domenica 15 dicembre 2013

KIRSTEN, DA ENFANT PRODIGE A REGINA


 I sodalizi al femminile fanno scalpore sui giornali di gossip, ma alla fin fine difficilmente riescono a vincere qualche premio importante anche se il pubblico poi li acclama.



E’ accaduto con Jane Campion che ha avuto il merito di lanciare e valorizzare molte attrici: con Lezioni di Piano,  Holly Hunter un’attrice non bellissima che nessuno filava e che nel film è esplosa con una intensa sensualità, e con The Cut, Meg Ryan che l’ha riproposta in versione pruriginosa e torbida, togliendole il clichè di fidanzatina d’America.
Una regista donna di grande talento, anche se figlia d’arte, (e va sottolineato perché purtroppo molti figli d’arte non sono poi all’altezza della fama dei genitori) è Sofia Coppola che ha fatto sodalizio felice e di successo con un’attrice dall’aria fragile e diafana, ma con una luce negli occhi dai bagliori felini da cucciolo di jena.
Non per nulla ha esordito come tale nell’Intervista col Vampiro, dove faceva una bambina usata come trastullo da una coppia di vampiri gay, Tom Cruise e Brad Pitt emergendo con un fascino infantilmnte perverso che si esaltava fra i vizi dei signori della notte.
Un fascino innocente e tormentato che Sofia Coppola ha colto per descriverlo in una sua opera interessante e tragica, Il Giardino delle Vergini Suicide, dove raccontava la fine drammatica di cinque ragazzine oppresse da un educazione troppo rigida. Un gruppetto tragico nella quale la Kirsten riusciva a distaccarsi trovando il coraggio nella voglia che aveva suscitato in un ragazzo con il quale scappava per la festa del ballo della scuola diventando perfino la reginetta per poi finire la nottata in un prato pieno d’erba ad offrirgli la sua verginità. Reginetta di una sola notte perché lui l’abbandonava lasciandola al suo destino di suicida condiviso con le sorelle.
Ma il sodalizio fra Sofia Coppola e la Kristen si è consolidato esplodendo nella seconda opera, con quel Marie Antoinette in versione Rock che faceva sussultare la Francia con tanti uhhhh di disapprovazione mentre le platee si inchinavano alla genialità della regista.
E con lei, la bambina Kristen Dunst sbocciava in tutta la sua viziosità, danzando da Regina  un minuetto rock incalzante e martellante che faceva da colonna sonora a una incessante sfilata tra  abiti color sorbetto, ventagli, corse in carrozza balli in maschera e letti disfatti. Alla faccia come sappiamo di un popolo affamato. Ma era solo una bambina, come darle addosso? Questa è la versione secondo Sofia Coppola della Regina di Francia Marie Antoinette col volto di Kirsten Dunst. La quale dopo questo film, come una maledizione non ha più ingranato una pellicola se non come spalla dell’Uomo Ragno, personaggio di Cartoon. Per crescere artisticamente c’è ancora tempo perché le distrazioni che si concede a Hollywood sono tante  non facendosi mancare nulla: dai flirt con Orlando Bloom a quello di Robert Pattison, dallo shopping sfrenato alle corse in macchina con le amichette, tutte ex enfants prodiges come lei, con le quali raccogliere multe e arresti a gogo’: la Polizia in America non scherza. Sì, perché purtroppo queste ragazzine, viziate dalla vita e dal successo, se hanno scavalcato allegramente la gavetta, non hanno superato la prova del nove: palloncino e strisce.
Ma la sua carriera ha proseguito approdando a Cannes con Lars Von Trier in Melhancolia dove appariva con un seno tutto nuovo ad effetto seducente da accalappiare il premio della Palma d’Oro che la piccola Kirsten accettata nonostante le idee naziste del regista mentre Charlotte Gainsburg si defilava clamorosamente (anche perché la Dunst disse di meritarlo perché lei era una star).
Ma Charlotte si è poi presa la rivincita lavorando ancora con Von Trier in The Nympphomaniac dimenticando le simpatie del regista per il nazifascismo allineandosi con l’intellighentia dello star system che l’aveva perdonato. Un conto è un’idea contro, un conto è fare un film insieme a delle patate bollenti.
Infatti il leit motiv è l’orgasmo simulato che in questo contesto viene fatto in coro al quale la Gainsburg ha voluto assolutamente partecipare.
Tutto questo per dire che se Kirsten Dunst è una farfallina, Charlotte è un’attrice che sa recitare simulando orgasmo e  impegno ideologico.
Sempre meglio che arrampicarsi sugli specchi con un uomo ragno!
O No?


Vieni…spalanca le mie porte…
Sospirami il tuo desiderio,
aprimi le più segrete stanze,
solo tu hai la chiave.
Spogliami, denudami, approfitta
Della mia anima, trasportami nel
Tuo mondo di peccati…di desideri…
Scova nelle mie viscere, fammi tua…



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