena più memorabile spicca nel film Il Re Del Sole ambientato fra gli Atzechi dove lui, aquila nera, è stato fatto prigioniero e costretto ad attraversare la folla che gli aveva fatto largo per arrivare ai piedi del trono.

Qui Yul Brinner dimostra tutta la fierezza di un vero selvaggio virile imperioso e fiero ma soprattutto il sex appeal di un'eleganza impareggiabile che ha sprigionato con la lunga camminata, una falcata felpata con tutti i muscoli in movimento a punto luce nel fondoschiena che accompagnava il passo delle gambe come una sorta di danza. Bellissimo e sensualissimo spaccava   come nessun altro attore. 

Infatti era unico perché recitava con il corpo ancor prima che con le battute.

Il film non è stato memorabile ma quella falcata vale per tutto il film.

venerdì 28 novembre 2025

QUO VADIS, ROMA BRUCIA E L'AMORE TRIONFA NELL'ARENA

 


Ai Romani piaceva la biga sulla quale volavano da Roma ad Anzio e Provincie o rientrando trionfalmente a Roma dopo aver vinto una battaglia. C'erano anche le quadrighe ma quelle venivano usate per i giochi nel Circo Massimo.  La biga era quella che preferivano perchè leggera e scattante sotto la guida ferma del guidatore un Tribuno un Centurione o un Patrizio che la guidavano personalmente senza l'aiuto di uno schiavo perchè era come una sorta di macchina per soli uomini dotati essendo lo sforzo fisico dal trotto al galoppo non  indifferente. La biga lo esigeva per cui veniva montata sempre da guidatori adeguati.


Un magnifico Centurione lo abbiamo visto in Robert Taylor nel film Quo Vadis, nel ruolo di Marco Vinicio che con tutta la forza della sua passione per Licia guidava la diga in corsa verso Roma in fiamme per andarla a salvare nella suburra. Insieme a lei c'era lo schiavo Ursus un gigante germanico affidato a Licia che viveva a Roma come ostaggio presso una famiglia di Cristiani che la trattavano come figlia. Su Licia invitata a Palazzo da Nerone si era posato lo sguardo torvo di Poppea gelosa di Marco Vinicio che voleva il Tribuno ad infoltir le fila dei suoi amanti alla faccia dell'Imperatore in tutt'altre faccende affacendato tranne che a controllar i tradimenti di Poppea.


Dopo che la colpa dell'incendio era stata attribuita ai Cristiani Licia e il suo schiavo Ursus furono sbattuti nell'arena per essere dati in pasto alle belve per il divertimento della folla stordita con panem et circense.  Licia veniva incatenata ad una colonna per essere caricata da un toro scatenato il quale però veniva fermato da Ursus che lo prendeva per le corna girandogli la testa fino a farlo morire. Col Pollice su della folla in delirioe, i due giovani potevano unirsi cristianamente nel matrimonio mentre Nerone veniva ucciso con le milizie che si apprestavano ad entrare in Roma con a Capo Commodo, 

 


Il cinema fin dagli inizi ha sempre rappresentato la Storia sotto un profilo molto alto con la classe nobile sempre in tiro e pervasa da elevati sentimenti con l'eros solo palesato. In Quo Vadis per esempio la lussuriosa Poppea avvolta sempre da cima a piedi  nelle vesti dei colori del Potere come viola e oro, per fremere davanti al centurione Marco Vinicio si mordeva il labbro alzando il sopracciglio restando immobile nella sua altera nobiltà.

I film storici hanno sempre mostrato storie d'amore puntando al cuore piuttosto che al sesso imbastendo liaison fra schiave e padroni all'insegna dei buoni sentimenti. Le scene di sesso si lasciavano intuire dietro a una coscia che veniva scoperta o a una spalla nuda sul quale lui metteva una mano per farla voltare ed imprimerle un lingua in bocca da apnea come il massimo dell'erotismo palesato, passando poi alle scene di letto (per la classica sigaretta del dopo) dove entrambi erano avvolti da lenzuola facendo capire di avere consumato.

Tutto si svolgeva sempre all'insegna di grande eleganza esaltando la star protagonista sia che calzasse un personaggio di stirpe nobile che di basso rango in una cornice sfavillante sempre in technicolor panavision col strombazzare delle trombe ed il battito dei tamburi facendo sventolar bandiere in sfilate maestose. Persino la suburra o i quartieri della case povere avevano una loro dignità con strade pulite, bettole accoglienti case arredate con tendine e camini accesi. Insomma un tripudio di archeologia virtuale a rappresentare la storia così come avremmo voluto che fosse in tutta la maestà del nostro passato sempre rappresentato in Kolossal indimenticabili a cominciare dai tempi Biblici fino alla Belle Epoque. 


giovedì 27 novembre 2025

DRAKULA FRA LE CENERI DEI BALKANI

 Imprecazione contro Dio. “Questa è blasfemia!”. “No, questa è la Carpaziaaaaa!” Ed è così che inizia una danza a culi nudi a tambur battente a ritmo sensual-zagabrinsky-rock di ispirazione Goran Bregovic (quello di matrimoni e funerali): Cazzinculo-cazzinculo-cazzinculo-cazzinculo... Eccheccazzooooo|

Infatti arriva a forma di clava che il “protagonista satanico si posiziona dietro per succhiarne uno piccolo davanti.
Wilma danmmi la clava! No non siamo sul set dei Flingston ambientati al tempo della Pietra, ma alla Fondazione Teatro Due il 5 dicembre 2015 per lo spettacolo Drakula di Bram Stoker, liberamente interpretato da una compagnia Slovena con la regia di Andras Urban. Il Terribile!
Il quale viene invece definito visionario, ma la visione non è per tutti men che meno per un pubblico adulto visto come tanti hanno lasciato alla fine la sala senza applaudire.


Sicuramente erano scandalizzati dalle scene orgiastiche nelle quali gli attori non si sono fatti mancare niente arrivando, fra seghe stupri e cazzinculo cazzinculo czzzinculo a catena nel portare in  scena neonati fra le braccia delle madri a succhiare prima il seno e poi fra le loro gambe.
Passino pure queste rappresentazioni oscene perchè il web abbonda con una vasta offerta per tutti i gusti sessuali ai quali siamo assuefatti pupi compresi perchè appena nascono hanno già lo smartphone in bocca per poi metterselo davanti a vederlo crescere fino a quando non lo posizioneranno a'retro per comprarne uno  tecnologicamente più avanzato ma questo era un passo che Teatro Due poteva anche evitare.


Certo uno doveva immaginarlo che lo spettacolo avrebbe fatto sensazione perchè l'argomento va già da sé verso l'affondo fra le viscere del male ad incutere paura e terrore nel vedere tutto quel sangue sgorgare specie dalle parti basse delle protagoniste donne. Le quali con la canotta della salute e le mutandine bianche si sono esibibite con il loro mestruo color sangue in bellavista cosicchè a prender il cazzinculo-cazzinculo-cazzinculo è toccato al maschio.  Diavolo per antanomasia in quanto detentore di ogni potere, quello politico, economico e finanziario e di tutto ciò che fa beni materiali a corredo del benessere e del lusso dell'uomo privilegiato perchè grande predatore.
Una breve prefazione prima dell'apertura dello spettacolo ci ha posto tutti davanti alle recenti guerre dei Balcani con gli attuali rifugiati che tendono la mano per uscire dalle persecuzioni dell'Isis perpetrate in nome di Dio, nelle quali i Cristiani hanno comunque sempre fatto la loro parte con le Crociate e anche dopo quando erano in pace torturando fino alla morte quelli che consideravano contro: eretici streghe e tutto quanto considerato anormale che con l'Inquisizione ha raggiunto un picco di disumana follia.
Come quella che aveva colpito il Conte Drakula secondo Stoker nel mettere in atto una sanguinosa vendetta contro i suoi nemici che aveva fatto affogare, dopo atroci torture, in un bagno di sangue dal quale lui era risorto più forte e più potente fino a raggiungere l'immortalità.


