Chi l’avrebbe detto che Nicole Kidman, dopo l'inquietante prova di The Other, avesse in realtà uno spiccato e sano senso materno?
Durante il matrimonio con Tom Cruise aveva adottato due bambini, uno di colore a nome Connor e Isabel, ma la notizia era poco gettonata, anche perché i due divi mantenevano un forte riserbo sulla questione, mentre di pari passo sullo schermo Nicole perdeva ogni inibizione passando da ruoli focosi a quelli sempre più hard, salendo in testa alle classifiche.
Coinciso nel privato con un divorzio e nuovo matrimonio con il cantante Keith Urban allietato dalla nascita di Sunday Rose, nome dolcissimo come il cuore della Kidman che nel film Australia, ha manifestato in pieno.
Se la campagna pubblicitaria era tutta improntata a fissare la limonata sotto la pioggia di Nicole col mandriano Jack Hackman, lo spettatore è stato colpito dal suo rapporto col bambino meticcio Nullah (Brandon Walters) che si era affezionato a lei con disperazione: “Io me canto a te” la supplicava sorridendo. “E io ti ascolterò” le rispondeva sorridendo. Da calde lacrime. Con fazzoletto in mano si usciva commossi dalla sala cine anche se consapevole della sua fiction.
Nella realtà la Kidman ha dimostrato di essere all’altezza di questo personaggio Kolossal Australia.
Infatti si è commossa alla triste storia di Rubina Alì, la piccola star di The Millionaire, che interpretava nel ruolo di Latika, la bambina rapita dalle baraccopoli per farla crescere come prostituta (poi interpretata da Freida Pinto).
Nicole Kidman si era mobilitata di persona per offrire alla piccola Rubina un’altra opportunità, perché l’aveva voluta a fianco come danzatrice indiana, in uno dei suoi spot Schweppes, in cui compariva nel ruolo di una misteriosa principessa, diretta nientemeno che da Ridley Scott.
Un gesto di generosità che denota quanto sia grande il vero cuore della Kidman, accorsa al richiamo di questa piccola star indiana che dalle baraccopoli sembrava implorasse “Io me canto a voi” “E io ti ascolterò”
Solo Nicole l’aveva ascoltata, riportandola alla ribalta e ricompensandola come era giusto che fosse, dimostrandosi una mamma vera, non solo per fiction.
Infatti aveva poi rinunciato al film di Woody Allen da interpretare insieme a Naomi Watts e Freida Pinto perché era ancora in attesa di una bambina (da utero in affitto) manifestando il desiderio di diradare il lavoro.
A differenza di Angelina Jolie che invece lo aveva intensificato, nonostante tutti i figli a casa che l’aspettavano, perché aspirava all’Oscar.
Nicole Kidman ne aveva già presi due. Per questo è molto più credibile come mamma multietnica, a cuor sincero e non per una operazione marketing (di cui sembra in odore la Jolie tanto da non convincere lo star system Hollywwodiano, gestito in gran parte dagli Ebrei, che le ha sempre negato l'Oscar).
La Jolie infatti
si è data alle cause musulmane con film e puntate come guest star fra clandestini o rifugiati di guerra, mentre la Kidman è ancora candidata all'Oscar 2014 per la favola di Grace Kelly.
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