
Insomma un film fatto col core in mano, giusto per piacere e prendere un Oscar che non è mancato di arrivare portato nientemeno che dall’annuncio dalla Casa Bianca di Michelle Obama. Perché questa è l’America.
Era l’America please. L’America di Carter, un Presidente passato come una meteora che comunque questo film ha rimesso in scena come protagonista di un’operazione di intelligence service, servita a dovere.
Correva l’anno dei blitz: in Europa c’erano le teste di cuoio in azione alle Olimpiadi, in America c’erano gli effetti speciali di Hollywood che si sbizzarrivano nei film di fantascienza genere Scimmie metropolitane, Star Trek Guerre Stellari e Flash Gordon. Ha-a!
L’ispirazione era quella e il blitz del film ARGO un’americanata inevitabile.
La stessa che poi ha ispirato il Presidente Obama ai giorni nostri, nell’era tecnologica facendo un blitz virtuale per catturare Osama Bin Laden. Perché questa è l’America. Infatti: con fatti virtuali, come Wall Street, come le relazioni della vita globale. Tutta virtuale, compreso il vizio, perché tutto quanto fa spettacolo. Compreso le torture inflitte al capro espiatorio di turno, preso di mira dai media, con a seguire il pubblico plaudente, mentre la vita vera quella reale continua il suo percorso ignorato da tutti poichè l’imperativo è Non Smettere Mai di Sognare. E buonanotte ai suonatori. Di piffero. Piddù piddù piddù. Jazzz….!

Insomma c’è tutta una miscela di ingredienti in questo film che non può non essere accattivante anche perché a dirigerlo è Ben Affleck per la prima volta alla regia di sé stesso come protagonista.
“E’ difficile dirigere un film?” è questa una delle sue battute.
“No, anche un cretino ci riuscirebbe” risponde il maestro del mestiere.
E allora Vieni Ben Avanti che la scena è tutta tua: dall’inizio alla fine resta imbambolato senza mai muovere un ciglio, nemmeno nei momenti di suspence dove basta un secondo per finire all’albero dell’impiccato all’ombra dell’ayatollah Komeini. Sangue freddo o recitazione da fumetto? Argo si ispira ad un fumetto per cui è presto detto.
Infatti l’Oscar l’ha preso il film. Costruito bene diciamolo, a ritmo cadenzato in perfetto sincrono fra missione in Iran con finta troupe (composta da sei elementi sfuggiti alla cattura degli ostaggi dall’ambasciata americana), e le due cabine di regia: la Cia e Stabilimenti Hollywoodiani.
A missione compiuta sono saliti tutti in volo lasciando gli Iraniani ad imprecare contro l’abbraccio corale degli americani vittoriosi. Valeva la pena rischiare la vita per una simile missione? Infatti dopo 444 giorni anche tutti gli altri ostaggi dell’ambasciata americana rimasti prigionieri in Iran sono stati rilasciati dopo trattative intelligenti diplomatiche, riportando lo stesso trionfo dell’escamotage di una finta troupe. Questo, senza togliere comunque il merito all’Operazione Argo portata alla luce con questo film premio Oscar, diretto da Ben Affleck perché Clinton l’aveva archiviata declassandola con un Vaffanculo. Volevano stupire con gli effetti speciali? Clinton mica l’aveva bevuta. Gli Obama sì.

In attesa di candidarsi alle prossime Presidenziali, dicono. Vuoi vedere che archivierà anche il Blitz virtuale degli Obama? Perche no? Lei c’era e potrebbe anche assumersi la responsabilità avendone piena autorità. In fondo mica tutti l’abbiam bevuto quel blitz in differita Tv. Fosse stato in diretta…forse forse.
Nessun commento:
Posta un commento