Ma Drakula non è il diavolo ma  un sopravissuto che continua a rivivere in possesso di tutti quegli uomini i quali, sottoposti ad atroci sofferenze diventano loro stessi disumani perdendo ogni speranza di tornare a vivere.
Non è stato così anche con i campi di concentramento quando in molti si erano chiesti dove fosse Dio in quel momento?
Dio non c'entra in queste “cose di disumane vicissitudini” perchè lui ha lasciato agli uomini il libero arbitrio  nel seguire o non seguire le leggi universali rivolte al bene   impresse nelle nostre menti e scritte nelle Sacre Scritture per darci una rinfrescata alla memoria di quello che dovrebbe essere la nostra vita.. Possibilmente a dignità  umana e non animalesca. così come succede a tanti uomini che non si possono chiamare tali, con  Drakula in primis, cristiano maledetto perchè malato terminale nell'anima e nella mente.
E fin qui va benissimo. Quanti indemoniati abbiamo già visto al cinema (di serie esorcismo) o in Tv (in miniserie nei quali il vampirismo è studiato in psicanalisi)  assistendo alle loro imprecazioni contro Dio? Ma un conto è una fiction virtuale un altro è assistere dal vivo  ed applaudire partecipando di fatto ad inneggiare a Satana come se assistessimo ad una Messa Nera? Nella quale l'unica curiosità consiste nel constatare quanto i Teatri Europei rispetto a quelli nostri Italiani fin troppo legati a Cechov  coi suoi Giardini mal curati e patrimoni dissipati, o a Goldoni con le sue Baruffe Chiozzote e Locandiere Arlecchine, si siano portati ad osare sconfinando oltre l'umana comprensione.


Perchè la domanda è: come mai noi occidentali lasciamo che una raffica di imprecazioni contro  Dio  che sono solo l'occasione per dire bestemmie in diretta ed in coinvolgente, anche se involontario happening che  di fatto ci fa entrare nella fila  degli adepti all'altare di Satana, accettiamo tutto questo mettendoci ad applaudire in nome  dell'arte che non deve avere censure? Ma la bestemmia secondo la nostra costituzione non è un reato?
Un conto è la libertà di satira un altro è la libertà di maledire “Colui” che ci ha creato. Liberi di non credere ma di offendere assolutamente no. Specie se è il Divino Creatore nella quale per fortuna l'Umanità ancora crede.


Concludendo:  non sarebbe male consigliare a questi giovani attori croati vitali ed entusiasti nel fare un'orgia in scena mimata ad arte-porno-pedofila mentre si inanella una serie di bestemmie come una sorta di lugubri litanie a pugno alzato verso Dio e la Croce, di armarsi di coraggio e andare a lavorare facendosi veramente un po' di culo.
Farsiilculo-farsilculo-farsilculo...anche perchè gli applausi raccolti sono stati alquanto tiepidi. 
A Teatro Due non si è mai sentito fischiar nessuno. Tutti bravi, basta che recitino su questo palco che in tutti questi anni si è ammantato di fama di teatro d'avanguardia d'Europa  frequentato soprattutto dall'intellighenzia parmigiana.
Si fa per dire perchè una compagnia di uomini adulti uscendo se la ridacchiavano come dei raffinati spettatori di porno-club dicendo: “Però, ci siamo fatti una cultura. C'è sempre da imparare...” Erano sicuramente fra quelli che avevano applaudito entusiasti: mai visto tanto realismo porno-horror-sado-maso-fetish-pedofilo nelle performances teatrali.
Gira e rigira è sempre il sesso che colpisce. Le bestemmie sono scivolate via senza lasciare il segno. C'è da riflettere.



lunedì 24 novembre 2025

SANDOKAN SBARCA SU MAMMA RAI


 

"Mamma li' turchi!”

Ebbene sì, dopo essere sbarcati alla baia di Mediaset con le soap, che a lungo andare sono diventate un filo soporifere, ecco che mamma Rai ha accolto come una sorta di rifugiato fra le sue braccia il turco dei turchi Can Yaman. The Best. 

L'altra bestia che si prefigge di sconfiggere è la tigre a ripercorrere la scena memorabile della prima versione con il Kabir Bedi che alza il pugnale mentre la tigre si lancia su di lui, trafiggendola a morte. Sandoka Sandokan , più Kan che Sando perchè Can Yaman è il nuovo che avanza dalla Turchia con amore.

L'amore è quello proibito e contrastato per la Perla di Labuan che lui infila posizionandola fra le sue perle già conquistate con i pescatori della Malesia.

Un tesoro nel tesoretto che gli consentirà di sconfiggere i suoi nemici fra i soldati Inglesi per impalmare il suo grande amore facendo coppia per perpetrar la specie a “sangue misto”.

Un sangue misto ammantato di purezza come l'amore di questi due giovani anche se poi si presume faranno robe da Turchi perchè Sandokan-Can Yaman è turco e cane..

Porco cane!

Che comunque non è un grido di piacere ma un'imprecazione  perchè con i Turchi si sa si rischia di andare oltre. 

https://www.youtube.com/watch?v=DV8RSn0utNQ





sabato 22 novembre 2025

ORNELLA VANONI, UN FILO DI TRUCCO UN FILO DI TACCO.

 

Il primo amore non si scorda mai. Se poi questo è anche un genio allora ti lascia anche l'imprinting. Ornella Vanoni nasce come creatura di Giorgio Strheler e nell'ultimo Tour in scena al Teatro Regio di Parma Domenica 16 novembre 2014 , lei si conferma una Lady, cantando e recitando canzoni con tanta poesia.
Non quella di Gino Paoli (Senza Fine infatti non l'ha concessa nemmeno con il bis) ma quella che le ha insegnato Strheler al Piccolo Teatro, ovvero canzoni di vita vissuta.
Un Filo di Trucco un Filo di Tacco diceva la sua mamma. Invece no.
Ad una certa età è arrivato il momento di togliere la maschera ed apparire al naturale: senza trucco e senza scarpe, con un filo di pancetta e shampoo fatto in casa in tutta fretta.
L'effetto è quello minimalista, essenziale del Piccolo Teatro di Milano. L'Imprinting che ha segnato il suo percorso.
Arrivata ad una certa età, può concedersi di tutto, anche ritornar bambina, come vezzo e animale come una sorta di ritorno alle canzoni della mala dei suoi esordi. “E' tempo di Intervallo. Andiamo a far pipi'” dice per fare uno stacchetto tra prima parte e seconda.
Una caduta in basso servita a raccontar un aneddoto di quando in casa di un amico con giardino si assentò un attimo per fare la pipì sull'erba con  libidine liberatoria.
Molto fisica, molto sensuale, molto in tono con la voce ancora molto possente e padrona della scena, ad una certa età Ornella Vanoni si concede al pubblico seguendo un filo di discorso che va da quello delle intime emozioni nelle relazioni con il maschio, al quale si è sentita avvolta come destino, come vocazione e per...necessità, a quelle che impegnano nel sociale immedesimandosi di volta in volta in personaggi emarginati con problematiche tragiche.
“Che non sono le mie.” sottolinea Ornella, “Io sono stata fortunata perchè sempre protetta”.
Il pubblico è galvanizzato dalla sua voce ancora piena di energia che scaturisce dall'anima di una persona che ha vissuto in pieno la sua vita, lasciandosi vivere con l'amore, lasciandosi morire con la solitudine.
Dalla quale comunque è guarita risorgendo fra le ceneri come un'araba fenice (curiosamente Senza Fine ha fatto da colonna sonora all'omonimo film) per ritornare al gusto della vita. Che voler di più dalla vita? Un Lucano? No, tanti amici con i quali godere in compagnia.
Ad una certa età si comincia a capire il senso di “chi trova un amico trova un tesoro”, perchè nessuno più ti fa le coccole, nessuno più ti canta la ninna nanna.
Ecco allora che, compiuto destino e vocazione, entra in scena la necessità...di tanti amici, del calore del pubblico con il quale Ornella si concede il vezzo di tornar bambina come quando dispettosa faceva pipiì in terra invece che sul vaso. seducendo nel rivelare gli ingredienti per fare un dolce da mangiare.
Perchè la seduzione si può imparare, a differenza del fascino invece che è innato. E dunque spiazzante. Il fascino non ha età e non si impara. Poche persone ne sono dotate.

