capace di riscattarli da una condizione disgraziata e di povertà.
Lei ce l’aveva messa tutta per diventare una leader carismatica: aiutata dalla dialettica passionale e coinvolgente, si agghingava come una star ingioiellandosi in maniera imbarazzante, presentandosi ai Capi di Stato stranieri per attirare l’attenzione sul suo Paese.
Sapeva come farlo, conoscendo l’arte della seduzione che, in passato le era servito per scalare al vertice, passando dalle losche taverne alle squadre militari, fino ad arrivare al Capo del Comando.
Una seduzione continua perpetrata in favore del Popolo Argentino che le credeva senza riserve.
Qualche riserva lei invece l’aveva: sì ma aurea, il cui ammontare era da capogiro, depositata in una banca svizzera tramite uno dei suoi viaggi in Europa (per il Paese) frutto del ricavato dall’asilo concesso ai fuggiaschi Nazisti (tampinati dagli Ebrei). In fin di vita ha continuato a pensare al suo popolo, donando i suoi gioielli, purtroppo portandosi nella tomba i numeri della combinazione della cassaforte svizzera.
Questo, per non scalfire la sua immagine di icona del Popolo Argentino che, a tutt’oggi, la venera come santa dalla cui vita è stato tratto anche un musical, interpretato da una patinatissima Madonna.
Un’altra santa da annoverarsi fra le peccatrici, è la Principessa Diana, La Rosa D’Inghilterra così definita da Elton John, per la sua grande umanità dimostrata fin dal momento in cui aveva sposato il principe di Galles, concedendosi senza tregua al popolo plaudente mentre operava in beneficienza, passando senza sosta da un ospedale a un continente per dare conforto ad ammalati e portare aiuti ai bambini affamati, promuovendo battaglie contro i venditori di morte con le loro mine antiuomo.
A tanto ardore umanitario, si opponeva altrettanta passione nel privato concedendosi avventure con militari, guardie del corpo, valletti, antiquari, medici e da ultimo un play boy. Attrazione fatale perché sappiamo tutti come è andata a finire.
Finire si fa per dire perché anche dopo la sua morte, i pettegolezzi continuavano a fiorire mettendo in risalto primo fra tutti la sua liaison con un medico Pakistano col quale flirtava mentre faceva coppia con Dodi Al Fayed il cui padre, guarda il caso perverso, era in odor di traffico d’armi. Così la principessa Diana, se in pubblico si prodigava nella battaglia antimine, in privato si destreggiava fra due musulmani di cui uno in odor di cartucce, rivelandosi lei stessa una mina vagante.
Contraddizioni che al Popolo importavano ben poco, perché quando sfilava fra loro era bellissima, come una madonna da adorare.
Ed è quanto è succedendo con Carla Bruni che, da modella disinvolta che non disdegnava pose senza veli, passando da un flirt all’altro tanto da diventare famosa come rubamariti, dopo aver impalmato Sarkozy cogliendo con un salto acrobatico quell’attimo di tregua dopo la firma del suo divorzio da Cécilia, ora è diventata icona di grande umanità.
E questo pur operandosi per svolgere un mandato uguale e obbligatorio per tutte le FirtsLadies (al quale si è sottratto solo Hillary Clinton, più partecipativa alla Casa Bianca nell’Amministrazione del Paese), come abbiamo visto nel G8, che comunque la Bruni ha percorso un filo in disparte.
Infatti, mentre tutte le Ladies erano a Roma nella convention sulla Fame nel Mondo, dalla quale è risultato che si potrebbe combattere con una sola tazza di porrige sufficiente per far crescere un bambino africano, lei Carla Bruni sfilava fra le rovine dell’Aquila puntando il dito ai “campanili crollati”, per indicare il terribile sfacelo.
Inevitabile il codazzo dei media in visibilio a gridare: “Santa subito”, ad alimentare quell’affascinante leggenda delle Sante Peccatrici.
Che così continua…
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