lunedì 11 marzo 2013

LAETITIA CASTA, FICA-ECONOMY D’ARBITRAGE


Burrosa e solare, il sorriso spettinato Laetitia Casta è l’emblema della bellezza sana e corsa con lo spirito di un Cognac: color carne, di gusto secco e moderatamente alcolico, di origine Charente la citta di grande attrattiva per i francesi elevata a capitale del fumetto.
Questo per dire quanto la Casta sia disegnata alla perfezione incarnando giustamente il mito di Marianna simbolo di libertà e indipendenza della donna francese. La quale, in fatto di emancipazione è sempre stata all’avanguardia.
Nei Festival se la contendono sia come madrina che come concorrente per farla sfilare nel red carpet e catturare visitatori da tutto il mondo perché lei nasce come modella. Magnifica, e di grande fascino le basta apparire per stendere tutti senza bisogno di recitare perché lei piace soprattutto al naturale vista dal vivo dove incanta per le forme perfette che magari in Tv o al Cine tendono un filo ad ingrossare. Ma un conto è la scena, un altro è la vita.
Infatti Laetitia Casta è molto attesa nelle sale con un film di grande attualità perché parla di economia, un tema fra i più gettonati insieme all’ambiente ed al futuro tecno-fantascientifico. Perché sono film che fanno riflettere galvanizzando l’attenzione delle platee.
Il titolo in questione è La Frode (Arbitrage) in una trama tutta di sesso potere e denaro. Un tema intrigante che era iniziato con Wall Street facendosi sempre più carogna con i film a seguire, raggiungendo il culmine della malvagità in salsa cinese, proprio a Cannes di quest’anno. Il film Harbitrage si dissocia da queste tematiche fredde e ciniche per ammorbidirlo con un dramma familiare dove i sentimenti e le passioni prevalgono sul potere del denaro.
Il protagonista è Richard Gere con Susan Sarandon come moglie e la Casta in quello di amante giovane e procace con il quale lui si impegna in una scena bollente.
Richard Gere dice di essersi ispirato a Bill Clinton un Presidente geniale in fatto di economia ma tanto fragile nel privato. La Casta ricopre il ruolo della Lewinsky e per la prima volta dà prova di grande credibilità nella recitazione perché si è completamente immedesimata nel ruolo di amante irresistibile finchè non si va a toccare la sfera del privato. Infatti con Richard Gere non ha fatto centro non avendo parlato di lei in termini entusasti. “E’ bella, per carità, ma l’ho trovata complicata”.
Insomma la Casta vista da vicino vicino ma molto vicino da Gere non è poi tutta quella bellezza semplice e naturale con la quale fa sognare tutti. Non si è ripetuto il magico feeling che c’era con Jiulia Roberts giovane esordiente e molto Pretty con la quale Richard faceva il brillante avvocato tanto che persino lui avrebbe voluto essere Richard Gere.
Invece è incanutito (il sale e pepe è passato da tempo) e spiritualmente  imborghesito tutto contento di lavorare con il regista del film che lo ha conquistato simulando la scena di sesso che avrebbe dovuto fare con Laetitia e che Gere invece con lui l'ha recitata al meglio.
Troppo difficile la Casta, bellissima  molto sexy ma complicata (che tradotto può significare professionale e un filo distaccata dal fascino di Gere il brillante avvocato di Chicago).
Come l’economia del resto che sono in pochi a saperla  trattare nella sua complessità perché dietro ai primi numeri ci sono sempre un’infinità di zeri. Il resto è favola. Questa è fica-economy bellezza.


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