Così parlò la Vanoni che in quanto a seduzione ha molto da insegnare perchè, come dice lei, Giorgio Strheler le ha insegnato tutto tutto. Anche troppo, ivi compreso il tradimento (con l'allora povero ma bello Renato Salvatori con il quale Ornella ebbe un flirt) mal digerito dal maestro.
Ma ormai è troppo tardi per rimorsi e rimpianti: l'ultimo Tour e poi il ritorno a casa. A Milano.
La serata si è dilungata fin quasi a mezzanotte e va ricordato che era stata promossa dal Lions Club Tre Valli di Langhirano con il ricavato devoluto per l'addestramento di cani guida per non vedenti.
Ad aprire lo spettacolo le ballerine della scuola di danza Arp Dance con delle performances molto gradite dal pubblico, presentate dal volto di una Tv locale.



BALLANDO CON LE STELLE, IL SEGRETO DI MILLY CARLUCCI

 

Quale sarà il segreto dell'inossidabile Milly? Il trucco e parrucco, il sorriso perennemente stampato sul viso, o la forma fisica sempre uguale a sé stessa da quando aveva esordito come inviata di Renzo Arbore pattinando sul ghiaccio? Ghiaccio bollente perchè arrivando a Ballando è tutto un tiro incrociato fra giuria e ballerini star. “Siamo qui per divertirci, per giocare...” afferma lei, ma intanto loro non se le mandano a dire senza limiti alla perfidia né tanto meno nel rispetto della privacy.

Il privilegio di poter eccellere in questa oratoria all'acido jaluronico spetta a Selvaggia Lucarelli che fra le tante frecciatine gossipare ha rivelato il cachet di Barbara d'Urso, la quale fra un battito di ciglia ed un Kaské risponde sempre con un sorriso grata dell'opportunità che la Milly le ha offerto di poter rimettersi in gioco in Tv. Così basta che mostri una gambetta di ballerina agé che tutti si scatenano in una standing ovation avendo tra l'altro sbaragliato tutti, Francesca Fialdini in primis che si era aggiudicata la Pole position fin dalla prima apparizione ballando al ritmo di anema e core per poi ritirarsi causa infortunio.

E qui Barbara d'Urso docet dall'alto della sua esperienza di conduttrice navigata: bastava er core.

Col cuore col cuore. A cuor leggero, soprattutto. E questo vale anche per i giurati perchè qualche volta vanno giù pesante scadendo nel trash, proprio quel trash del quale è stata tacciata la conduzione di Barbara d'Urso. Milly Carlucci non interviene mai, lascia parlare perchè sa che la lite fa salire l'audience limitandosi a intervenire lasciando il giudizio al pubblico da casa permettendo di interagire con lo spettacolo alzando il pollice su o giù. Sempre dopo che sono state versate lacrime (vere) e sangue (nei duri allenamenti) trasformando le star,entrate alla prima puntata baldanzose e motivate,  ad una sorta di anime in pena desiderose di finire per tornare a casa. 

Col cuore col cuore pigola invece la D'Urso! Alla sua età con tanti anni di carriera a Mediaset, ha già capito tutto.


venerdì 21 novembre 2025

BALLANDO CON UN TRANS, UN TANGO INCISIVO A COLPI DI BISTURI E SCHIAFFI

   Le donne molto femminili attraggono uomini forti mentre quelle forti attraggono uomini deboli a sfatar quel detto che solo all'uomo forte piaccia una donna di carattere non temendo il confronto. Le donne forti vengono definite con ,"le palle" e quant'altro a corredo per cui gli uomini li fanno scappare restando sole al comando specie quando sono membri al vertice di un CdA di un Governo di una Trono.

Pensiamo a Elisabetta I per esempio passata alla Storia come regina vergine ma con il dubiio che fosse un uomo per la sua personalità indipendente e autoritaria ma soprattutto perchè con gli uomini che amava la prendeva sempre nel c..lo.
E che dire di Brigitte Macron la quale si è dovuta difendere dal gossip al veleno di essere nata uomo e poi operata, tacciando di fatto il Presidente Macron come un gay.
Ed infine Giorgia Meloni che in un Paese maschilista e patriarcale come l'Italia è rimasta vittima di complotti per destiotuirla, quando un Andreotti è stato lasciato governare nonostante il dubbio di qualche responsabilità nel caso Moro e di legami con la mafia suggellati dalla foto del bacio a Toto' capo dei Capi e senza che nessuno si sia indignato per gridargli "Li mortacci Tua"?

Certo è tutto da intendere sotto metafora perchè in senso figurato sarebbero tradotte in Trans veri e propri. Che cosa ha un trans in più di una donna: oltre al lato b) c’è di più è ovvio. E di svariate dimensioni. Molti trans ricorrono alla chirurgia nell’illusione di trovare equilibrio fra forma fisica e mentale ma non sempre ci riescono  perché, anche quando si operano, mantengono  la loro “natura  maschile” che manifestano nelle  performances erotiche, assumendo nella coppia il ruolo dominante. Ad illustrarlo al meglio è stato uno dei serial Tv fra i più interessanti: Nip &Tuck dove i due protagonisti, chirurghi estetici e soci  risolvono casi disperati o capricci delle clienti, sullo sfondo delle loro vicende private fra parallelismi e intrecci vari, in perfetto stile Beautiful non più settore Fashion, ma Medicina. L’episodio di cui trattasi aveva raggiunto l’apice con una scena di seduzione fra le più raffinate ed erotiche “danzata” è il caso di dirlo, con ritmo scattante e scudisciante come un video porno soft a musica di Bob Fosse.

L'interprete FamKe Janssen, alias Ava Moore, nel ruolo della psicanalista volitiva e predatrice, puntava la preda (il chirurgo più fico Christian) accompagnata dalla musica di un Tango, incalzando con parole fortemente umilianti ed arroganti, intervallate da colpi di schiaffo che facevano arretrare il partner fino a stordirlo ed arrapare talmente tanto da farlo implorare, fuori di testa, di essere preso a morsi.

Un serial, che pur uscendo dal mucchio di quelli della Polizia, Detectives Pronto Soccorso e Vampiri vari, riusciva a mantenere alta la tensione e l’interesse a colpi di bisturi e di schiaffi, offrendo spunti interessanti per riflettere.

Per esempio, la psicanalista dominatrice che, appena prima di inziare il rapporto sessuale, a sorpresa si rivelava essere un uomo “operato", con questa sua “incisiva” seduzione ci porta inevitabilmente a dedurre e concludere che “una-donna-con-le-palle” non potrà mai misurarsi alla pari, perché molto più forte di un maschio. Schiaffo!

https://www.youtube.com/watch?v=M3fvbFcnAQ0








mercoledì 19 novembre 2025

COMMISSARIO RICCIARDI TERZA STAGIONE

 Piace il commissario Ricciardi terza stagione su Rai uno? No. Innanzitutto perchè sembra diventato una sorta di tenente Colombo sempre con il trench anche sotto il sole di una spiaggia per svolgere le indagini, mentre prima affascinava muovendosi fra una Napoli piovosa, cupa, gotica così come ben descritta in locations nelle commedie di Eduardo De Filippo ora su Rai Play, Natale in Casa Cuppiello con Sergio Castellitto, Napoli Milionaria con Valeria Scalera e Massimiliano Gallo, e questi Fantasmi diretto di Alessandro Gassmann sempre con Massimiliano Gallo e Anna Foglietta.

A parte questi particolari di location scenografici fra interni ed esterni, non piace il sorriso che sfodera continuamente il protagonista Lino Guanciale molto accattivante in lui come attore ma suonando poco inerente allo spirito del personaggio Ricciardi specie quando lo esprime  in maniera isterica di fronte alla futura suocera invadente e petulante ad evocar lo Scapolo con Alberto Sordi nel constatare che tale madre sia tale figlia.

Un altro dettaglio evidenziato nella serie è nel vederla tutta improntata in un do ut des intriso di materialismo all'insegna de “la-dò-e-non-la-dò”.

