Jeanne Tripplehorn e Kevin Kostner, una coppia da sciacquone.
Waterworld è un film diretto e prodotto da Kevin Kostner per dare il suo contributo alla causa ambientalista. Io mare, so good!
Una mega-produzione eccessivamente costosa, degna erede dei Kolossal polpettoni girati dagli Americani in Italia.
Totalmente inutile questo Waterworld da far sorgere il sospetto che Costner l’avesse prodotto per esibirsi nel costumino sexy-finto-straccione (perché in realtà molto curato nelle finiture di pezzi di pelle lacerate intrecciate con lacci e borchie ad effetto macho) per mettere in evidenza il pacco (il lato B lo ha mostrato a vistavision con lo shapo Robin Hood) raddoppiato con il codino dietro la nuca.
Due pene infinite, altrettanto inutili, inflitte a sé stesso, perché il film ha fatto flop: Waterworld è finito in una botola di zattera perso nell’oceano con tanto di sciacquone d’acqua dolce, facendo perdere le tracce.
Alzi la mano chi…?Niet, nessun ricordo è rimasto impresso se non quel girovagare a zonzo come un perditempo tra un mare e l’altro in cerca di un approdo per far famiglia felice.
Con Jeanne Tripplehorn (e una bambina al seguito, portatrice di una mappa del tesoro) la quale finalmente pensava di aver trovato la grande occasione con questo film, annegando in un mare di guai.
Che così invece la portarono all’oblìo senza più scritture come protagonista di rilievo.
Ma la scena più hot, quella girata in coppia con Michael Douglas (che fila la Stone) è quella di Jeanne quando viene incantonata al muro e scopazzata in piedi alla grande.
Roba da mandare in paranoia chiunque ma non la Stone la quale invece non si è persa d’animo sciogliendo le gambe dall’accavallo per metter la “sua natura” in bellavista.
Nuda e cruda. Era nata una stella. Quella di Sharon per la precisione.
La causa ambientalista l’ha vinta lei.
CE L’HO QUI’ LA PAPAYA!
Senza quel fruttino esotico e succoso da mangiare in ogni ora a piacere sembra che non si vada da nessuna parte.
E’ la papaia la chiave del successo di tante donne di spettacolo o al vertice: fresca o liofilizzata, dosata in pillole o centrifugata, liscia o gasata, la papaia impazza fra le star in carriera.
“I suoi effetti sono così stupefacenti che io la offro a tutti” dice una subrettina miracolata della TV.
La febbre da papaia ha dunque contagiato tante donne per la carica di energia che risce a trasmettere prima di affrontare il pubblico, uno spettacolo o, perché no?, un consiglio di amministrazione decisivo per essere elette, da consumarsi alla sveltina prima di mettersi intorno al tavolo.
Star importanti la tengono sempre a portata di mano pronta per l’uso: un sorsetto di qua, una succhiatine di là…
Sì perché la papaya si può gustare in tanti modi dalle pillole alla polvere sciolta fino ad arrivare al succo di fruttino puro al 100% che, ovviamente, costa molto meno.
Ma gli esitimatori della papaya sono numerosi e disposti a spendere per poterla gustare e constatate se sia veramente il piccolo segreto di tante donne di successo, instancabili nella loro attività.
Per chi non lo sapesse, o per chi non lo avesse capito, la papaya è in vendita nelle Farmacie o nelle erboristerie nonchè dal fruttivendolo magari mischiata insieme ad altri frutti esotici come il mango ed il Kiwi, i cui effetti sono limitati essendo solo depurativi o digestivi, ma non energetici.
A differenza della Papaya con la quale è assodato, dalle star in primis, che si può correre invece in gran carriera… a papaya Go!
So Good!
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