Tempo fa era uscita la nuova pubblicità della Lavazza con la Primavera di Botticelli a sostituire quella più famosa della Venere con Julia Roberts.
La quale, detto francamente, non aveva fatto una gran figura per lo sguardo perso tipico della straniera che non capisce dove sia finita sforzandosi di esserci. Era da capire perché fra Bonolis e Laurenti non era certo nel suo habitat naturale.
Ma anche per Julia Roberts vale il discorso di cui sopra, perché da tempo nei film sembra sempre un filo fuori posto.
L’ultimo Biancaneve, non ha convinto andando non oltre la fascia dei ragazzini, perché anche se il film è sontuosamente allestito con costumi da favola Disneyana, Julia Roberts ha ceduto alle regole dello Star System per avviarsi al Viale del Tramonto orientandosi verso scritture che la vedono contrapposta e in competizione a ragazzine più giovani e fresche.
Eppure la Roberts è ancora bellissima e sexy ma è rimasta prigioniera della Pretty Woman con la quale ha colpito l’immaginario delle platee e che lei
Invece ha voluto cancellare con Erin Brockovich proponendo l’ignorante sexy che si riscatta come intellettuale piuttosto che con una scalata al vertice ed a un suo membro chiamato Principe Azzurro.
Un discorso che aveva già iniziato con Mona Lisa Smile un film nel quale insegnava alle ragazze di puntare alla laurea invece che alla ricerca di un marito, rinnegando ancora una volta la sua Pretty Woman come se il personaggio non le appartenesse. Operazione riuscita in pieno perché con Erin Brockovich tanta buona volontà è stata premiata con l’Oscar con il quale ha raggiunto l’apice della sua carriera perché dopo sono state tutte commediole patinate per non dire shapo.
Poteva centrare ancora una volta il colpo con il Rapporto Pelican nel ruolo di una stagista intraprendente, se avesse fatto sesso con Denzel Washington ma non le è stato permesso (o non ha voluto) osare forse pensando a una svalutazione dell’immagine. Non le è stato nemmeno concesso di baciarlo, anche se entrambi sono rimasti chiusi in una stanza di Motel dove lei si presentava in accappatoio dopo lo doccia per una scena giusta a proferir la fatidica frase che avrebbe fatto scintille “Ehi, baby…sono pronta!”.
Ma non è scoppiata la miccia anche perché il nero Denzel restava impassibile e indifferente facendo insorgere il dubbio che fosse lui a non voler mischiare il sesso col lavoro. Specie se con una donna bianca.
Non ci sono infatti scene hot con nessuna donna in nessuno dei film di Washington che comunque non ha disdegnato la violenza intesa come il braccio violento della legge così magistralmente interpretata nel film Training Day con il quale ha vinto l’Oscar salendo sul palco insieme a Russel Crowe e a Julia Roberts con la quale finalmente ha scambiato un casto bacio. Era l’anno 2002.
Da allora i tempi sono cambiati perché il cinema indipendente, molto presente anche a Cannes, ha inferto quel colpo di frusta per risvegliare lo star system dalla rigidità del metodo imposto dal puritanesimo americano anche di tipo classista e razzista che il Presidente Obama ha contribuito a spazzar via.
Se Julia Roberts con Pretty Woman può considerarsi una rivoluzionaria del costume, avendo dato dignità al mestiere più antico del mondo introducendolo nella favola in una veste haute couture, come donna immagine è riuscita anche nell’intento di aprire il sorriso ambiguo di Mona Lisa a 360 gradi.
A richiuderlo per riportarlo al suo autentico splendore ci pensa ora Eva Green , la rivoluzionaria della primavera sessantottina protagonista di The Dreamers. In scena recentemente con Dark Shadow, è già al lavoro per il remake di Mona Lisa, film del 1968 interpretato da Cathye Tyson nel ruolo di una prostituta di lusso di colore che, accompagnata dall’autista Bob Hoskyns, inizia insieme a lui un viaggio infernale fra le vie di Londra nel mondo del vizio e della trasgressione. La protagonista, una sorta di Pretty Woman, in quel caso era nera e a Cannes venne premiato Hoskyns.
Il quale nel remake sarà impersonato da Mickey Rourke che affiancherà come autista Eva Green nel ruolo di una prostituta d’alto bordo di pelle bianca. Bianca, come mai?
Così è se vi pare oppure no, come il messaggio del sorriso di "Monna Lisa" ambiguo e aperto ad ogni interpretazione.
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