Infatti a darla ad effetto sorpresa e la protagonista Maria Vera Ratti, sempre rappresentata in tutta modestia e pudore verginale, che ora si rivela una sorta di gattamorta che si concede senza remore e con disinvoltura prima del matrimonio ad un fidanzato nobile   il quale secondo l'etichetta di commissario e gentiluomo la doveva rifiutare per aspettar le nozze, così come aveva insegnato il Kaiser con la principessa Sissi visto su Canale 5. Certe incongruenze non si possono lasciar perdere per dare credibilità alla serie che fino ad ora filava liscia con una trama in bilico fra dramma e leggerezza senza scadere nella farsa e dalla farsa alla tragedia. 

Sì perchè un'altra considerazione andrebbe  fatta sul personaggio di Erica che di fronte alla fuga del fidanzato dopo la risata  alla Sordi, si piega al volere dei genitori senza una minima emozione accettando di fatto serenamente il loro consenso per un matrimonio combinato quando una Saman del Bangladesh ci ha rimesso la vita nel rifiutarlo per seguire il suo innamorato.

Insomma tante incongruenze che non si possono rappresentare in un periodo fascista anni trenta perchè, anche se si dava del Voi ai genitori, si rispettavano le scelte d'amore dei figli avendo la prima guerra mondiale  impresso una svolta nel costume che riconosceva  una certa indipendenza alle donne, acquisita per forza di cose con gli uomini al fronte 

Lo stesso discorso vale per l'altra protagonista Livia (Serena Iansini) partita alla grande nelle altre puntate come affermata cantante bella e indipendente la quale, solo perchè ora non la dà al ducetto di turno che si dichiara perdutamente innamorato di lei dopo averla usata per intrallazzi sessuali, viene perseguitata da questi con l'intento di farla diventare pazza. Per quale motivo?

Lo vedremo nelle prossime puntate se qualcuno vorrà rivederle perchè ormai il commissario si è sposato finendo la cerimonia nel portare a letto la sposina, udite udiete già incinta,  con la quale si scambia le coccole ridendo e scherzando spezzando così la tensione del loro tira e molla pudico ed educato che teneva alto gli ascolti. 

Come a dire che il matrimonio sia la tomba dell'audience. E speriamo della serie.

venerdì 14 novembre 2025

PAUL MESCAL E JACOB ELORDI I NUOVI SEX SYMBOL.


 Paul Mescal e Jacob Elordi sono i nuovi sex symbol della generazione Zeta mascolina ma anche no.

Il primo fenotipo è stato Paul Mescal attore irlandese la cui popolarità è esplosa l'anno scorso a Cannes con il film Il Gladiatore II, ed ha avuto la sua consacrazione quest'anno, sempre a Cannes con il film The History of Soud tema omosex,  mentre Jacob Elordi, australiano d'origine,è diventato famoso in tutto il mondo con il film Frankestein presentato a Venezia quest'anno.

Entrami sono attori talentuosi provenienti dalla Televisione, il primo con la serie Normal People ed il secondo con Euphoria mentre nel cinema  sono tutti e due creature di Ridley Scott che li ha diretti rispettivamente nel Gladiatore II e in The Dog Star, prossimamente in uscita


Come una sorta di giganti buoni hanno in comune una statura alta che li rende un filo dinoccolati nel modo di porgersi  ed un viso da bravi ragazzi di provincia più dediti allo sport che agli apericena, e sono i bellissimi ragazzoni che emergono nei campetti di quartiere giocando a volley o a calcio, in amichevole non avendo aria competitiva quasi giuggiolona come si vede dai red carpet dove non sono particolarmente a loro agio con giacca e cravatta, mentre sullo schermo sfoderano una grinta da guerrieri o da eroi romantici di strada, quelli che non danno mai garanzia di stabilità affettiva anche se dotati di bontà d'animo.

Insomma sono i classici ragazzi di provincia non bellissimi di viso ma con corpi atletici e pettorali importanti cresciuti fra cibi sani e genuini della natura dei  loro territori con campi sterminati di erica e orzo o di vigneti e grano e tante fattorie piene di animali rappresentando il fenotipo di una generazione zeta tecnologicamente preparata  vincente, atletica e dinamica più d'azione che di pensiero ma che sa emergere grazie all'entusiasmo ed ottimismo realistico  nell'affrontar la vita nella piena consapevolezza di sé avendo avuto tanto nella crescita che i loro padri e nonni non si sognavano di avere e di questo gliene sono grati. 

JASMINE UN PROFUMO DEL SALENTO

 

 Jasmine è il nome di un fiore il cui profumo inebriante nelle calde notti del Medio Oriente si espande nell'aria diventata più fresca.

Sotto il cielo stellato si annusa questo profumo ornando i capelli col suo fiore o facendo collane al collo.
Anche in Italia specie nel Sud, dalla Sicilia  alla Calabria passando per la Puglia il fiore è molto diffuso nei giardini delle case.
Jasmine è anche un nome di donna: in principio fu la figlia di Rita Hayworth e dell'Aga Khan che la coppia ebbe subito dopo il matrimonio.
A quel tempo Rita Hayworth era all'apice del successo dopo aver interpretato Gilda e Sangue Arena con Tyrone Power padre di Romina.

E' dunque molto curioso che Al Bano ex marito di Romina abbia scelto questo nome,  quando Loredana la nuova compagna ha dato alla luce una bambina chiamandola Jasmine come la figlia di Rita Hayworth che in Sangue e Arena aveva praticamente distrutto Tyrone Power, prima cantando accompagnata da una chitarra il motivo Luna Verde che lo faceva appisolare di brutto e poi facendogli le corna sugli spalti mentre lui in arena si faceva incornare da un toro.
Intrecci curiosi che fanno pensare a incontri fatali piuttosto che ad eventi casuali perchè sembra quasi che Jasmine Carrisi si stia imponendo presso il pubblico per spazzar via il mito dei Power.
Con una semplice canzoncina, più parlata che cantata, dal titolo Ego è diventata la beniamina dei social con tanto di benestare di Al Bano che apprezza il talento di sua figlia, bellissima presentandosi al suo fianco nelle copertine di tutti i giornali che hanno riservato anche ampi servizi corredati di foto con Jasmine e mamma Loredana della quale sembra la copia conforme.

Un battage pubblicitario che non ha accompgnato nessun altro figlio di Al Bano avuto con Romina nonostante tutti abbiano intrapreso carriere artistiche. Sì certo, si sono esibiti insieme sul palco o in Tv ma senza quell'orgoglio platealmente palesato da Albano con Jasmine.
La sua vera erede, dicono i giornali, quando invece sembra l'erede di Loredana: stessa coscia lunga e soprattutto stessa voglia di apparire scosciata e con le labbra a canotto “naturali” come quelle di mamma.
Madre e figlia fanno a gara sui social nel mettersi in mostra con selfie e in costume da bagno in quel sito di campagna fra la loggia di casa o bordo piscina delle Tenute di Cellino a raccontar quanto Al Bano sia felicemente rinato con tanto ben di Dio.
I figli di Romina sono grandi e stanno facendo la loro strada: Romina pure sta intraprendendo un suo personale percorso artistico con la partecipazione a film o esibendosi come cantante in assolo come come nella performance Canzone Complice un motivo orecchiabile e molto suggestivo con il quale ha brillato come aveva fatto agli esordi con Solitudine anche senza la presenza di Al Bano, oppure con il figlio Yari. Al Bano curiosamente ha fatto chiarezza nella sua vita privata, escludendo la ex moglie, per dichiarar la sua scelta  di convivere con Loredana quando il lockdown e la pandemia hanno posto fine ai concerti di massa come se Romina non le fosse più utile.

 Compresa la pestata per correre ai ripari Al Bano è uscito con una dichiarazione romantica verso la ex moglie a dare anche a lei un contentino riconoscendo che sia stato proprio grazie a Romina che lui abbia amato la sua terra facendovi ritorno con piacere per costruire la famiglia e le Tenute di Cellino riconoscendo in lei la musa ispiratrice e la compagna di successo di tutto quel patrimonio immobiliare e terriero di cui si trovano a usufruire tutti, tranne Romina (a Cellino è ospitata dal figlio Yari in una casa indipendente).
Se una fosse in Romina chiederebbe subito le royalty ma il tempo delle battaglie legali fra Romina e Al Bano è finito con l'inizio dei Concerti con la felicità ritrovata solo e rigorosamente sul palco.
A Romina è sicuramente bastato pro bono pacis ma probabilmente anche perchè ha voluto mantenere un rapporto affettivo con l'ex marito (l'unico vero amore della sua vita) e la sua libertà. Che non ha prezzo per cui Loredana può restare tranquillamente a ciondolar all'ombra delle frasche dei secolari ulivi di Cellino che la vita è tutta fuori.

