L’Oriente è sempre più vicino.
Oltre agli scambi commerciali, anche i film stanno spopolando, surclassando ormai quello glorioso giapponese.
Dopo i felici esordi con la regia di Zhag Jimou (che ha lanciato a livello internazionale l’attrice Gong Li (la quale partecipa anche come protagonista anche nelle produzioni occidentali: vedi Hannibal Lecter l’Origine del Male) con film che hanno turbato le platee del mondo come Lanterne Rosse e la Triade di Shanghai dove le storie sono intrise di violenza perpetrata sulle donne considerate inferiori, si è passato a film d’azione. Sviluppati con le arti marziali adottate anche dalle donne nelle forme più spettacolari con salti acrobatici ed avvitamenti di di spada saettanti a mulinello contro l’avversario.
Ad aprire è stato il film La Tigre e Il Dragone che ha ricevuto premi e consensi per questa sua forma spettacolare di duello, perpetrato sia fra donne che in coppia con maschi volteggiando in una sorta di elegante danza di amore e morte. La quale è stata poi riproposta con Hero e La Foresta dei Pugnali Volanti in cui la violenza ha raggiunto il massimo livello facendo duellare una povera fanciulla cieca, come preda indifesa sulla quale sfogare tutta la violenza di un maschio.
Eroina e grande interprete sia per bellezza che bravura di tutti questi film è la giovanissima Zhang Ziyi attrice dotata di fascino a tutta grazia ed eleganza che in questo film, oltre a destreggiarsi fra pugnali e spade saettanti, ha eseguito la performance cinematografica più incantevole di questi ultimi anni volteggiando al centro fra migliaia di tamburi da centrare al solo piccolo rumore di un fagiolo, lanciato dal suo carceriere.
Per poi finire con il film Memorie di una Geisha (scelta nonostante l’ambientazione in Giappone dal regista Rob Marshall) che decreta la sua consacrazione come star internazionale.
Bella e intrigante più che mai nel ruolo di aspirante Geisha, Soyuri, la quale dopo aver subito umiliazioni e offese soprattutto dalla rivale Hatsumono (Gong Li), diventa la più famosa di tutta la città.
Ad accompagnarla in questa sua ascesa nel mondo della prostituzione d’èlite, è una sorta di sorella maggiore che cerca di “piazzarla” (Michelle Yeoh), sul mercato al maggior offerente non prima di essersi accertata che non abbia già offerto la sua “carità” a qualcuno istruendola con regole ben precise:”Essere geisha vuol dire essere valutata come opera d’arte in movimento.
“Noi non vendiamo un corpo ma la nostra abilità”. L’arte della geisha è tutta concentrata nella sua capacità di conversare, intrattenendo l’uomo con il canto e con la danza. Ed è con questa performance che Zhang Ziyi riesce ad incantar, proponendosi diversamente da tutte in una scenografia gelida e invernale tra fiocchi di neve e bagliori lunari in cui camminando a piccoli passi su megatrampoli, esprime tutto il pathose la drammacità racchiuse dentro la sua anima.
https://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=PvN4r4h8p7M
Perché essere geisha, come le dice la sorella, non è una scelta ma è solo perché non hai altre possibilità.
Ma Zhang Ziyi-Soyuri è più che una geisha perché, come diceva sua madre: “Tu sei come l’acqua che scorre scavalcando la pietra: quando incontra un ostacolo si trova un altro varco. L’acqua è potente. Può scavare la terra, spegnere il fuoco, distruggere il ferro”.
E infatti Zangh Ziyi riesce a piegare gli uomini fino ad arrivare al suo grande amore.: il Direttore Generale. Se il fascino è tutto orientale, la storia è decisamente attuale.
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