1 - METODO LEWINSKY E FONTE DI CAPITALIZZAZIONE.
2 - MONICA LA FICA-ECONOMY D'ECCELLENZA
METODO LEWINSKY FONTE DI CAPITALIZZAZIONE
Hai subito un abuso, sei stata stuprata, violentata dal branco sedotta e abbandonta dal pezzo da novanta della Politica, della Finanza, dello Spettacolo, sei stata molestata dal vicino che ti spiava, dal gruppo che ti ruotava intorno in ufficio, nella pausa caffè, a scuola, al Campus o alla fiera momgolina locale o, per finire a tenerla lunga, mentre fai una maratona sportiva?
Niente panico. A tutto c’è rimedio. Ci sono due scuole di pensiero per dare sollievo: quella che dice siediti lungo il fiume ad aspettare il cadavere del nemico, oppure quella che dice di incanalare in senso positivo ogni esperienza facendo di ogni erba grama un fascio. Kaputt? Capito.
Infatti si può capitalizzare inventandosi un lavoro. L’opportunità viene offerta dai media, pronti ad accogliere fra le loro pagine o nei Talk Show confidenze diffondendole alle masse le quali recepiscono nella misura in cui l’offerta viene apparecchiata: più appaga l’occhio e più viene recepito il messaggio con possibilità di successo. L’immagine accattivante si conferma sempre
come biglietto da visita per fare il pieno: E non si fa per dire. Ehi! Cosa avete capito, il pieno è di ascolti che, come ogni cosa ha bisogno di un punto di riferimento che illustri il metodo.
come biglietto da visita per fare il pieno: E non si fa per dire. Ehi! Cosa avete capito, il pieno è di ascolti che, come ogni cosa ha bisogno di un punto di riferimento che illustri il metodo.
I primi segnali di questa metodica si sono avvertiti in America, un Paese sempre in testa per tradurre in oro tutto quello che si tocca, specie se fatto nelle parti intime. Una pratica che l’America puritana aveva sempre condannato puntando il dito sulla vittima considerata complice perché incapace di difendersi considerando il Paese come una sorta di Giungla d’Asfalto.
Negli anni ’80 c’è stata una svolta perché i costumi si sono rilassati raggiungendo eccessi da record a livello di pacchiano inscenando una festa continua dietro l’altra, aprendo così la stagione dell’autunno caldo della mondanità tra splendore e miserie del neo-Kitsch. Infatti era caduta una cascata di paillettes da indossare giorno e notte ad effetto scintillìo nel quale si sono immersi tutti in senso globale, dai vertici del potere politico con Ronald Regan in testa e in Italia Goria Superstar, agli stilisti che dettavano il trend con udite udite Giorgio Armani in testa travestito da direttore d’orchestra immortalato da Panorama con un affondo esilarante di Maria Luisa Agnese.
La via l’hanno battuta tre ragazze senza arte né parte che l’avverso destino aveva offerto loro di riscattarsi. Alla grande. Tutte e tre avevano diverse storie da raccontare: Donna Rice era stata immortalata sulle ginocchia di un candidato democratico (Gari Hart) che aveva così perso la poltrona della Presidenza; Fawn Hall era stata invischiata in una sorta di scandalo al Profumo-Inglese testimoniando sui segreti di alcuni documenti di un Colonnello dei Marine (Oliver North) implicato nell’affare Iran-Gate; Jessica Hanh infine, lavorando come segretaria di due reverendi padri evangelisti assai noti perché facevano prediche nello spettacolo (Jim Baker e John Fletcher) dopo essere finita violentata da entrambi aveva trovato il modo di raccontare tutto in cambio di due rate da 500 mila dollari pagate dal mensile Play Boy. Correva l’anno 1987.
Il risultato negli anni a venire fu sorprendente perché l’America rispose assurgendo quelle ragazze a ruolo di protagoniste della scena, pagate profumatamente dagli sponsor che avevano fiutato il nuovo filone di una sorta di manuale d’amore, e usate dai media come arma per annientare il “papabile” di turno in una sorta di Manuale Due La vendetta.
Tracciato il solco e aperta la strada il metodo si è sempre più perfezionato fino ad arrivare all’eccellenza sotto il nome di “Metodo Lewinsky” quello che aveva inchiodato Bill Clinton alla poltrona della Casa Bianca nel farsi fare un servizio improprio dalla sua stagista Monica.
Galeotto fu quel servizio che perseguitò per sempre Clinton lungo il corso dei suoi due mandati ma che servì a Monica , dopo aver cantato l’avventura, per salire alla ribalta come protagonista della storia.
Quella che non si scrive sui libri di scuola ma che si diffonde fra i contemporanei con l’informazione per raggiungere quella fascia di giovani vittime di situazioni imbarazzanti dalle quali hanno imparato ad uscirne capitalizzando tutto in moneta.