Infatti se Loredana gongola Al Bano frigge per mancanza del suo pubblico e dell'adrenalina dello spettacolo che poi ha ritrovato con altri concerti, compresa la Russia e ancora con Romina in Spagna lamntandosi comunque di essere stato escluso da S.Remo.
Un'altra curiosità è nascosta fra le righe di un messaggio pubblicato da Romina Junior là dove afferma che molte coppie si amano senza per questo scegliere di convivere insieme. Teoria confermata dalla stessa Romina a Domenica In quando parlando del suo matrimonio Mara (prima che le voltasse le spalle perchè ora non sono più amiche) le aveva ricordato che di anni vissuti con Albano fossero trenta che l'ex moglie ricordava con una risata dicendo che fossero bastati. Certo a volte si fa buon viso alle delusioni, ma quel che è certo è che la storia non sia ancora finita perchè quand'anche fosse riecheggerà per l'eternità: ci sono tutti gli elementi per diventar un'opera immortale, la passione l'amore la felicità coniugale l'ebrezza la tragedia e la serenità raggiunta con le affinità elettive della musica e delle canzoni dopo tanto odio e rancore nel quale si sono annientati in un gioco al massacro devastante ma rinascendo dalle ceneri. Questo è  l'amore di Romina e del suo Al Bano.
Tra sogno e realtà a Cellino comunque è sbocciato un fiore a nome Jasmine che Al Bano ha scelto così come ha asserito perchè è un profumo del Salento. Nel nome, un destino.

mercoledì 12 novembre 2025

ELIZABET TAYLOR COSÌ DOLCE, COSÌ FORTE

 


Molti si domandano quale sia il segreto del successo di Elizabeth Taylor la quale è riuscita a prendere due Oscar  uno soffiandolo al marito Richard Burton molto più bravo di lei provenendo da teatro con una scuola Shakesperiana alle spalle. 

Eppure Liz non è mai stata un'attrice mostro sacro della recitazione perchè in tutti i suoi film lei ha sempre un'aria un po' assente a volta anche a bocca aperta molto più attenta alla sua immagine con make up perfetto con occhi e labbra truccati da far risaltare un volto bellissimo rimasto indimenticato nel cinema insieme al decolletè generoso che non ha mai nascosto in nessun film facendolo esplodere da corpetti con vitino a vespa e gonne a ruota o quelle mitiche in longuette nel film Il Gigante.

A differenza di Marilyn che era una bionda svaporata, Liz sembrava che recitasse in trance come una sorta di patata senza spirito perchè di ogni storia ne faceva un dramma.

Insomma un'oca non giuliva per quell'aria sempre ieratica ed a bocca aperta prima di pronunciar frasi con parole calme e stentate come se non le venissero in mente dal copione, più protesa ad usare un'espressione di sofferta partecipazione che di gioia. 


l suo segreto sta in quiei cinque minuti che le prendono duettando con i partner nei quali vien fuori tutto il suo temperamento di donna forte capace di mettere a sedere tutti, compreso Richard Burton che se in Bisbetica Domata si era preso una rivincita mettendola sotto, nella vita si era consumato per lei regalandole i più bei gioielli del mondo annullandosi completamente tanto da affogare nel wiscky la sofferenza per essere messo in ombra sullo schermo.

Infatti Liz in quiei cinque minuti di monologo che le venivano concessi per sfogare tutta la sua rabbia nel motivare le sue ragioni d'essere il personaggio di quel contesto cine, diventava imperiosa o crudele come nessun'altra stendendo il partner senza pietà. 

Lo aveva fatto con Venere in visone verso Laurence Harvey quando, dopo avergli schiacciato il tacco in una mano,  gli aveva sprezzantemente restituito una pelliccia di visone sgommando con una macchina rossa, oppure nel Film improvvisamente  L' estate scorsa quando spiegava l'episodio violento sulla spiaggia da dove fuoriusciva dall'acqua con un iconico costume bianco, la cui foga dolorosa metteva in ombra persino Catherine Hepburn, oppure in Cleopatra quando distruggeva la camera da letto dove aveva dormito con Marc'Antonio perchè l'aveva tradita a Roma, assumendo un'aria glaciale nel farlo mettere in ginocchio una volta rientrato in Egitto. In questi frangenti si sente tutta la sua forza dominante che conquistava il pubblico e che ha dimostrato in pieno anche nel film Chi ha Paura di Virginia Wolf nel quale insieme a Richard Burton ha duettato con battute al veleno risultate più mortali quelle di lei nel proporsi come una vecchia moglie sfatta e ubriacona incarnando esattamente l'immagine che lui aveva il vezzo di farla rappresentare in pubblico per far capire a tutti la sua supremazia di maschio dominatore. Un gioco che lei nel privato accettava e che poi gliel'aveva presentato in un piatto d'argento con la superba interpretazione in Chi Ha Paura di Virginia Wolf, film per il quale aveva preso l'Oscar. 

Ma non è finita perchè anche in International Hotel la scena clou che lei aveva rubato a Richard era stata nello spaccare un vetro con un braccio per mano violenta di lui alle spalle. E nel Gigante quando fieramente, dopo essere svenuta fragilmente sotto il sole del Texas,  si alzava all'alba per suonare la campanella e dar la sveglia a tutti, rubando la scena alla cognata per farle accettare di essere lei la nuova padrona del Rench.

Nella Gatta sul Tetto che Scotta, dove si metteva in evidenza nel scendere le scale con un iconico abito bianco a ruota  invece è quel monologo con il quale si prende la rivincita su tutti che l'additavano come una poco allineata al modello di donna del focolare rivelando di essere incinta per dare l'agognato erede al casato. 

E così si potrebbe continuare all'infinito perchè questa è la legge del cinema ed il segreto di tanti film dove bastano pochi minuti emergere sull'ensemble e dare l'imprinting a tutto il film facendolo passare alla storia. 

A concludere  Elizabeth Taylor in un'ora di film dove appariva come una bellissima oca gentile e sentimentale da rasentar la noia, con pochi minuti di monologo incazzato esplodeva in tutta la sua veemenza per stendere la vittima riuscendo nell'intento di spiazzarla e metterla in soggezione stupito da tanta furia che non si aspettava.

Quando alcuni anni fa, poco prima di morire, era venuta in Italia per un Telegatto con un abito bianco, il suo colore preferito, sorridente e svagata  inconsapevole di trovarsi tra un pubblico di burini romani del cinema italiano che la deridevano trovandola buffa con quell'aria da diva che per lei era normale perchè tale era sempre stata in tutta la sua vita, si chiedeva a voce alta: “Perchè ridono?” facendo una indicibile tenerezza a quelli che invece sanno riflettere sulla caducità della vita. Di lei comunque resta il ricordo di una delle attrici più belle ed eleganti ma soprattutto sexy del cinema mondiale.



 

martedì 11 novembre 2025

PERFETTI SCONOSCIUTI E LA SVOLTA DEL CINEMA ITALIANO

Perfetti Sconosciuti è un film di Paolo Genivese che ha segnato una svolta nel cinema italiano perchè girato come una commedia teatrale in senso scenografico ambientando la storia in un appartamento con le sequenze dalla cucina alla sala da pranzo fino a concludersi nel bagno, sia scrivendo una sceneggiatura con un dialogo in palleggio serrato delle battute a volte fulminanti a volte spiazzanti ed un tocco di brivido caldo quando la Foglietta fa palesare che sotto al vestito verde fosse senza mutandine.

Oltre alla scostumata, quello che balza all'occhio è anche un'altra nota di costume rappresentata dalla tavola imbandita da tante portate ma rigorosamente senza tovaglia, una pratica diffusa molto in America, dove tra le altre cose brindano con le bottiglie delle bevante senza il bicchiere, che invece noi italiani più raffinati (e non per nulla famosi per il made in Italy) non abbiamo adottatto nelle nostre case dove, così come nei Ristoranti, ci sono ancora le tovaglie di lino, di fiandra o anche di plastica, ma ci sono.

