Rebekah Brooks ma chi era costei? Eppure assomiglia ad Amy Adams versione Cenerentola in Come D’Incanto, una bellezza che non sarà uno schianto ma non passa ugualmente inosservata. Eppure ci voleva lo scandalo delle incertettazioni per dare visibilità a Rebekah che comunque rimane l’originale perché la copia Amy Adams-Cenerentola resta una favola di Cartoon. Le news sono news e mica scherzano.
Da vergognarsi ma che sarà mai, purchè se ne parli. E così di Rebekah ora si occupano tutti esattamente come faceva lei per acquisire sempre più potere agli occhi del suo editore che stravedeva per lei: “La figlia che avrei voluto…” diceva oroglioso senza badare a moglie e figlie di primo e secondo letto che per questa sua insana passione lo aspettavano col matterello in mano.
Ma quanto mi ama,,,e me lo dimostra pure alla faccia di tutte le altre giornaliste grandi firme…sembrava trasmettere il messaggio subliminale, stante l’alto profilo informativo, della Rebekah la quale aveva un segreto: beccare di qui e di là arrivando a travestirsi anche da donna delle pulizie per carpire notizie dalla concorrenza ben determinata a sbaragliare tutti arrivando per prima con le news. Perché il mattino ha l’oro in bocca, così come insegnava il magnate Ruper Murdoch che dietro di lei incassava ogni record nel settore news, sia tabloid che televisivi, diventando padrone di un 20% del mercato globale.
Il quale finchè ha soffiato in poppa è andato tutto bene ma quando ha cominciato a girar di prua gonfiando a dismisura è scoppiato lo scandalo travolgendo tutto in un vortice.
Sì perché in questo caso vale il detto popolare di non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te. Così adesso ad essere colpiti sono loro due: Rebekah in primis mentre Murdoch è stato destituito e gli succedono gli eredi.
Infatti Rebekah è stata arrestata poi tornata ai domiciliari su cauzione ma la sua consulenza resterà preziosa fra gli squali del mercato anche se hanno già fatto tesoro del segreto: quello di non farsi scrupolo di nessuno, e men che meno di ragazzine morte da spiare vergognosamente, oscenamente senza alcun ritegno portando poi i suoi messaggi a Murdoch freschi freschi di prima mattina. Perché il mattino ha l’oro in bocca e la ragazzina mica l’aveva uccisa lei. E Murdoch dietro che rideva di tanta bravura nel veder mangiare le carni di una ragazzina morta o di quelli dei caduti in Afghanistan o fra gli attentati terroristi. Già perché anche quelli mica li aveva uccisi lei ma il sistema della democrazia da esportare. E Mica al The News of The Word sia ben inteso perché lì la democrazia era sparita da tempo non essendocene più bisogno visto che il timone lo teneva saldo la Rebekah. E Murdoch che godeva di questa sua pupilla che gli apriva gli occhi su un mondo il quale, tutto sommato, gli interessava fino a un certo punto. Questo è il punto. Però passava all’incasso, sempre più alto e consistente da mettere paura ai concorrenti. Per fortuna c’era Rebekah la quale con quel suo beccare dimostrava di aver sale in zucca per farsi accompagnare al ballo del potere.
Dal quale erano esclusi tutti perché a brillare era solo lei, con quella massa di capelli rossi, come la figlia prediletta del più potente comunicatore del mondo.
Travolto dallo scandalo Murdoch è stato il primo a darle il benservito con un ma-va-dar-via-l-ciapi che Rebekah è stata costretta ad incassare facendo buon viso a cattiva sorte anche se la sorte le ha concesso di assomigliare alla dolce e ingenua Amy Adams, Cenerentola di Cartoon. La quale invece continua ad inanellare un successo dietro l’altro, ultimo dei quali un ingaggio per interpretare Loris Lane in Supermen con Henry Cavill e Russel Crowe (in quello che fu di Marlon Brando come padre dell’eroe).
2- OUI, JE SUIS JULIETTE E IN COPIA CONFORME
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Il suo viso affranto ha fatto il giro del mondo, in lacrime e disperata per la carcerazione del regista Araf Pahali.
L’unica voce ad alzarsi chiara e forte per difendere un artista vittima della censura di Paesi a regime dittatoriale di fede mussulmana.
Così la Palma d’oro l’hanno assegnata a Juliette Binoche come miglior attrice.
Non per la piazzata ma per l’interpretazione di Copia Conforme meritandosela in pieno. Sì’ perché nel suo percorso Juliette Binoche non ha mai sbagliato un film: tutti girati con grandi autori e partner di altissimo livello, da Daniel Day Lewis a Johnny Depp, da Ralfh Finney e Jeremy Irons che hanno contribuito a forgiarla come interprete fra le più raffinate e seducenti del cinema francese, imponendosi anche nella scena internazionale con personaggi da intellettuale tormentata, nevrotica e fuori dalle righe: perversa in modo struggente ne’ Il Danno, libera e leggera nell’Impossibile Leggerezza dell’Essere, e libertario nella triologia I tre Colori: film Blue.
Tutti giudicati dalla critica molto interessanti perché mettevano in luce una personalità complessa di estrema sensibilità e forza mentale. Che nella vita reale ha saputo esprimere in maniera eccellente prendendo posizione a favore dei sans paperi quando avevano invaso la Cattedrale di Parigi per protestare (prima del regno di Sarkò). Un gesto che in teoria ci sentiamo di condividere anche se poi in pratica risulta solo un’utopia.
Ma questo nonfa che avvalorare il carattere dell’artista Juliette Binoche (che sogna un mondo senza confini) eclettica, evanescente ed amorevole come ha saputo magistralmente dimostrare con i due film che l’hanno consacrata star: Chocolat ed il Paziente Inglese con i quali Juliette si è destreggiata sciogliendosi in tutta la sua dolcezza.
Nel primo, come pasticcera che conquistava un’intero paese lavorando il cacao con un pizzico di peperoncino piccante seguendo un’antica ricetta azteca, in grado di rapire il cuore di uomini e donne.
Nel secondo, come infermiera le cui cure amorevoli e disinteressate portavano sollievo ad un malato bruciato di passione nel corpo e nell’anima per la sua amante deceduta (Cristine Scott Thomas).
Se i partner dei film di Juliette sono fra i più seducenti, quelli della vita reale non sono da meno perché fra di essi va annoverato il bellissimo Oliver Martinez (L’amore infedele) che l’ha fatta impazzire di passione.
“Ringrazio tutti gli uomini che mi hanno amata” ha dichiarato prendendo in mano la Palma: Oui, je suis l’amour. E a ben ragione perché la vita cinematografica e quella reale è stata ricca di esperienze amorose confondendosi fra loro così come succede nel film con il quale ha vinto a Cannes, Copia Conforme, in cui viene trattato il tema dei problemi che si possono incontrare quando fantasia e realtà si confondono tra loro.
Juliette infatti intreccia una finta relazione con un uomo facendogli assumere il ruolo del marito che lui assolve in pieno tanto da farle credere di esserlo realmente fino al punto di rottura dove il sogno si scontra con la realtà. Un tema attualissimo il cui pericolo incombe fra tutti gli appassionati navigatori del Web che intrecciano relazioni virtuali le quali quasi sempre sfociano in un gioco al massacro. Ma se il partner nel gioco virtuale è anche lui virtuale?
E’ allora che il gioco da duro diventa una sorta di video-game molto raffinato. In questo caso, la copia conforme è la copia di sé e per sé o la copia di qualcun altro? Sì, lo so è difficile da risolvere come teorema. C'è tutto il tempo per pensarci.
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