IL VELO, DA SIMBOLO RELIGIOSO
A NOTA DI COSTUME PASSANDO PER LA SOTTOMISSIONE.
A NOTA DI COSTUME PASSANDO PER LA SOTTOMISSIONE.
Tra pochi giorni finisce il Ramadan ovvero quel digiuno religioso imposto dal Corano per purficarsi. E’ curioso il parallelo con la religione Cattolica che prevede (anche se ormai non più praticato) il digiuno senza carne per ogni Venerdì della settimana.
Pertanto non resta che porre l’attenzione sul velo per riproporre il parallelo pur restando fermo il dubbio se sia praticato a tutt’oggi dalle donne islamiche come simbolo di appartenenza religiosa o come atto di sottomissione al marito.
Il velo è una nota di costume che le Occidentali hanno superato nel corso di tutti questi anni: è quello del foulard lanciato da tante star come
o da Jackie Kennedy.
Queste ultime due lo hanno mantenuto anche nel corso degli anni fino a metà settanta perché giustamente lo portavano bene.
Mai comunque come la Regina Elisabetta che con il suo Hermès ha cavalcato tutto il suo regno: sempre quello, sempre uguale, sempre e comunque fedele a sé stessa. Dio salvi The Queen.
Queste ultime due lo hanno mantenuto anche nel corso degli anni fino a metà settanta perché giustamente lo portavano bene.
Mai comunque come la Regina Elisabetta che con il suo Hermès ha cavalcato tutto il suo regno: sempre quello, sempre uguale, sempre e comunque fedele a sé stessa. Dio salvi The Queen.
L’originale.
Quello che invece è sparito completamente è il velo religioso, la cosiddetta veletta che si indossava per andare a messa (mitica è quella lanciata da Jacqueline Kennedy quando, fresca First Lady, insieme al marito John andava a Messa in Chiesa Cattolica a professare quella fede che per la prima volta era stata accettata dall’America con l’elezione di un Irlandese), ammiratissima per il suo stile elegante ed essenziale.
Il velo è sempre stato l’accessorio da lei preferito: di pizzo bianco per pregare in Chiesa, nero per andare in Udienza dal Papa Giovanni XXIII e di voile in segno di lutto, poi vezzosamente trasformato in bandana ai tempi del suo amore, si fa per dire, per Onassis.
Il velo come simbolo religioso è dunque sparito dalla nostra cultura ma sembra voler tornare in auge perché le fiction Tv e i quotidiani lo ripropongono in continuazione.
Recentemente è stato ammirato su Martina Stella, in versione B.B. nella fiction Il Campione e la Miss, e su Emanuela Arcuri in Sangue Caldo in stile Pretty pentita color marrone a pois. In entrambe le fiction il foulard faceva molta scena tanto da oscurare il talento delle due star.
La forza del velo non è da sottovalutare.
In Medio Oriente, per esempio nonostante la rivoluzione in atto, sta spopolando alla grande, tornato in auge più che mai, per cui le poche che lo avevano sciolto se lo dovranno rimettere sperando di fare tendenza a tutto il Mediterraneo per cominciare, per poi espandersi in tutta Europa per tornare a ricopriire tutte le donne a modo e per bene.
Lo abbiamo visto infatti l’anno scorso a Milano sfoggiare da alcune esponenti del PD in segno di rispetto per la fine del Ramadan.
(Figurarsi: le comuniste non vanno nelle loro Chiese e se ci vanno lo fanno senza velo!!!)
Come se la crisi fosse colpa del malcostume delle donne, sempre le prime ad essere gettate al rogo, dalle donne stesse. Tutto già visto e rivisto.
Quello che invece è sparito completamente è il velo religioso, la cosiddetta veletta che si indossava per andare a messa (mitica è quella lanciata da Jacqueline Kennedy quando, fresca First Lady, insieme al marito John andava a Messa in Chiesa Cattolica a professare quella fede che per la prima volta era stata accettata dall’America con l’elezione di un Irlandese), ammiratissima per il suo stile elegante ed essenziale.
Il velo è sempre stato l’accessorio da lei preferito: di pizzo bianco per pregare in Chiesa, nero per andare in Udienza dal Papa Giovanni XXIII e di voile in segno di lutto, poi vezzosamente trasformato in bandana ai tempi del suo amore, si fa per dire, per Onassis.
Il velo come simbolo religioso è dunque sparito dalla nostra cultura ma sembra voler tornare in auge perché le fiction Tv e i quotidiani lo ripropongono in continuazione.
Recentemente è stato ammirato su Martina Stella, in versione B.B. nella fiction Il Campione e la Miss, e su Emanuela Arcuri in Sangue Caldo in stile Pretty pentita color marrone a pois. In entrambe le fiction il foulard faceva molta scena tanto da oscurare il talento delle due star.
La forza del velo non è da sottovalutare.
In Medio Oriente, per esempio nonostante la rivoluzione in atto, sta spopolando alla grande, tornato in auge più che mai, per cui le poche che lo avevano sciolto se lo dovranno rimettere sperando di fare tendenza a tutto il Mediterraneo per cominciare, per poi espandersi in tutta Europa per tornare a ricopriire tutte le donne a modo e per bene.
Lo abbiamo visto infatti l’anno scorso a Milano sfoggiare da alcune esponenti del PD in segno di rispetto per la fine del Ramadan.
(Figurarsi: le comuniste non vanno nelle loro Chiese e se ci vanno lo fanno senza velo!!!)
Come se la crisi fosse colpa del malcostume delle donne, sempre le prime ad essere gettate al rogo, dalle donne stesse. Tutto già visto e rivisto.
Morale della "sceneggiata": prima di cercare l'integrazione con la
cultura altrui non sarebbe male occuparsi di quella di casa propria.
Della serie, farsi i fatti propri prima che la situazione scivoli di mano.
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