Il film che ha ottenuto molti consensi è da considerarsi un'americanata? Sì perchè questa tecnica teatrale - che non è teatro tradotto in film come un regista a nome Zeffirelli per esempio tanto per citare un nome di spicco sia di teatro che di cinema, e nemmeno un testo teatrale in uno sceneggiato Tv come si faceva quando era in bianco e nero per esempio con Vittorio Gassman che recitava i classici ) è stata importata dall'America avendola già vista in Carnage di Polansky con una sorta di Gruppo di Famiglie in Interno (l'appartamento) che risolvono i loro drammi famigliari rispettivamente legati ai figli per Carnage, e alle corna nei rapporti di coppia in Perfetti Sconosciuti, portate senza dignità comunque perchè finisce con botte da orbi in scena ed un abbraccio in strada a rimarcar la dinamica teatrale del film con il messaggo che la vita di coppia intesa come tradizionale etero ed esclusiva, sia solo una commedia. La commedia della nostra vita. E ci sta.

Quello che non si riesce a digerire è la portata da parte del padrone di casa interpretato da Marco Giallini della pirofila di risotto o la pasta al forno non ricordo che mette, tra l'altro ancora caldo, sul tavolo senza la tovaglia. Non si può vedere.

Una curiosità, il film ha avuto tanto successo da essere esportato all'estero, Francia in primis la quale non ha comunque acquistato il film di Genovese, ma ha pensato bene di copiarne la trama con i suoi attori di spicco, tra i quali Juliette Binoche e Guillaume Canet. Così, udite udite, l'Italia lo ha importato promuovendolo come Il Gioco delle Coppie, il Perfetti Sconosciuti alla francese. I Francesi da tempo non premiano più i nostri film né al Festival di Cannes né tanto meno al Cesar (il nostro David di Donatello), gli italiani invece comprano le croste sui suoi originali, e le distribuiscono pure.


lunedì 10 novembre 2025

ANTICHI SAPORI PETTO DI TACCHINO ALLA DUCHESSA. I

 

 

Tra i piatti tipici della tradizione parmigiana  è completamente sparito il Petto di Tacchino alla Duchessa una variante, ma più delicata e gustosa, dei Saltimbocca alla Romana. 

Il Petto di Tacchino alla Duchessa (ovviamente riferito a Maria Luigia duchessa di Parma e Piacenza) era il piatto forte del Ristorante Aurora poi diventato Pizzeria  che non è stata più all'altezza del Ristorante, considerato uno dei più eleganti e chic della città il quale onorava i tempi dei clienti che avevano prenotato servendoli in ordine di arrivo senza alcuna distinzione come fanno i grandi Ristoratori.

Il Tacchino alla Duchessa era stato gustato a suo tempo, nel 1967, da Richard Burton ed Elizabeth Taylor in sosta a Parma durante il viaggio verso Firenze per andare dal regista Franco Zeffirelli a girare il film la Bisbetica Domata. 

In quel periodo della lavorazione l'Arno il 4 novembre era esondato sommergendo di fango la città di Firenze ripulita dai volontari i cosidetti angeli del fango e con la piena raccontata in un documentario per la Tv al quale prestava la voce Richard Burton in un italiano un filo storpiato dall'accento Inglese ma con un timbro intenso che prendeva il cuore.

Richard Burton è stato un grande attore: il suo modo di recitare era molto teatrale molto "istrione" più adatto  al Teatro che al Cinema perchè lui proveniva da una scuola Shakespeariana dalla quale sono usciti grandi attori come Laurence Olivier e Kenneth Branagh. I quali curiosamente pur essendo stati grandi anche al cinema non hanno mai ricevuto un Oscar come “miglior protagonista” e nemmeno alla carriera così come nemmeno Richard Burton. Questo perchè erano probabilmente oscurati dalla fama delle loro consorti, Elizabeth Taylor, Vivien Leigh ed Emma Thompson,  tutte dive molto acclamate  e vincitrici di un Oscar (Elizabeth Taylor anche due). La competizione di coppia deve aver logorato il grande amore e sodalizio che li univa perchè tutti gli attori chiesero il divorzio non accettando i ruoli di principi consorti.

Il Petto di Tacchino alla Duchessa è composto da due fettine di tacchino farcite con fettina di crudo di Parma e scaglie di parmigiano sigillate con  stuzzicadenti, infarinate e fatte rosolare nel burro sfumando con marsala o cognac (meglio perché era in voga ai tempi di Napoleone) e finire di cuocere con salsa a base di panna con sale pepe e noce moscata e magari con pepe verde come si faceva negli anni 70 col filetto di manzo per dare più sapore al composto molto tenero e delicato.
Volendo, per facilitare, si possono fare anche come involtini.




domenica 9 novembre 2025

UN SEMPLICE INCIDENTE di Jafar Panahi

 

Gli uomini s'ammazzino pure fra di loro perpetrando anche le loro vendette da consumare senza pietà ma i bambini non si toccano e la sacralità della nascita deve essere onorata con il sostegno alla donna come cultura della vita. Il messaggio è chiaro e forte ed è quello che trasmette il regista iraniano Jafar Panahi anche interprete del film Un Semplice Incidente. al cinema Astra e per il quale è stato premiato a Cannes e alla Festa del cinema di Roma con Premio alla carriera.
Il tema di questo film fa centro andando al sodo  dei problemi reali e drammatici che affliggono un Paese dove lui dirige da dissidente del regime a costo di essere perseguitato imprigionato e censurato così come è avvenuto.

Curiosamente invece questo film è arrivato in Europa forse non tanto per un'apertura del suo Paese quanto per una assimilazione del messaggio che emerge sopra a tutte le critiche al regime come valore talmente importante da mettere in secondo piano ogni  ostilità verso il dissidente regista.  

La condivisione di questo messaggio fra seguaci fanatici e vittime di pesante condanne devastanti porta alla  fine le parti  a darsi la mano come atto di comprensione essendoci alla base una onestà ideologica di intenti sia nel perseguitare in nome dello Stato Islamico che nel pretendere il diritto alla vendetta dal perseguitato avendo lottato per affermare la democrazia. Nessuna verità ma un abbraccio, seppur ruvido, nel riconoscersi tutti parte di uno stesso mondo con un chiaro riferimento dell'autore ai bambini Palestinesi la cui triste sorte ha fatto insorgere il mondo per la pace ottenendo finalmente un cessato il fuoco, purtroppo non ancor definitivo. 

 Il film ha fatto il tutto esaurito segno che il pubblico preferisce le sale d'essai dove si “porta avanti un certo discorso” che faccia riflettere su problemi sociali e di attualità al di là dei filmettini intimisti, delle liti degli emarginati nelle periferie dei drammi famigliari o degli amplessi di cornuti seriali e donne stressate dai tradimenti inflitti che poi fanno squadra o branco rosa per vendicarsi dei maltrattamenti subiti o ragazze con le micie in calore che la danno anche se non gliel'hanno chiesta. 

Insomma quell'Itaglietta del cinema che fa disertare le sale e poi ci si chiede come mai mentre la risposta è sotto agli occhi di tutti: sono le idee che mancano perchè si copia troppo. Se un'idea va come il film di Paola Cortellesi per esempio C'è Ancora un Domani ecco che si crea il filone con a seguir una stagione di film dei maltrattamenti in famiglia tutta colpa del patriarcato ancora imperante ecc. ecc.  E nessuno che dica basta, anzi si premia la  regista,  opera prima per un filmetto non importa che sia purchè sia donna, si distribuiscono premi ex equo alle donne per fare sorellanza e se una protesta i social insorgono parteggiando per quella che si spoglia per metter in mostra la coscia lunga (e non solo) della sinistra seguace di Schlein. Altra sorella. 

Così con sorelle fratelli cognate generi e nuore e figli, tutti i vizi di famiglia sono in primo piano a sfatar quel detto che la famiglia sia cerchio magico. Macchè, un inferno. 

