sabato 2 novembre 2019

DOWNTON ABBEY DAL SERIAL TV AL FILM


Dal serial in costume più amato e seguito della Tv, Downton Abbey è stato tratto un film dall’omonimo titolo. 
Di solito queste traduzioni non sono mai all’altezza dell’originale perché sono un condensato delle varie puntate televisive  così come succede anche per i film la cui traduzione in serial Tv è sempre una sorta di brodo diluito con l’intento di diffonderlo più in grande usando gli stessi ingredienti come una sorta di doppio brodo star.
Infatti le star dei serial sono sempre numerosi andando e venendo in ogni stagione arricchita dall’introduzione di qualche guest star importante.
Il film Downton Abbey è altrettanto galvanizzante a quello dei serial perché si è diviso la torta lasciando alla Tv il racconto della Saga mentre al Cinema primeggiano le meraviglie di Downton Abbey a cominciare con il lungo fischio del treno che taglia la brughiera per poi passare al Castello e nei pub del paesino oltre il grande parco nobiliare.

Nel Castello si svolge comunque principalmente la vicenda in un sali e scendi dalle stanze dei signori fino a quelle basse delle cucine nelle quali si intrecciano storie dei ricchi e dei poveri a volte anche in parallelo fra miseria e nobiltà dove il nobile, sempre in affanno per le spese di manutenzione e stipendi, non si sa se sia più messo male del servitore sempre a pancia piena complice la ricca dispensa che ha in gestione.
Il tema del film si dipana sulla visita dei Reali che vogliono sostare un giorno e una notte nel Castello portandosi dietro valletti governanti servitù e camerieri per assicurarsi un soggiorno da re appunto, umiliando con questa decisione l’operato della servitù di provincia di Downton Abbey. 
La quale si mobilita per dimostrare di essere all’altezza nel servire le Loro Maestà sostituendosi con degli escamotage poco corretti ai loro servi con i quali mette in atto una vera e propria battaglia per segnare il territorio.




Se in Tv l’ambiente è un filo riduttivo perché tutto incentrato sulle storie favorite dai primi piani dei personaggi nel film si dà un gran risalto alle location favoriti dal grande schermo che fa ammirare le bellezze delle stanze a cominciare dalla  sala da thè il cui rituale è assolutamente di rigore e che in questo film viene inserito nella stanza-salotto della principessa Mary erede al trono (la cui tiara art déco curiosamente era stata posata sul capo di Meghan Merkle quando si era sposata) per poi passare a quelle da pranzo con cristalli e argenteria lucida in tavola che sono una gioia per gli occhi, oppure in salottini dove le vecchie nobili, capeggiate dalla mitica Maggie Smith, fra credenze vetrinette velluti ottomanne e canapées si riuniscono per tessere alleanze e discutere testamenti, o nelle camere da letto con baldacchini e angolo toilette con catino e brocca sotto dove le nobili esibiscono un intimo sexy di coulotte e canotte di seta e pizzi  a sottolineare l’epoca di proibizionismo e charleston della fine anni 20 in cui si svolge la storia. La quale si allarga anche ai piani bassi con gli intrecci amorosi fra cuoche e camerieri e l’intrusione del solito idraulico testosteronico a guastar l’idilio.



Insomma tutto da copione per far risaltare la comunità di Downton Abbey composta prevalentemente da brave persone che vivono come in una sorta di bolla fuori dal mondo nel quale invece si annida il vizio e la trasgressione vissuta sfacciatamente solo in clandestinità nei pubs di basso livello in cui si trova invischiato il maggiordomo giovane e aitante di Downton Abbey salvato all’ultimo minuto da un componente dello staff di Casa Reale che gli insegna la discrezione nel vivere la “loro” omosessualità che sfocia in un idillio con promesse di scambi di lettere d’amore.

Così alla fine tutto finisce bene con il ballo finale dove tutti servi e nobili ritrovano i loro buoni sentimenti per vivere felici e contenti intorno al Re e alla Regina con accanto la loro figlia Mary futura Regina d’Inghilterra.
La quale curiosamente ha in testa la Tiara (modello ovviamente) che di solito porta la regina Elisabetta mentre di quella delle nozze in art déco  di Meghan non vi è traccia anche se questa era un'occasione di apertura: la duchessa di Sussex invece è ignorata completamente anche in Dowton Abbey il volto buono e democratico dell’aristocrazia Inglese!

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