Il circo mediatico della moda non è finito con il Lockdown perchè, trasgredendo il diktat del Re (Giorgio Armani), continua nel creare abiti ridicoli con sfilate evocative di passati tempi storici innovando antiche tradizioni in modelli extra-lusso ad effetto pagliacciate per l'accozzaglia di stili che fanno a pugni l'un l'altro. Coi tempi che ci aspettano con un nuovo lockdown dietro l'angolo che ci terrà forse di nuovo chiusi nelle case impedendoci per un altro bel po' di tempo di andare in società con lo scintillìo degli abiti e delle parure e con le nostre facce originali, non si capisce per quale pubblico siano stati creati certi modelli sperando comunque che almeno siano visibili sui red carpet, anche se quasi tutti in prestito o a noleggio per far pubblicità alle maison.
Questo per dire che il circo mediatico della moda non crea più economia ma solo illusioni di vendita, visto che il settore abbigliamento è stato quello più penalizzato con il lockdown e si confermerà nel futuro nel quale comunque si sta facendo strada un ritorno allo chemisier, il tipico capo della donna sempre in ordine in ogni circostanza e della quale è diventata l'emblema Kate, duchessa di Cambridge sfoggiando questo modello spesso a basso costo (a partire dai 38 euro), abbordabile per le comuni mortali.
Negozi e mercati sono pieni di questi abitini longuette con collettino maniche a sbuffo e polsini in tinta unita a fiorellini o disegni astratti che conferiscono molta femminilità a chi li indossa.
Anche Cristina Parodi è scesa in campo nella moda esordendo come stilista con mises dai prezzi non proprio accessibili a tutti perchè oscillano tra i 400 e gli 800 euro al pezzo che lei presenta come modella indossandoli personalmente raccontandone la storia, per rivelare il lavoro che c'è dietro, l'ultima delle quali tra telecamere e microfoni è quella che racconta lo chemisier color marrone scuro intitolato “Bergamo” dedicato alle donne della sua città che hanno sofferto col Lockdown ma si sono rialzate. D'accordo lo chemisier extra-lusso, ma col marrone scuro?
Ecco, questo capo ci incuriosisce domandandoci quante possibilità di vendita possa avere sia per il prezzo che per il colore “porta-fortuna”marrone scuro (che dire allora, oh merde? Battuta!), anche se ad indossarlo sia stata la Parodi facendo la ruota davanti alle telecamere.
La risposta che ci viene è che a ciascuno il suo mestiere perchè la moda è duro lavoro come insegna il RE (Giorgio Armani) e dunque non ci sia, tanto meno in questo momento, più spazio per improvvisazioni fantasiose. E ci scusi la risata sul color marrone. Non lo dico io ma l'economia: le aziende artigiane del settore abbigliamento infatti insieme alla ristorazione sono quelle più in crisi perchè private della cassa integrazione che con le perdite del lockdown subite non fanno ben sperare di poter continuare a lavorare in conto se stesse e tanto meno in conto terzi. Da Bergamo in giù, isole incluse.
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