L'Inferno invece è altrove. Fuori dal proprio naso.


mercoledì 5 novembre 2025

AGLI ALBORI DEL FASCISMO. CRONACHE DI POVERI AMANTI


Cronache di Poveri Amanti è un film (su Rai Play) del 2954 diretto da Carlo Lizzani e tratto dal romanzo di Vasco Pratolini ambientato nel 1925  agli albori del fascismo in ascesa in Italia, con le prime squadre di camicie nere che spadroneggiavano nei quartieri di Firenze in nome della rivoluzione  che rivendicavano come loro ideologia di un futuro regime al Governo con a capo un certo Benito Mussolini da contrapporre alla monarchia.

Ogni piccolo quartiere aveva il suo Ducetto che, conoscendo tutti essendovi nato, riusciva a controllare meglio le mosse dei dissidenti comunisti che si annidavano nelle case.

Il bello del quartierino denominato Corno era interpretato da Marcello Mastroianni ragazzo molto allegro sempre sorridente nulla facente e nulla tenente che comunque andava a bottega da un titolare molto rigido e severo che poi alla fine si rivelava un burbero benefico lasciandoci la vita per la causa della Resistenza. Tra una canzonetta “Ridendo e cantando che Male ti Fo'? e l'altra “La Porti Un Bacione a Firenze”, tra una scopata alla moglie di un amico e l'altra alla signorina sotto al lampione che faceva il doppio gioco coi fascisti, Il Bello Figo era manco a dirlo ammirato da tutte le donne che si affacciavano alla finestra per spiarne le mosse, le sue e quelle dei fascistelli che si muovevano liberamente sferrando manganelli da distribuire ai disobbedienti perchè le Forze dell'Ordine arrivavano sempre in ritardo sottovalutando il fenomeno circoscritto come gruppo turbolento di minoranze estremiste. Sappiamo tutti come andarono a finire queste minoranze, infoltendo le fila della marcia su Roma.

In questo vivace quartiere spiccavano le storie di due protagoniste interpretate da una dolce Antonella Lualdi, attrice molto bella e sensibile ma sottovalutata nel cinema italiano inducendola a lavorare in Francia, ed Anna Maria Ferrero attrice molto graziosa e soprattutto brava avendo affiancato in liaison e sodalizio artistico Vittorio Gassman in Teatro con testi di William Shakespeare anche lei sottovalutata specie dopo il suo matrimonio col francese Jean Sorel, le quali vivevano storie drammatiche come compagne di perseguitati dai fascisti vittime della violenza di squadristi perchè o non pagavano il pizzo o partecipavano a riunioni della resistenza formata da classi operaie e docenti o professionisti importanti.

E' un film molto triste che lascia tanta amarezza in bocca senza bisogno di aggiungere altro.



giovedì 30 ottobre 2025

PAMELA ANDERSON E LIAM NEESON NON SI FREQUENTANO PIÙ?




Pamela Anderson è sempre più impegnata, richiestissima ad eventi ai quali partecipa sfoggiando abititi da sciura con il viso acqua e sapone, sempre comunque da sola. Già che fine ha fatto Liam Neeson? Entrambi vengono ora fotografati separati dopo aver tubato per lanciare il film . Passato lo Santo finita la Festa? Parè di 


Non si sa se Liam Neeson ci abbia creduto veramente a questo amore che stava per nascere ma sembrava felice e rinato con la cognata che si era pure congratulata con lui, per cui se è rimasto deluso sarebbe un grosso smacco perche stava cercando  di chiudere, dopo tanto tampo, il lutto per sua moglie Natasha Richardson.

Lei Pamela invece sembra sempre molto allegra soprattutto nello sfoggiare  nuove nuances di capelli facendo la diva in assolo come se avesse già dimenticato il grande amore esibito sul red carpet.  Certo per lei è facile avendo avuto una girandola di partner che cambiava come ora le pettinature quando era molto in auge, e ora sembrava che avesse voltato pagina.

Invece ha solo voltato posa per esibirsi con nuovi look perchè alla sua età giustamente sta meglio vestita essendo passati i tempi in cui poteva coprirsi con un foglio di plastica trasparente. 


  Liam Neeson è un grandissimo attore che più invecchia, in sale e pepe, e più diventa affascinante, sempre richiestissimo per film d'azione per il suo fisico ancora robusto e prestante per cui tuffandosi nel lavoro avrà modo sicuramente di riprendersi. Per il momento è impegnato come inviato Unicef in Africa nel Sud Sudan dove ha fatto un appello per i tanti bambini malnutriti bisognosi di aiuti ma ci è sembrato un filo provato. Dispiace perchè la coppia aveva fatto sognare come possibilità di un innamoramento e di una nuova vita per le persone di una certa età. Per Pamela invece la vita è tornata sotto i riflettori mentre Liam Neeson la vita è rivolta verso il nobile impegno umanitario, che sempre amore è.














mercoledì 29 ottobre 2025

TURBAMENTI TRA ROMANZI E CINEMA

 Leggere per me è sempre stato un piacere. Da bambina, quando ero in Collegio mi aveva colpito Piccole Donne, letto e riletto più volte soprattutto seguendo Jo che avevo incarnati nell'immaginario a Katherine Hepburn.

Piccole Donne Crescono ero riuscita a leggerlo di nascosto, di notte sotto le coperte con la lucina della radiolina portatile perchè alle collegiali della mia età era statoi probito in quanto le ragazze, rimaste in tre, cominciavano ad avere i primi rapporti con i maschi. Il film mi ha deluso perchè, a differenza del romanzo con le ragazze pulite ed acqua e sapone, sembrava una sorta di ripetizione di Giovani carine e disokkupate di successo.


Nell'adolescenza invece mi aveva colpito Emmanuelle facendomi molto godere specie là dove si raccontava di lei in viaggio verso un Paese Asiatico dove sull'aereo con mascherina e copertiuna per dormire, la spostava un filo per essere introdotta da uno sconosciuto. Poi ho visto il film con Sylvia Kristel.ma è stata una delusione (piacevole comunque) perchè la sua sensualità era troppo patinata elegante  e fashion che non aveva nulla di "sporcacciona".


In età adulta invece ero stata conquistata dal Padrino quando ancora non era sbarcato al cinema con il film omonimo che comunque non mi aveva deluso rispetto al romanzo se non nel punto in cui si descriveva la mafia italo-americana in modo molto diretto e sensuale insegnando anche qualche cosa che non conoscevo specie là dove  la donna di Sonny (Michael Caan) recitava: “Mi ha strapazzato la mia Violetta”.
Non sapevo che la cosina si chiamasse, anche Violetta tra i mafiosi perchè non era nell'elenco di quiei nomignoli derivati dalla mona che le aveva dato Roberto Benigni saltando addosso alla Carrà dai quali aveva anche escluso la Castorina Birichina tratta dal film Dal Tramonto all'Alba, quando l'imbonitore invita ad entrare in una sorta di piramide azteca per vedere Santanico Pandemonium: Che venghino che venghino....(facendo venire in tanti. Mica da Dio comunque).



martedì 28 ottobre 2025

ULTIMI GELATI DI STAGIONE

 

Ogni stagione ha il suo dilemma quasi sempre una matassa da districare per trovare il filo di un discorso, per cui le masse sono invitate a scegliere. Per cibarsi. Sì perchè caschi il mondo, l'importante è sempre che se' magna.
Se d'inverno la scelta è sempre fra pandoro e panettone, d'estate la domanda è: gelato al cono o in barattolino?
La differenza è sostanziale perchè il gelato al barattolino si mangia col cucchiaio che non sono commestibili, mentre il gelato al cono si lecca fino all'ingoio del cono stesso, molto friabile a gusto di biscotto.
Inoltre c'è differenza anche nel gusto perchè molto variegato che va dal gelato alla frutta a quella della verdura con una nuova specie  da poco introdotta, quello alle spezie con Notte d'Oriente la preferita.

Il barattolo è il più richiesto per l'esporto a casa in attesa di quelli che arrivano.
Sono i parenti i quali se si è in vacanza si sa che arrivano in massa per insediarsi in pianta stabile. E allora cosa c'è di meglio per accoglierli che un bel barattolino pieno di gelato a far felice grandi e piccini. Evviva evviva basta poco che ce' vo'? Altro che dieta mediterranea. Il gelato è nutriente goloso dolce e di gusto irresistibile. Se poi è anche allo yogurt sarà un successo.  Per tenere unita la famiglia questo ed altro.
L'altro è quello al cono che comunque si presta a un doppio senso come corrente di pensiero: quello degli amanti della leccata accontentandosi del gusto dolce magari con un tocco esotico come la papaya o il mango per chi non si accontenta. E manco a dirlo con il mango l'ingoio di tutto il cono.
Come a dire che si accontenta gode ma chi non si accontenta fa l'en plain.