Non solo dopo aver leccato il cosiddetto gelato, ma anche dopo averla presa niente-popò-dimeno-chè in quel posto.
Perché si sa che il metodo Lewinsky è il rapporto improprio d’eccellenza per cui non c’è nulla di meno appropriato che il popò.
Ora che sia largo o ristretto non importa: quel che è certo è che i Clinton sono ancora in auge mentre della Lewinsky non si ha più notizia se non che sia ingrassata a dismisura. Ma resta il metodo come teoria perfezionata al cubo: a misura d’uomo toccato nella sua natura. Molto umano.
MONICA LA FICA-ECONOMY D’ECCELLENZA
Nemmeno il tempo di scrivere questo pezzo che si diffonde una notizia alquanto ghiotta.
Monica Lewinsky,la fica economy very very d'eccellenza, ha deciso di raccontare tutta la love story con il Presidente Clinton, ammesso che ci sia ancora qualcosa da dire, in un libro per lasciarlo ai posteri e fare moneta.
Le interviste e ospitate Tv sono ormai scivolate via: anche se ha fatto scuola col metodo-improprio della leccata di gelato, un cult nel settore spettacolo, di lei non si parlava più da tempo non tanto perché ingrassata in maniera imbarazzante quanto perché Hillary con il suo attivismo autorevole era riuscita a metterla in ombra insieme a Bill, prendendosi la sua rivincita.
Si dice che i Clinton stiano sulle spine per paura di chissà quali dichiarazioni farà la ex stagista ma oltre alla già nota citazione da parte di Bill che Hillary sia vecchia e senza più appeal, non si sa che cosa possa aggiungere di ancora più offensivo e scandaloso.
Anche perché Hillary è passata sopra a questo e ben altro un po’ per compatire il suo Bill, ma più che altro perché ben decisa a mantenere salda la Premiata Ditta Clinton parando tutti i colpi bassi che il destino nella corsa alla Casa Bianca non le ha risparmiato.
Ora si è dichiarata stanca intenzionata a mollare per tornare a riprendersi una vita normale.
Infatti in campagna elettorale non si è quasi vista se non per assolvere i suoi impegni di Segretario di Stato come l’occasione ultima dei tumulti alle ambasciate americane in Medio oriente condannandole a fianco di Obama. Il quale se all’inizio mandato si era preso il merito della riforma sanitaria iniziata e portata avanti da Hillary con passione fin dai primi anni dell’entrata il Politica, alla fine di questo ha chiuso togliendole la scena in occasione della visita di Aung San Suu Kyl in America che tanto aveva contribuito ad aumentare i consensi verso Hillary quando si era recata in Birmania a farle visita di persona.
Insomma se Bill Clinton a Obama ha fatto ancora molto comodo in questa campagna elettorale, non vedeva l'ora di liberarsi di Hillary. Forse per anticipare lo scandalo che il libro di Monica potrebbe suscitare portando una luce negativa sulla Casa Bianca. Purtroppo la negatività Obama dovrebbe cercarla da un’altra parte perché la Clinton ha portato bene a suo marito facendo la First Lady per due mandati con dignità e nervi saldi, assolvendo poi con lealtà il suo impegno come Segretario di Stato facendo la Globe Trotter per tutto il Pianeta senza disdegnare le zone calde in Medio oriente. Ma tutto questo pare che agli occhi di Obama abbia poco valore rispetto a quello delle attrici del quale si è circondato nel gioco della Politica.
Loro sono le fiches sulle quali puntare in futuro mentre per la Clinton non si sa quale sarà perché una prossima candidatura è impensabile vista l’età non più giovane.
Questo è quanto palesano i media anche se Hillary non si è pronunciata per una eventuale prossima candidatura.
Quel che è certo è che non crede in Obama perché altrimenti non si sarebbe sfilata così elegantemente dicendo di essere stanca. Sì stanca di Obama Presidente, specie dopo la brutta figura del faccia a faccia con Romney.
La stessa che aveva fatto lei con Obama quando in campagna elettorale lui si era mostrato aggressivo e prepotente definendola una sciocca, chiamandola poi al suo fianco perché Hillary aveva incassato la batosta senza abbassarsi al suo livello perché politicamente più esperta di lui. Al quale non sembra aver insegnato nulla perché Obama si affida solo a Michelle. Giustamente in quanto moglie per cui è andata come è andata con un secondo mandato.I giochi sono comunque ancora aperti e le fiches sono già puntate: sponsor, registi, settimanali di gossip e fashion hanno acceso le luci illuminando in tutto il loro fascino le nuove dive di potere, politicamente impegnate. Sì a far "Casini" intorno a Obama. Chapeau al pisello.
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