Finalmente un riconoscimento internazionale per lui dopo tanti di lavoro nell'anonimato in quanto conosciuto come l'allievo di Piero Tosi tanto che ai Nastri d'Argento ed ai David di Donatello il suo nome non veniva citato facendo un elogio generico ai costumi di Pinocchio riportando alla memoria il grande Piero Tosi che aveva fatto scuola, con premio onorario alla carriera agli Oscar.
Con questa candidatura l'allievo ha superato il maestro e vedremo se lo “ucciderà” (metaforicamente) con l'assegnazione della statuetta quale concorrente in corsa.
Non è comunque questo che importa perchè in ogni caso “resta tutto in famiglia”.
Sì perchè il merito di questo riconoscimento andrà tutto all'artigianalità italiana che molto ha da insegnare anche a Hollywood. La quale infatti è sempre stata generosa nei tributi ai nostri stilisti con grandi film che ruotavano intorno alle loro firme (American Gigolò e Il Diavolo Vesta Prada) e assegnazione di Oscar a Milena Canonero nonché alla coppia Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo.
Pur non conoscendo il Cantini Parrini l'avevo elogiato ai suoi esordi come costumista del film Barbarossa (il suo nome non era citato in Wikipedia) intuendone la genialità e non faccio per vantarmi ma trovo giusto riportare qui uno stralcio dal mio art. pubblicato sulla Voce di Parma all'uscita nelle sale nell'ottobre 2009:
“...I costumi soprattutto sono una gioia per gli occhi, tutti confezionati con tecnica artigianale nella lavorazione e nella scelta dei tessuti grezzi sia per quelli popolani che per i nobili, quest’ultimi impreziositi col décor delle corone e gioielli vari. Una scelta fra le più felici che fa ancora una volta affermare il made in Italy come manifattura d’eccellenza. Non per niente i costumisti di maggior richiamo (premio Oscar) sono proprio italiani, ultima delle quali Milena Canonero per Marie Antoinette o Dante Ferretti.
Con questa produzione di Barbarossa, sembra di essere tornati agli antichi fasti del cinema storico italiano, in linea con le opere d’autore di PierPaolo Pasolini e i costumi di Danilo Donati, apprezzati nella trilogia del Decamerone, Il Fiore delle Mille e Una Notte, I Racconti di Cantherbury, oppure Medea ed Edipo Re.
Al Barbarossa si deve aggiungere il valore in più delle armature che osservate da vicino sono piccoli gioielli di intarsi ed intrecci composti da piccoli pezzetti annodati come una sorta di patchwort in vera pelle. Raffinatissimi e preziosi i copricapi della regina francese Beatrice di Borgogna fra veli monacali e nastri incrociati ad incorniciare il viso dell’attrice Cecile Cassel non bellissima ma di carattere”.
L'altra candidatura sempre per Pinocchio va al trio Mark Coulier , Dalia Colli e Francesco Gregoretti per il mak-up una categoria molto importante per chi recita ma soprattutto quando si vogliono ottenere effetti speciali in trucco e parrucco così come esige una fiaba come Pinocchio.
Vedremo chi la spunterà anche se noi faremo il tifo per tutti gli italiani.
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