Il gelato con il cono è una grande conquista della cultura occidentale perchè viene consumato anche in luogo pubblico sia da uomini che da donne e bambini senza problemi di sorta mentre è proibito nei Paesi musulmani di stampo talebano in cui vige la Sharia dove alle donne musulmane è proibito sia leccare il gelato che toccare il pesce con le mani.

Il talebano come altra corrente di pensiero da coinoscere sul gelato ci mancava ma è meglio così perchè un gelato è fonte di piacere in qualunque modo lo si gusti e non di angoscia.

Il gelato da semplice dessert può venire servito anche in versione lusso in una grande coppa di vetro dove poter mixare molti gusti adornato con bandierine e décor in stile caraibico da servire in serate con eventi importanti, sul lungomare o nelle spiagge più esclusive.
Sempre di notte comunque per evitare che si squagli sotto al sole dove invece vanno a ruba i pinguini della serie maxi bon lanciatissimi anche grazie al tormentone che per tanti anni ha imperversato con Two è meglio che One perchè uno tira l'altro essendo in formato mignon. E duque pronti a soddisfare gli indecisi fra cono e gran biscotti farciti.
Perchè scegliere implica sempre uno sforzo mentale anche se piccolo che in estate è sempre meglio evitare specie in vacanza dove l'imperativo è rilassati e lasciati vivere.

Una formula valida anche per gli amanti del cinema che se prima erano chiamati a scegliere fra gli eroi di cartoon Batman e Superman, ora se li ritrovano in uno stesso film con Ben Affleck (Batman) ed Henry Cavill (Superman). A conferma di quel detto Two è meglio che One?
Un tormentone nel tormentone perchè si ispira ai cult movie di Maciste contro Ercole e un duello muscolare in un deja-vue senza fine come una sorta di teche-teche-techetè fino ai duellanti di Giletti dei giorni nostri.
E allora teche-techiamoci o ci diamo una bella mossa con le risse Tv?
Sempre domande, sempre problemi. E techiamoci un po' e che non se ne parli più. Nè di gelati né di duellanti.






Con questo caldo  una granita è quel che ci vuole. Alla menta o al limone?


Al frappè al frappè...aux cerises. E chapeau!

IL VALZER DELLE PERLE, PIZZI E MERLETTI

 

 Questa Tiara  ha un disegno tipicamente neoclassico francese e consiste in 19 grandi diamanti con perle. Sono inoltre presenti dei nodi d’amore con grandi brillanti. Nel suo testamento la regina Mary lasciò questa tiara alla nipote Elisabetta, poi divenuta regina col nome di Elisabetta II, la quale a sua volta ne fece dono alla principessa Diana come regalo di matrimonio. Al momento del divorzio della principessa Diana dal principe Carlo del Galles, la tiara tornò alla regina d’Inghilterra.

La quale poi ne fece dono alla nuova principessa del Galles Kate.


 I Valzer delle perle fra i Reali di Bukingham Palace.

Kate nel 70 anniversario della regina aveva sfoggiato una collana di perle a 4 giri  uno in più della Regina Elisabetta sempre con la classica in tre giri, 3 in meno della Principessa Diana in 7 giri e uno in meno di Camilla a 5 giri.

La curiosità consiste nel sorriso di Kate che mette in evidenza una fila di denti uguali uguali alle perle che indossa. Infatti si dice che quel sorriso le sia costato come le perle una cifra.


Il Valzer delle Perle bis.

La collana che Kate ha sfoggiato nel 70esimo anniversario della Regina Elisabetta le è stata prestata dalla stessa Regina che a suo tempo l'aveva fatta indossare anche alla principessa Diana.



La ragazza col turbante (e l'orecchino di perla) di Johanness Vermeer e Lady D. Sempre con gli orecchini di perla in una curiosa posa fotografica ad effetto emulazione del dipinto.



Una curiosità: la Regina Victoria non amava le perle ma i diamanti e cammei, i diademi i pizzi e merletti

La merlettaia di Johannes Vermeer




lunedì 27 ottobre 2025

VITTORIA PUCCINI TRA COLLEGHI E MAESTRANZE DEL CINEMA

 

Vittoria Puccini ha partecipato alla seconda edizione dell'Unità una sorta di dopo festa del cinema di Roma dove gli attori si danno voti tra di loro coinvolgendo anche le maestranze per rivolgere un appello a favore del cinema che da lavoro ad intere famiglie perchè, come ha sottolineato la Puccini il cinema sta attraversando un momento complicato.

Insomma il settore continua a richiedere sov venzioni per tanti film che comunque non attirano pubblico anche se danno lavoro alle maestranze le quali sono le prime vittime a subire i tagli.

La soluzione ci sarebbe se le star strapagate diminuissero i loro cachet oppure si cercassero finanziatori privati, ovvero produttori a rischiare di tasca propria come un tempo quando il cinema andava a gonfie vele.











JAFAR PANHAI. PREMIO ALLA CARRIERA ALLA FESTA CINEMA DI RONA

Al regista Iraniano Jafar Panhai alla festa del cinema di Roma è stato assegnato il premio alla carriera. Meritatissimo perchè è un grande regista che ha subito censure ed angherie dal regime che descrive mirabilmente nel film Taxi Teheran.. Il film  è molto curioso perchè non ha un racconto ma tutta una serie di discorsi raccolti dall'autista, il regista Panhai che è ricorso alla candid-camera per poter continuare a girare  nel suo Paese dove è stato politicamente censurato. Tanta inventiva e coraggio anche se sotto forma di una sorta di reality del Grande Fratello perchè ovviamente si segue un copione, sono stati premiati a Berlino con l'Orso d'oro al regista Jafar Panhai consegnato alla nipotina alla quale lo zio  ha riservato nel film la parte più deliziosa, quella della scolara-signorinella  molto informata e attenta ad apprendere l'arte della regia per confezionare un docu-verità con piccola telecamera digitale. La freschezza e l'ingenuità della piccola in bilico fra i consigli della maestra improntati verso un rigido cerimoniale per inquadrare tutti in un'ottica di regime dove gli uomini con la barba per esempio sono più distinti di quelli con la cravatta, e la prova di libertà nell'esprimersi artisticamente che le offre lo zio che per lei rappresenta un mito, fanno un contrasto molto scoppiettante ma estremamente elegante come solo gli opposti in sincrono possono creare. La ragazzina, aspirante regista infatti avendo filmato un suo coetaneo che vagabondando per strada scopre a rubare, gli insegna a restituire il maltolto per poi farsi accompagnare dallo zio in un Bar a prendere un Café Glacé (un dolce gelato al caffè molto in uso in medio-oriente) mentre lo zio intreccia conversazioni con passeggeri alle prese del loro quotidiano nel quale, commentando le notizie del giorno, si giudica un ladro condannandolo alla pena dell'amputazione della mano, per poi finire la corsa con l'assalto su commissione del taxi bus, lasciato in parcheggio, da parte di due motociclisti che mirano ad oscurare la telecamera senza  comunque riuscire a prendere la memoria perchè tempestivamente staccata dal regista. Il film è molto interessante perchè mette a confronto queste due diverse visioni di reato come il furto che la ragazzina con la sua innocenza vuole sventare ricorrendo alle maniere buone mentre lo zio raccogliendo le confidenze di normali cittadini evidenzia come  siano ancorati ai sistemi medievali del taglio della mano.La giovane democrazia che sta germogliando nella mente di questa  ragazzina in contrasto con le maniere forti di regime in vigore in Iran fanno comunque ben sperare per le future generazioni di questi Paesi sotto il giogo di leggi dittatoriali obsolete  ed oscurantiste che con la metafora del pugno alla candid-camera  rendono l'idea dei metodi violenti usati anche nell'ambito di una proprietà privata nella quale un reality come il gioco del Grande Fratello sia bandito come pericoloso e proibito.