Il Verdi Off pertanto dovrebbe chiamarsi Verdi DOC perchè ad onorar il marchio VERDI si impegna la popolazione addobbando vetrine di negozi con spartiti e strumenti musicali, libretti d'epoca e accessori o costumi delle opere fra tante immagini del Maestro, protagonista di un evento fantasioso e creativo sì, ma molto attinente al contesto operistico e storico “dello slogan” Viva Verdi, Viva l'Unità d'Italia.
domenica 20 ottobre 2024
IL FESTIVAL VERDI DI PARMA SPACCA
Il Festival Verdi che si celebra a Parma è un evento che spacca. Sì perchè anche in questo 2024 che si è svolto dal 21 Settembre al 20 Ottobre ha spaccato la Piazza in due: da una parte i critici che hanno accolto ogni innovazione come riuscito allestimento, dall'altra il pubblico dei melomani che hanno rifiutato ogni stravolgimento scenico condiviso da buona parte degli stranieri che come sempre sono calati in massa, i quali anche se sono abituati a ben altro perchè all'Estero si osa molto di più, con la partecipazione ad un Festival nella Patria del Maestro vorrebbero vedere onorate le sue opere come “Verdi-Comanda" con la Traviata in crinoline, boccoletti ai capelli Camelie puntate sul petto e in ogni dove della stanza (come rappresentate nella sfilata dello Street Parade in apertura del Festival), così come le streghe del Macbeth che danzano il Sabba intorno al calderone dove gettan rospi e veleni, mentre la marcia trionfale dell'Aida con le danzatrici in tuniche di lino impegnate a danzare di profilo (evitando possibilmente le mosse del Twist come si era visto in passate edizioni), Il Ballo in Maschera IN un trionfo di banchetti con ammucchiate lussuriose e la Battaglia di Legnano ambientata ai tempi dei Comuni Lombardi piuttosto che in una fase storica “di fantasia” Grazie, abbiamo già la lunga serie del Trono di Spade per cui non sembra il caso di insistere. Invece la Battaglia di Legnano ha chiuso le Opere del Festival facendo svolgere la trama in un Campo di Battaglia che poteva essere benissimo ai tempi di quella Risorgimentale a Solferino (sempre Resistenza è, con vittoria finale per entrambe) perchè svolta con l'entrata in scena di numerosi cavalli, tanti da renderli protagonisti quando è risaputo che il protagonista assoluto dell'Opera ad evocar lo scontro con il Barbarossa era il Carroccio. Insomma scelte incomprensibili con cavalli al posto delle spade delle macchine da guerra dei costumi ad armature di maglie metalliche. Invece si è optato per tuniche anonime minimal sia per maschi che femminili, queste ultime facenti parte del Coro addirittura corredate con una coda di cavallo in mano che sventolavan roteandola e di cui a tutti è sfuggito il significato intrinseco pensando forse ad un pretesto per incuriosire e parlar dell'Opera. Con questi escamotage, più che innovazione sembra comunque che si punti a una creatività al Risparmio perchè effettivamente una cura più attinente alla storia in tutto il suo trionfo “spettacolare” diventa complicato e costoso, tanto quel che conta è sempre il “bel canto”. Per questo sono sempre validissimi i Concerti così come quelli inseriti in questo Festival che hanno ricevuto tanti consensi ed ovazioni più di quanto siano state riservate alle Opere “innovate e modernizzate” secondo l'autore, Ma non secondo Verdi.
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