martedì 22 marzo 2022

STUDIO BATTAGLIA, AVVOCATE DIVORZISTE E POLLI DA SPENNARE

Rai Uno a tutta fiction ma va bene così perchè Studio Battaglia è una commedia brillante e scanzonata che racconta uno degli eventi fondamentali di una vita. In allegria e a tutta festa. Ogni persona è presente nei suoi festeggiamenti dalla nascita al funerale, passando per la Cresima Comunione la Laurea il fidanzamento ed il matrimonio. La festa del divorzio ci mancava. Così con questa fiction Studio Battaglia è stata inserita anche quella. Sì perchè le protagoniste avvocate (non ci siamo ancora abituate al titolo di avvocata, diciamolo perchè suona male) divorziste sono tutte donne  pronte a spennare il partner più ricco in nome della formula che ha unito la coppia nella buona e cattiva sorte e a dividerla ma con lo stesso tenore di vita, per sempre. Ti sposi tre o quattro volte? Peggio per te. Come nei Paesi Arabi dove se l'uomo ha diritto a 4 mogli ha il dovere di mantenere tutta la famiglia allo stesso livello di benessere così vale anche da noi con le famiglie allargate. 

La donna invece se si sposa 3 o 4 volte ha diritto ad altrettanti alimenti? Dipende dall'abilità del legale divorzista. Per questo sono spesso donne a scegliere questa professione essendo più sensibili al tema pollo-da-spennare. Le protagoniste sono tre sorelle figlie di un'avvocata importante Marina Battaglia (Lunetta Savino), due delle quali hanno scelto la stessa strada, la maggiore Anna (Barbara Bobulova)  emigrando in un altro Studio, la minore  Nina (Miriam Dalmazio) con mamma, mentre la piccola  Viola (Marina Occhionero) è tutta protesa verso il matrimonio.  


Le citazioni si sprecano a cominciare dalla prima puntata partita alla grande con un divorzio che potrebbe essere drammatico se non ci fosse Carla Signoris nel ruolo della vittima Carla moglie di un grosso imprenditore che vuol lasciarla per una sua amica facente parte del gruppo che entrambe frequentano in una sorta di film Book Look (il Sex and The City della terza età) scambiandosi le confidenze anche intime della loro vita coniugale dove purtroppo questa storia di corna sono sfuggite. La sua avvocata Anna Battaglia si trova a fronteggiar la mamma Marina la quale è l'avvocata iena di questo marito meschino e ingeneroso perchè non vuol sganciare un euro volendo imputare tutta la colpa del divorzio alla Moglie per non aver adempiuto ai suoi doveri coniugali! La Battaglia è assicurata mentre nel frattempo se ne affrontano altre non tanto in aula quanto nei patteggiamenti in riunione Studio. Ma non è un'americanata alla Allie Mc Beals perchè le dinamiche sono tutte all'italiana con bambinetti che strappano il cuore quando sono contesi dai genitori in fase di divorzio, morosini che si amano mentre le avvocate si scannano fra loro per redigere contratti prima dei matrimoni purchè celebrati all'estero perchè in Italia non sono validi.

 Il tutto è supportato da intrecci sentimentali delle protagoniste, con mariti colleghi tra i quali spicca Massimo (Giorgio Marchesi)  e clienti, incasinati anche con la comparsa del loro padre Giorgio (Massimo Ghini) dopo 20 anni di abbandono del tetto coniugale, per colpa della moglie che non adempiva ai suoi doveri coniugali, per un'amante giovane la baby sitter di quando erano adolescenti,  che le mette in crisi nel dover scegliere se accettarlo o meno. Una crisi che si allarga anche al matrimonio della maggiore Anna il cui marito Alberto (Thomas Trabacchi) sente che tra loro qualcosa sia cambiato stante la stanchezza di lei soprattutto nel talamo nuziale dove volta le spalle quando lui vorrebbe far l'amore. Senza pretenderlo per carità come un diritto perchè avendo a che fare con una che di diritto se ne intende meglio evitare scontri e preferire il dialogo piuttosto che rischiare un divorzio per colpa, avendo voluto adempiere a un dovere coniugale. Le avvocate divorziste si sa quanto sian brave a voltare le frittate.  Insomma le donne in questa fiction Studio Battaglia sono protagoniste assolute padrone non solo nella professione ma anche nel privato che gestiscono senza complessi di inferiorità di genere perchè sono donne consapevoli figlie di una professionista tosta dotata di quel cinismo necessario per imporsi nell'ambito  forense e che esprime senza remore “...perchè non siamo mica Preti”,  per cui si capisce che Battaglia sia di nome che di fatto. La fiction si segue tutta d'un fiato ma non con il fiato sospeso perchè scorre fluida senza la suspence dei polizieschi sempre molto presenti in serie Tv.

Nessun commento:

Posta un commento